“Der Spiegel” contro Italia per Costa Concordia
Immagini tratte da Der Spiegel

Un caso esagerato che forse non abbiamo capito

Il tedesco è una lingua poco conosciuta nel Bel Paese; e quando non si capisce la parlata diventa tanto più difficile interpretare sentimenti e intenzioni espressi in quell’idioma. Su questo dato di fatto sembra costruito buona parte dell’incidente diplomatico fra Italia e Germania dopo l’affondamento della nave da crociera all’Isola del Giglio.

 

“Der Spiegel” è un settimanale a grandissima diffusione e di esempio a livello internazionale – “L’Espresso” ne ha  adottato da tempo immemorabile la copertina bordata sempre di arancione -  che ha dedicato la prima pagina e vari servizi all’incidente. I tedeschi sentono da sempre  “il richiamo del Mediterraneo” e qualcuno in Germania può aver pensato che spaventarli poteva essere un modo per ridimensionare il flusso turistico verso l’Italia. E’ già successo e si scoperto che in una occasione passata c’erano ambienti turistici che avevano interesse a mandare i tedeschi in Spagna anziché in Italia.

 

I servizi sull’incidente nel numero del 21 gennaio della rivista sotto accusa parlano di tutto quanto ci hanno fatto vedere i nostri Tg e quelli internazionali: le manovre della nave dal momento dell’urto contro lo scoglio fino all’affondamento quasi un’ora dopo, la telefonataccia del Comandante della Capitaneria a Schettino, la misteriosa donna bionda, i clandestini a bordo,  ma anche i tentati imbrogli ai danni dell’Italia, come quella ungherese che si voleva morta nel naufragio  e che invece era deceduta 10 anni fa. C’è anche la storia di quel controllore delle ferrovie tedesche che voleva impedire il rientro in Germania di due naufraghi perché privi dei documenti e sprovvisti di biglietto ferroviario.

 

In tutta questa serie di servizi ce n’è uno da mettere all’indice, ma viene presentato come un articolo messo lì per completezza di informazione circa “tutti” i sentimenti che dividono tedeschi e italiani. L’articolista parte durissimo, chiedendosi se i pregiudizi che i tedeschi nutrono nei confronti degli italiani siano solo tali o se vi sia un sottostante fondo di verità circa i tipi “di bella presenza” (ma incapaci) come Schettino.

 

Poi però scrive degli “Unni” (come i tedeschi vedono stessi) e ammette che neanche quelli sono degni di una bella figura internazionale. Infine  passa a concludere scrivendo che questi reciproci pregiudizi costituiranno un bel problema per l’integrazione europea.

 

Terribile (forse), ma con un amaro sapore di verità. A questo articolo – come tutti gli altri – i lettori possono rispondere con un commento on line sul blog del periodico.

 

L’osservazione più diffusa da parte dei lettori tedeschi riecheggia anche sulle pagine dei quotidiani italiani….”agli Italiani il pressapochismo di Schettino e della Costa Crociere, ai Tedeschi  la memoria di Auschwitz.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 29/01/2012