Orban, l'Ungheria e la pena di morte

Il primo ministro ungherese propone che la questione della pena di morte sia rimessa all'ordine del giorno

Se già sembrava impossibile credere a Marine Le Pen, quando ha invocato la pena di morte dopo gli attentati a Charlie Hebdo, ora che anche il primo ministro ungherese Viktor Orban l’ha fatto, si iniziano ad avere le idee più chiare a proposito della nuova aria che tira in Europa.

Così l’ungherese ha sfidato ancora una volta i dogmi e i precetti dell’Unione Europea, senza peli sulla lingua.

Ha infatti affermato che "La questione della pena di morte deve essere rimessa all'ordine del giorno", considerazione che dimostra ancora una volta quanto il primo ministro si stia sempre di più avvicinando alla sponda più estrema della destra, seguendo così le orme dell’antisemita e antidemocratico Jobbik.

Orban si è detto pronto a portare avanti la questione della pena di morte, a seguito delle dichiarazioni durante le quali spiegava che il sistema penale ungherese, in sua opinione, rimane troppo permissivo e non abbastanza duro.

Il capro espiatorio è stato un omicidio di un commerciante innocente a seguito di una rapina a Kaposvar.

Da sottolineare è però che il codice che Orban definisce come non abbastanza punitivo, viene ritenuto dall’Unione Europea come uno dei più duri. La pena dell’ergastolo non è infatti riducibile.

Come con lui Putin e Erdogan, due suoi partners importanti, sfida ogni giorno di più l’Unione Europea, andando contro corrente e ribellandosi a numerose imposizioni.

Tuttavia l’Ungheria in qualità di stato membro, continua ad usufruire dei fondi europei, del mercato comune e di tutti i vantaggi che l’Unione Europea offre.

Essendo però Orban sempre più determinato ad allontanarsi progressivamente dall’unione, cerca di correre ai ripari anche dal punto di vista energetico: da tempo l’Ungheria cerca di assicurarsi buone relazioni con chiunque possa esserle utile.

In questo periodo di crisi politica e diplomatica tra l’Unione Europea e la Federazione Russa, l’Ungheria cerca di schierarsi il meno possibile.

Per non dimenticare le relazioni con la Turchia, importantissime.

 

L’Ungheria si trova infatti al centro degli scambi energetici e anche grazie alla sua posizione geografica diventa sempre di più un ponte tra i due litiganti. 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/05/2015