Il genocidio dimenticato : gli armeni di 100 anni fa.

Oggi, 100 anni fa, migliaia di armeni venivano uccisi su ordine dell'Impero Ottomano.

Ci sono cose che noi, Europei dell'ovest, ignoriamo, convinti di essere al centro del mondo, come fossimo rimasti nel XIXesimo secolo.

Quanti conoscono il genocidio armeno?Quanti ne ricordano le date?

100 anni fa, oggi, tutto ha inizio.

100 anni fa, nessuno viene risparmiato: donne, bambini, anziani - tutti violentati, massacrati, brutalmente uccisi.

Il 24 aprile 1915, la normativa 3052 viene firmata dal Ministro degli Interni dell’Impero Ottomano. La prima notte, 300 intellettuali armeni vengono uccisi.

Il massacro dura fino al luglio 1916, quando il numero degli uccisi arriva a 1 milione e 500 mila persone.

Le atrocità rimangono talmente immonde che nessuno poteva crederci e pochi riescono a crederci oggi, e che raccontarle resta difficile e doloroso, anche a distanza di 100 anni.

Coloro che invece non si pongono il problema, sono propri gli ottomani, mandanti e esecutori dello sterminio.

La Turchia, nonostante ripetuti incoraggiamenti da parte della comunità internazionale, tutt’oggi stenta a parlarne e lungi dal governo turco aprire i dossiers relativi. Nessun riconoscimento del genocidio: anche per questo la loro candidatura per l’entrata nell’Unione Europea rimane da 50 anni inascoltata o comunque rifiutata.

Poche settimane fa, anche il Papa ha voluto mettere pressione agli eredi dell’Impero Ottomano, qualificando il massacro degli armeni con il nome di genocidio, presa di posizione che la comunità e la Chiesa turca non ha particolarmente apprezzato.

Inizialmente, l’obiettivo dei turchi e dei kurdi era quello di sterminare completamente la popolazione armena: se avessimo studiato la Storia non dovremmo quindi stupirci del genocidio avvenuto tra il 40 e il 45; la Shoah è stata proprio pensata da Hitler anche in seguito agli orrori commessi dall’Impero Ottomano contro gli armeni.

Ma i turchi non sono i soli a non appronfondire l’argomento.

In Europa, infatti, sebbene se ne parli, non si insiste abbastanza su questo genocidio.

Ma quante altre tragedie i nostri libri di Storia ignorano? Quante altre tragedie la scuola "all'europea" non insegna ai futuri cittadini comunitari?

Non si parla delle “carestie provocate” sotto Stalin, dell’Ucraina, non si parla dei Gulag e dei massacri di classi sociali come Kulaki e Cosacchi e di popolazioni intere come Ceceni, Ingush, Calmuk, Balkar, Karatchis, e Tatari di Crimea, e non si parla neanche di tutte le minoranze presenti negli anni 30/40 in Russia. Eppure i morti sono decine di milioni, e i numeri non sono ancora definitivi.

C’è una parte della Storia che viene dimenticata, come numerosi eventi che succedono oggigiorno nel mondo e che nessuno considera come degni di un articolo o di un’emissione televisiva dedicata.

Si parla spesso di un “muro della memoria”, all’interno dell’Europa. L’est e l’ovest non riconciliate su come e cosa ricordare.Ma questo fa parte del naturale corso della Storia.

E anche se, forse, ricordare diversamente e cose diverse potrebbe rivelarsi quasi un impedimento per la costruzione di un cammino comune verso una maggiore integrazione europea, non possiamo fare a meno di ricordare. Ma dovremmo impegnarci a ricordare tutti e sempre.

"Il primo atto di un genocidio è la demonizzazione di un popolo, l'ultimo atto è la sua negazione" - Elie Wiesel.

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Articolo pubblicato il 24/04/2015