Artisti : portatori di un nuovo linguaggio per un nuovo millennio

Arte a trecentosessanta gradi all’Hotel Ambasciatori a Torino

 Arte a trecentosessanta gradi, quella offerta, durante la serata organizzata dall’Associazione culturale “Borgo Dora - i residenti di Torino”, venerdì 8 novembre presso l’Hotel Ambasciatori a Torino.

Due gli artisti in grado di suggerire linguaggi e percorsi completamente diversi tra di loro, ma che puntano decisamente a portare alla nascita di una “sensazione” in chi si avvicina alle loro opere.

Marcello Corazzini, pisano di nascita e torinese di adozione, da sempre scultore e pittore, può vantare opere esposte in musei pubblici e privati. Vive l’arte come un “lavoro di passione”.

“Ho sempre pensato di occuparmi di arte”- spiega lo scultore - “ la vivo, la seguo come un sentiero, mi aiuta a pensare. Nell’arte trovo qualche cosa di vero, rispetto al non vero che ci circonda. E’ un’ancora in questa epoca di finta informazione”.

E proprio un qualche cosa di solido, ma allo stesso tempo leggero, esprimono le sue sculture.

Non a caso Marcello Corazzini, usa materiali pesanti come ferro e marmo, ma combinati in modo tale da suggerire una sensazione di sospensione.

Marmi, pietra, cemento, ferro satinato, vengono utilizzati in modo da mostrare un sentiero di ricerca. Si parte da un punto fisso ben delimitato, “le fondamenta devono essere solide” – come ricorda l’artista – “ma la ricerca deve potersi innalzare, si deve poter muovere seguendo le strade che la stessa opera, nel suo mutamento, suggerisce”. In questo modo forme geometriche, insiemi di materiali pesanti, suggeriscono spazialità che sarebbe stato difficile immaginare.

Tutto ciò non può, ad un certo punto, che portare anche al profondo dell’artista: ”L’idea della mia scultura – precisa Corazzini – è rappresentare l’intimo senza fronzoli, senza mai dimenticare che le cose più semplici, o che almeno così paiono, sono le più difficili da realizzare”.

Diverso il linguaggio scelto da Fernando Leschiera, per comunicare le proprie sensazioni al pubblico.

Pittore Cosmico Astrale, interessato all’astrologia e alla ufologia, interpreta le sue opere come un messaggio in grado di poter mettere in contatto dimensioni che, forse, avrebbero una qualche difficoltà a comunicare.

Appassionato di stelle e di mondi lontani, i suoi soggetti portano il pubblico a contatto con immagini astrali, supernova, lune e satelliti. “Dipingo quello che vedo mentalmente - spiega l’artista – davanti a me non ho una tela bianca, proietto sulla tela ciò che vedo interiormente, sono messaggi che devo rendere leggibili, per poter dare loro significato. L’umanità deve capire che non siamo soli nell’universo”.

Il pittore utilizza una tecnica particolare, infatti le sue opere non vengono solo lavorate con colori acrilici, ma anche con sostanze e paste che rendono i quadri fosforescenti al buio.

L’idea principale dell’artista è quella di riuscire a trasmettere “una diretta corrispondenza tra quello che il quadro dice e quello che, semanticamente,  l’individuo riceve”.

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/11/2013