Recensione - "Diversi e divisi" di Nello Rega
La copertina del libro

Un testo in buona parte autobiografico

Per chi vuole comprendere il rapporto quotidiano - in Italia – fra i nostri concittadini e l’Islam c’è un bel libro di un giornalista RAI, Nello Rega, intitolato “Diversi e divisi”.

 

E’ un testo  in buona parte autobiografico.  Rega – 44 anni -  inviato in vari Paesi dalla Romania a Israele all’Aganistan,

a un certo punto della sua vita lavorativa incontra in Libano una giovane e affascinante musulmana sciita, colta, di buona famiglia. 

 

 Lei per amore accetta di trasferirsi in Italia e sposarlo, pur rimanendo non solo musulmana, ma legata ai propri valori e tradizioni.

 

La vita della sua famiglia “cristiano-musulmana” offre a Rega l’occasione per commentare in modo serio ma accattivante, passi del Corano, che non sempre possono sembrare logici quando sono calati nel contesto socio-culturale italiano.

 

Partendo da versi del Corano, per esempio, l’autore ci fa osservare che nell’Islam non sono solo i genitori a dover fare attenzione a cosa sono esposti i loro figli, ma anche gli adulti devono proteggere se stessi, in quanto non farlo può portare a malattie spirituali…..

 

L’hijab (la pratica di portare il velo) non vieta all’uomo e alla donna di interagire a scopo di studio, lavoro, buone azioni, ecc.

 

Rega ricorda  quindi che secondo l’interpretazione coranica, il velo islamico ha la funzione di protezione per la donna giusta… ma secondo i teologi dire dell’islam (il velo) se nasconde lo fa per svelare di più, se separa  per unire di più ….è un’emozione movente che guida l’uomo osservante a salvaguardare le sue donne (mogli e figlie) dagli sconosciuti.

 

Amira – che in italiano vuol dire Principessa – per amore verso il marito italiano rinuncia al velo, ma questa e altre scelte che è necessario compiere per far procedere l’integrazione le causano un profondo disagio di coscienza.

 

Il libro spiega anche in modo chiaro e avvincente come superare problemi logistici importanti: a che titolo una musulmana credente, anche se psicologicamente indipendente, può traferirsi in un Paese  straniero e per giunta cristiano, al fine di prepararsi al matrimonio?

 

Con l’istituto del  “matrimonio temporaneo”. 

 

 Nel matrimonio permanente i coniugi hanno diritti e doveri stabiliti dal Corano: per lui il dover provvedere alle necessità fondamentali della vita per la moglie e per lei quello di nono rifiutare i rappporti sessuali senza ragioni religiose o mediche.

 

Nel matrimonio temporaneo, invece, i coniugi sono liberi di elaborare i propri doveri e  aspettative…(per esempio la donna può includere in questo contratto la condizione della rinuncia ai rapporti sessuali)… Il messaggio dell’Islam è: sposatevi su base permanente, ma se ciò non è possibile praticate l’astinenza temporanea o usate il matrimonio temporaneo.

 

Dopo un anno di vita coniugale in Italia, giornalista e consorte (per vedere il rapporto all’italiana) tornano in Libano dove incontrano “tutta”  la famiglia di Amira in preparazione della trasformazione in “permanente” del matrimonio temporaneo.

 

E’ l’occasione per scoprire varie altre questioni importanti sotto il profilo della morale o del costume: per esempio che la suocera può permettersi di scoprire il capo perché il Corano proibisce i legami sentimentali genero-suocera mentre la cognata deve rimanere con il capo velato perché potrebbe scatenare un caso di poligamia in famiglia.

 

Anche la situazione socio economica e culturale mediorientale viene spiegata a Rega dai cognati in chiave coranica.

 

Non è solo questione di valutare il presidente americano Bush o gli israeliani come aggressori, la vera differenza sta nel fatto che il fondamento della quotidianità islamica è la religione, dove il rapporto con Dio è l’unica fonte dell’esistenza. 

 

Concetti diffusi un tempo anche in Occidente, ma probabilmente prima del Rinascimento.

 

Lasciamo ai lettori la curiosità di leggere nel libro il seguito della vicenda. E’ importante invece segnalare Nello Rega con questo libro promuove la Together Onlus e il progetto umanitario Libanitaly.

 

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Articolo pubblicato il 27/01/2012