Al ministro Fornero vorrei dire che…

Paolo Villaggio l’aveva raccontato nel film “Fantozzi va in pensione” del 1988

Paolo Villaggio l’aveva raccontato nel film “Fantozzi va in pensione” del 1988. Trama: Fantozzi, dopo essersi ritirato, incappa in una tale serie di disavventure dovute in buona parte alle abitudini acquisite in una vita di lavoro, da convincersi che è meglio tornare in ufficio cedendo al titolare della Mega Ditta sia la pensione che l’orologio in similoro ricevuto come regalo di pensionamento.

 

Non solo, anche i colleghi “storici” del ragioniere, mandati in pensione come lui e presi da analoga disperazione, decidono di “tornare in servizio” pagando per farlo.

 

Una trama esagerata, ma se parliamo con un certo numero di candidati alla pensione con il meccanismo delle “finestre” scopriamo che più di uno/a è contento del cambio di governo perché in questo rimpasto di norme sull’età pensionabile il problema del “ritiro” è quanto meno rinviato a ulteriori chiarimenti.

 

Da “Panorama”  (n.49/2011) apprendiamo che Unicredit ha 8200 dipendenti in esubero (per via dello “spread”, naturalmente), Intesa-San Paolo 2500, BNP-Paribas 1700, Banco Popolare 1120.

 

Se guardiamo al di fuori dell’Italia (e del problema dello “spread”) scopriamo che HSBC (colosso britannico del credito) e Bank of America stanno liberandosi di 30.000 “esuberi” ciascuno.

 

Fiat, governo e sindacati hanno trovato un’intesa per la chiusura di Termini Imerese come stabilimento Fiat sulla base di un costo che per l’azienda a inizio trattativa era di oltre 20 milioni di euro per lo scivolo di lavoratori che non avevano ancora diritto alla pensione.

 

Chi si accinge o è costretto ad andare in pensione pone l’accento sulle proprie possibilità  in una fase “congiunturale” (termine da anni ’60) che tutti sanno non essere breve né leggera.

 

Sul fronte opposto, le aziende di qualunque settore economico, vedono la pensione “di anzianità”, gli “scivoli” come un metodo per trasferire alla collettività i costi del personale in esubero con un procedimento parzialmente occulto e fino a qualche tempo fa anestetizzato.

 

Le testate giornalistiche cartacee e su internet si sforzano di raccontare il dispiacere di chi pensava di andare in pensione e sarà costretto a lavorare ancora per un certo numero di anni.

 

Varrebbe invece la pena di occuparsi di coloro che in base ai calcoli dell’INPS non matureranno il diritto alla pensione “di anzianità”. 

 

Le aziende saranno costrette (a termini di legge) a mantenerli in servizio o essi non correranno piuttosto il rischio di dimissioni forzate? Il tutto per il bene della collettività nazionale italiana, perché bisogna pur fare posto ai giovani (e anche questo è vero).

 

Andare in pensione – vale la pena di ricordarlo – equivale prima di tutto a percepire una quota percentuale della media dei redditi da lavoro degli ultimi “n” anni; una riduzione del tenore di vita è implicita.

 

Se il lavoratore o il pensionando hanno carichi dovuti a figli in giovane età  o mutui da estinguere probabilmente la sua attenzione va più a questo aspetto che al godimento della libertà. 

 

Il ministro Fornero nel suo primo intervento pubblico si è limitata a dichiarare che "La riforma delle pensioni, largamente gia' fatta, potra' vedere accelerati i tempi" e che  Il rigore deve essere associato a uno stile di azione improntato alla sobrieta', all'equita'. I sacrifici devono essere calibrati sulla capacita' dei singoli di sopportarli".

 

La professoressa Fornero – preferiamo vederla così - ha studiato il problema delle pensioni già prima d’ora, come docente e studiosa universitaria; il governo del quale fa parte sta procedendo a passi piuttosto lenti.

 

Speriamo che l’insieme di questi  due fatti le dia il tempo e il modo, la prossima volta, di spiegare agli italiani che cosa faranno in pratica il Governo e il suo Ministero per consentire un’uscita dignitosa dal mondo del lavoro a quanti devono farlo  in un futuro prossimo, non quando il governo Monti non sarà nemmeno più in carica.

 

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Articolo pubblicato il 28/11/2011