A Canna Libera !
foto di repertorio

Lo Stato come pusher?

Da sempre la nostra regione, quindi a maggior ragione il capoluogo Torino, hanno avuto nomea di luoghi grigi, non troppo interessanti. E’, invece, sorprendentemente normale sentire, negli ultimi tempi, frasi di sorpresa profferite da sorpresi turisti che ne parlano come di una città “bella, ordinata, e ricca di cose da vedere”.

Ma la vera sorpresa sta nel pronunciamento da parte del consiglio comunale – un ordine del giorno – sulla liberalizzazione della…marijuana.

Occorre mettere subito in chiaro che si tratta di un documento politico, non ha quindi forza giuridica, nel senso che non è una legge e quindi da domani non è comunque legale farsi trovare con un “cannone” fumante per le vie del centro, correndo dietro a inesistenti farfalle e intrattenendosi a declamare interi pezzi della Divina Commedia.

Si verrebbe comunque sempre additati come uno “fuori”, e sinceramente chi lo dicesse non avrebbe tutti i torti.

Ma la notizia vera, sta nell’aver , da parte di un organo così importante , avvertito l’esigenza di pronunciarsi su un tema così dibattuto. Attualmente anche il governo centrale, sembra che dovrà misurarsi su materie simili, cose che nel nostro Paese hanno sempre portato o a insabbiamenti precipitosi, o a precipitose sparizioni di eventuali disegni di legge.

Naturalmente anche per noi torinesi la materia con la quale andiamo a misurarci è molto difficile da affrontare e da dirimere.

Da un certo punto di vista si potrebbe cogliere un passo avanti, da parte delle nostre autorità politiche. Farebbe pensare ad una sorta di maturazione. Non perché si dice si o no all’uso libero della cannabis, ma perché si prende responsabilità di un grosso problema, e si cerca di affrontarlo, quindi ci si fa carico di una questione, comunque presente, e la si cerca di risolvere politicamente.

E questo per la nostra politica sarebbe già un grosso passo avanti.

Poi, giustamente, vi sono le diverse posizioni: chi è favorevole e chi no.

Completamente diversi gli scenari che vengono descritti dalle varie parti: scene in cui varie torme di persone vagherebbero “strafatte” ad ogni ora del giorno e della notte, la cui vita non andrebbe oltre che al continuo fumare, e perdersi in sogni obnubilanti, in un caso. All’opposto si potrebbe pensare che vista, permettetemi, l’inadeguatezza delle varie “forze”costituzionalmente concepite per contrastare lo spaccio e la micro delinquenza che a queste sostanze sono legate a filo doppio, sarebbe opportuno , anche per togliere una fetta di mercato alla criminalità, far si che la materia non potesse essere più di riferimento per il narcotraffico.

Ma qui, permettetemi, si potrebbe aprire un altro ragionamento: ma, allora, lo Stato diventa uno spacciatore? Lo Stato come pusher?

Altra questione – eticamente – difficile da affrontare. Una via d’uscita si potrebbe forse trovare nello studio scientifico ed etico della sostanza in questione: fa male? Porta assuefazione? Potrebbe, realmente, essere un grimaldello per scardinare il nostro sistema di vita?

O si sono fatti milioni di discorsi, inutili, su un qualche cosa che non si conosce poi così bene?

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/01/2014