Modelli funzionanti di welfare all’americana
(una pubblicità di salliemae, la società usa per il finanziamento allo studio – sito web salliemae)

Visto che una crisi economica di una certa rilevanza viene annunciata un giorno sì e l’altro anche

Visto che una crisi economica di una certa rilevanza viene annunciata un giorno sì e l’altro anche, è interessante vedere come il governo degli Stati Uniti dell’epoca ha affrontato alcuni nodi della recessione del 1929.
Nel 1938 nel quadro del “New Deal” (il programma economico del cosiddetto “Nuovo Patto Sociale”) venne creata Fannie Mae, una istituzione governativa per l’espansione del mercato secondario dei mutui. In pratica gli investitori investivano in cartelle fondiarie consentendo da un lato l’accesso ai mutui a un più vasto pubblico e dall’altro gli investitori potevano contare in una garanzia governativa se sceglievano questo tipo di investimento.
Ai torinesi meno giovani (e non solo) tutto questo ricorderà le cartelle fondiarie emesse nel dopoguerra da un noto istituto bancario che magari drenarono i risparmi di più di un congiunto. Possiamo fare due osservazioni:
1) il meccanismo funzionò negli Stati Uniti dal 1938 sicuramente fino al 1968 mentre diede problemi nell’Italia degli anni ’60. Perché? Molte le cause probabili: gli Usa nel ’38 erano alla vigilia di una guerra ma andavano verso la fine della depressione, mentre in Italia la scelta potenzialmente simile venne fatta all’inizio di un ciclo economico di segno opposto (si parlava già della fatidica “congiuntura”)
2) la garanzia del governo sull’investimento – unita alla fiducia degli americani nel proprio Paese e Governo – erano ben diverse da quelle degli italiani.
La maturazione, anche psicologica del sistema Italia nella coscienza dei propri cittadini è un processo assai lungo che investe molti aspetti. Governo e Opposizione in questi giorni (stimolati anche dal Capo dello Stato) sembrano convergere sull’idea che non necessariamente gli uni devono remare in senso contrario agli altri.
Ed ecco che forse qualche politico o economista di rango si ricorderà dei su-accennati passaggi della storia economica statunitense e li rispolvererà, per scoprirli e rinnovarli in versione nostrana, eliminando quei difetti che già una volta ci hanno fare “flop”.
Fannie Mae è la sigla della “Federal National Mortgage Association, quell’Ente Nazionale Mutui , modificato con un trucco di marketing in modo da sembrare il nome di una persona, cioè qualcosa di più familiare di una organizzazione burocratica. Dopo il 1968 è stata quotata in borsa, cominciando a guardare ai risultati economici oltre che ai risvolti sociali.
Ha avuto diversi fratelli e sorelle, tutte creature governative votate a fini di sostegno socio-economico e dai nomi di persona: Freddie Mac (1970, sostegno ai mutui residenziali di buon livello) Sallie Mae (1972,

finanziamento allo studio), Farmer Mac (1988, sostegno agli agricoltori), Ginnie Mae (1968, nacque per rimanere un ente governativo nel momento in cui Fannie Mae divenne una società a economia privata) Tutte esistono, magari in uno stato di salute precario, visto che Fannie Mae e Freddie Mac sono considerati fra i responsabili della crisi finanziaria dei mutui a tassi inferiori al prime rate. E tutte insieme sono una sorta di vessillo del welfare all’americana.
gmicono

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Articolo pubblicato il 30/08/2011