Forza Italia al Lingotto, le proposte di Pichetto per il Piemonte

Civico20 ha seguito l'apertura ufficiale della campagna elettorale di Forza Italia

Via Nizza, Torino, Lingotto, Sala dei 500. E’ la location scelta da Forza Italia per dare avvio ufficiale alla campagna elettorale per le elezioni europee e regionali del prossimo 25 Maggio.

Appuntamento per le 18:30. Arriviamo con qualche minuto d’anticipo e troviamo un gruppo di persone in giacca e cravatta che fumano e parlottano davanti all’ingresso della sala.

Riconosciamo da subito Enrico Toti, consigliere politico di Berlusconi e attuale plenipotenziario di Forza Italia come diretta emanazione del Capo. Pochi secondi dopo si presenta anche Licia Ronzulli, europarlamentare azzurra passata alle cronache per aver portato la figlioletta di pochi mesi alle sedute del parlamento europeo.

Ci spostiamo dentro la sala e troviamo una situazione di caos perfettamente organizzato. Le prime file con i posti riservati, le bandiere di Forza Italia posizionate in maniera strategica, pronte allo sventolìo, una accanto a ogni sedile, ritte come antenne. Gli steward e i membri dello staff corrono da una parte all’altra scansando i presenti e discutendo tra loro al telefono.

La star della serata, eccezion fatta per Berlusconi in collegamento video, è Gilberto Pichetto, candidato forzista alle prossime elezioni regionali.

Lo staff discute proprio del suo arrivo che, previsto per le 18:30, avviene intorno alle 19.

Suo il primo intervento. Sale sul palco accompagnato da applausi, sbandieramenti e standing ovation. Saluta e ringrazia i presenti. Da Enrico Toti e i vertici forzisti presenti agli alleati della Lega Nord la cui presenza è capitanata da Roberto Cota, governatore uscente della regione.

Subito entra nel vivo della campagna elettorale. Attacca il Nuovo Centrodestra di Alfano “Percentuali da prefisso telefonico”. Sostiene che gli elettori dovranno scegliere fra il centrodestra e il centrosinistra, riproponendo il mantra del bipolarismo, forse inconsapevole della tripartizione del panorama politico presente.

Forza Italia, sempre nelle parole di Pichetto, è la destra originale, NCD è solo una brutta copia.

Poi l’argomento diventano “i buchi della bresso”. Una serie di battute grevi sulla governatrice uscente Mercedes Bresso rea di aver lasciato il bilancio regionale in profondo rosso per un buco da 900 milioni nel comparto sanitario e di altri 700 milioni stanziati poco prima delle elezioni 2010. Questi sarebbero i “buchi della Bresso” che, tranquillizza Pichetto, “niente di personale, tutti abbiamo almeno due buchi”. Noi speriamo di non aver colto alcun riferimento, ma il pubblico applaude e ride divertito.

I buchi nel bilancio, afferma, sono stati ripianati dalla giunta Cota: “i conti sono a posto e ora non è più tempo di tagli”.

Poi partono le promesse elettorali.

Il discorso del candidato non è a braccio e si snoda su alcuni temi fondamentali per cui vengono presentate tre proposte, o promesse.

Imprese. Forza Italia propone di eliminare l’IRAP per le aziende almeno nei primi tre anni, azzerarla per i neo assunti e di ridurre drasticamente i costi dell’energia che non permettono alle aziende italiane e piemontesi di competere nel panorama internazionale.

Sanità. Riduzione delle liste di attesa, maggior raccordo tra medici di base e ospedalieri con la creazione di poliambulatori e il completamento dei nuovi ospedali, in primis le Città della Salute di Torino e di Novara.

Edilizia. Rafforzare l’edilizia sociale dando la priorità alle coppie giovani. Dare certezza del diritto affinché i privati si sentano sicuri nel dare in affitto le abitazioni di proprietà. Adeguare la politica urbanistica in un ottica di ristrutturazione e rivalutazione degli edifici esistenti piuttosto che costruirne di nuovi.

Energia. Si deve puntare su efficienza energetica e sostenibilità. Le risorse da investire nel settore si rendono disponibili grazie all’azione della giunta Cota che ha permesso il rientro del debito e quindi lo sblocco di nuove risorse.

Istruzione. Investimenti nell’edilizia scolastica, rafforzamento dell’istruzione professionale, informatizzazione dei processi scolastici e introduzione di nuove tecnologie, come per esempio i tablet per la scuola primaria.

Cultura. Rafforzamento delle reti museali e dei circuiti dell’arte. Il piemonte, ricorda Pichetto, è passato da una presenza di 500mila turisti nel 1995 agli oltre 15 milioni del 2012. Una presenza che ha contribuito per circa sei miliardi di euro agli introiti regionali. Per questo motivo, continua il candidato, è necessario occuparsi del trasporto pubblico e delle reti di comunicazione.

Non si sofferma sul discorso TAV, ma lo affronta con una frase che fa capire quale sia la posizione di Forza Italia in merito:” Noi non abbiamo alcun problema di coalizione. La TAV si fa.”

Conclude l’intervento accaparrandosi una facile standing ovation promettendo un suo impegno, coordinato con gli altri presidenti delle regioni italiane, per ottenere dei risultati nella vicenda dei marò. E il tema dei militari in India si presenta sempre più come la battaglia più sentite negli ambienti della destra italiana.

Pichetto passa poi la parola ad Enrico Toti per un breve intervento di introduzione al pezzo forte della serata, il saluto video di Silvio Berlusconi.

