La Grecia e l'Europa dopo il voto
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La vittoria di Syriza con Tsipras mette in discussione gli accordi europei

Mercoledì 31 dicembre, giorno di buoni propositi per iniziare al meglio l’anno nuovo, è stata una giornata che ha creato instabilità nel panorama internazionale – per non parlare in Grecia. Il parlamento greco ha infatti salutato il 2014 con l’annuncio della propria dissoluzione, fissando le elezioni legislative anticipate al 25 gennaio.

I sondaggi davano la sinistra radicale e il capogruppo Alexis Tsipras, che quest’anno si è visto protagonista nel panorama europeo con la sua posizione di capogruppo di “Un’altra Europa” alle parlamentari europee di maggio, già come favorita e probabile vincitrice.

E cosi è infatti stato, le elezioni hanno dato un riscontro decisamente positivo per la Syriza, la coalizione d’estrema sinistra cosìdetta “anti-austerità”. La coalizione ha avuto particolare successo tra gli elettori sotto i 65 anni e tra i disoccupati.

Degna di nota è la drastica duplicazione dei voti ricevuti rispetto alle elezioni del 2012, che hanno così permesso alla sinistra greca di vincere senza particolari problemi, come già avevano previsto prima del verdetto.

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Viene infatti da chiedersi il perché di questo attaccamento particolare del popolo greco a Tsipras, e una delle plausibili risposte la si può trovare facilmente nella parola d’ordine della coalizione : anti-austerità.

Il capogruppo non è più disposto a vedere il proprio paese sull’orlo del baratro e così neanche i suoi concittadini, che come tutti i periodi di crisi non pensano al futuro ma all’immediata sopravvivenza.

Alexis Tsipras ha infatti dichiarato di voler richiedere all’Unione Europea uno “sconto” sul debito e la rinegoziazione delle misure di austerità decise dalla troika. Vuole quindi ampliare il proprio campo di manovra e allentare la presa per poter far ripatire l’economia greca e uscire da questo tunnel ormai fin troppo lungo.

Non sarebbe tuttavia appropriato considerare l’uscita dall’Euro come una priorità del capogruppo, che è ben cosciente delle problematiche che ciò potrebbe portare.

Nonostante tutto , il cancelliera di Stato Angela Merkel ha voluto mettere le mani avanti e ha così dichiarato , i primi giorni di gennaio, che un’uscita dall’Eurozona della Grecia sarebbe di fatto possibile, a differenza di quanto affermato nel 2012, momento in cui tutti gli altri paesi sarebbero stati contagiati dall’uscita di un membro.

Se è pur vero che la Grecia potrebbe in via ipotetica abbandonare l’Euro, la richiesta dal resto dell’Eurozona è forte e chiara, ed è per il bene di tutti: che Atene continui la politica di riforme.

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Articolo pubblicato il 29/01/2015