Punti salienti del suo breve discorso sono il rapporto tra Italia e Germania – Toti è capolista alle europee, non si intrattiene a parlare di regionali – “I tedeschi devono chiedere scusa all’Italia” sostiene il coordinatore. E poi: ”Forza Italia è un punto imprescindibile per creare un fronte di destra che si possa opporre all’attuale dominio della sinistra”.

Poi arriva Lui. Si abbassano le luci e le bandiere cominciano frenetiche a sventolare. I presenti si alzano, gli animi si scaldano, tutti sorridono e inneggiano al leader che si presenta in formato gigante proiettato sullo telone del palco.

Subito contro Renzi: “E’ un governo di sinistra non eletto dal popolo. Renzi non è stato neppure candidato alle elezioni del 2103”.

“La sua maggioranza” prosegue l’ex premier “ è composta da una compagine di parlamentari giudicati illegittimi dalla Corte Costituzionale” – che ha cassato il premio di maggioranza del porcellum, ndr – niente di nuovo, né di particolarmente coerente, dato che pochi minuti dopo Berlusconi attacca la stessa Corte “composta per i 2/3 da giudici di sinistra”.

Parla di Europa e delle strategie di Forza Italia per continuare ad avere un peso politico  nel futuro europarlamento: “il nostro obbiettivo è di mandare in Europa una compagine numerosa di eletti che possa indirizzare le scelte del PPE. Questo sarà, secondo i sondaggi, il partito principale al parlamento europeo e poterne indirizzare le scelte portando un gruppo numeroso di eletti di Forza Italia, ci permetterebbe di portare le nostre istanze per il bene di tutti i cittadini, italiani ed europei”.

Poi, sciorina una serie di dati contestabili.

Dal 2007 al 2013 gli Stati Uniti hanno visto una crescita del prodotto interno di circa il 6%. L’Unione Europea si è assestata su un preoccupante -3%, mentre l’Italia, più virtuosa del resto dell’eurozona, si è fermata ad un -1,8%. Nello stesso periodo la provincia di Torino ha visto un terribile -11%. Per Berlusconi è essenzialmente “colpa delle giunte e dei governi di sinistra”. Ma la verità impone di ricordare che i sei anni dal 2007 al 2013 hanno visto una metà precisa governata dal centrosinistra (Giunta Bresso fino al 2010) e l’altra metà governata dal centrodestra (Giunta Cota dal 2010 ad oggi). Il dato rimane insostenibile, ma le responsabilità non sono così nettamente attribuibili.

Il discorso di Berlusconi continua e si snoda sui soliti punti polemici che da vent’anni accompagnano i discorsi dell’ex Cavaliere.

La sinistra è il partito delle tasse. I giudici sono un’anomalia da correggere. La minaccia comunista è sempre al confine. Ma ora c’è anche un nuovo nemico da affrontare: Grillo.

E Berlusconi gli si scaglia contro con la sua solita verve e con le argomentazioni riciclate nell’ultimo ventennio.

“Definire Grillo inquietante” afferma Berlusconi “ è riduttivo”.

“Ci sono tanti esempi precedenti che ci mettono paura” prosegue. E quali sono questi esempi?

Primo fra tutti: ”Robespierre, autore di stragi e bagni di sangue. Ma anche Stalin, Lenin e Marx, autori di 120 milioni di morti nei guglag e sostenitori dell’ideologia più sanguinaria della storia”.

Grillo come i comunisti insomma.

E dopo gli attacchi agli avversari, tutti c ricondotti alla minaccia comunista, parla dei Club Forza Silvio – o, come li chiama lui, i “Clòb”, con pronuncia francesizzata – che “sono già 12000 e sono il modo migliore per fare si che Forza Italia diventi nuovamente una realtà radicata nel territorio in grado di portare voti a livello nazionale e cercare di rispondere alle esigenze di un popolo sofferente”.

Il discorso del leader si conclude con la rivendicazione delle riforme varate fino a questo momento e sulle proposte future.

“Negli ultimi nostri nove anni di governo abbiamo portato a casa più di quaranta riforme. Siamo stati il governo più proficuo dall’Unità d’Italia”.

Poi le riforme future, soprattutto Giustizia e sistema Istituzionale.

Lotta ai piccoli partiti e al bicameralismo perfetto reo di portare un meccanismo lento e complesso.

Riforma della Corte Costituzionale e del ruolo del Presidente della Repubblica che: “Deve essere eletto direttamente dal popolo”.

Cita in conclusione Erasmo da Rotterdam: “Le decisioni più sagge, le decisioni più giuste, la vera saggezza, non è quella che scaturisce dal ragionamento, non è quella che scaturisce dalla mente, ma è quella che scaturisce da una lungimirante, visionaria follia” prosegue “ noi siamo in grado di realizzare questa follia e lo faremo per noi e per i nostri figli. Viva l’Italia, viva il Piemonte e Forza Italia!”

Il pubblico, ovviamente, sembra impazzire di gioia. Le bandiere ondeggiano esaltate e pericolose fra le teste dei presenti.

Molti anziani, quasi tutti. Pochi giovani, soprattutto membri dello staff e un clima da seconda repubblica forzatamente allegra e gioviale.

L’attesa non è infatti così positiva. I volti tirati e i commenti che siamo riusciti a carpire dagli esponenti del partito non sono sempre positivi. Guardano ai sondaggi che vedono il partito in discesa e sono preoccupati dell’ascesa di Grillo e del consolidamento del potere di Renzi e del Partito Democratico.

L’appuntamento del 25 Maggio si avvicina e, raramente come in questa occasione, la sfida sarà alla ricerca dell’ultimo voto.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/05/2014