Quale futuro con l'Inceneritore del Gerbido?

Numerosi i cittadini riunitesi poche sere fa a Rivoli per parlarne assieme

Poche sere fa, presso il Comune di Rivoli, si è riunito un consiglio comunale straordinario. Al consiglio, riunitosi per discutere della "questione" Inceneritore del Gerbido, i numerosi cittadini presenti hanno espresso chiaramente la loro contrarietà riguardo la messa in funzione dell'inceneritore. Anche tutti i gruppi consiliari, se pure con tematiche e motivazioni diverse, hanno espresso la loro pressoché totale contrarietà all'attivazione dell'inceneritore; ma, come si è ripetuto più volte durante il consiglio, si teme che ormai sia troppo tardi.
Il Sindaco di Rivoli Dessì, nel discorso di apertura del consiglio comunale, ha riassunto così la posizione della giunta nei confronti dell'inceneritore: "Confermiamo il nostro impegno su alcune azioni concrete, tra cui: contrastare progetti di potenziamento della capacità di lavorazione dell'impianto di termovalorizzazione; cercare di ricollocare, attraverso un'azione congiunta, la Servizi Industriali; impedire che il trattamento delle scorie e delle ceneri residue vengano trattate nell'attuale sito della Servizi Industriali; opporsi al conferimento di rifiuti provenienti da territori al di fuori della provincia di Torino; infine, partecipare alle attività del Comitato di controllo, il quale dovrà dare massima diffusione alle informazioni sullo stato di salute della popolazione e dei livelli di emissione registrati, ciò per avere l'assoluta certezza che in caso di superamento delle soglie di emissione si verifichi il blocco automatico dell'impianto".
Dopo gli interventi della giunta comunale, hanno preso la parola i cittadini, i quali hanno potuto parlare liberamente. Le persone che si sono susseguite nel parlare hanno detto perché, secondo loro, l'inceneritore non dovrebbe entrare in funzione. Numerose sono state le motivazioni espresse dalla presidente del Comitato di controllo Faienza: "L'attività di biomonitoraggio sulla salute doveva partire un anno fa ma, ad oggi, siamo ancora a un nulla di fatto. La società Trm doveva restare pubblica e, invece, è stata venduta a privati. Insomma, a che cosa serve prendere degli impegni a livello istituzionale se poi nessuno li rispetta? E ancora, secondo le promesse fatte inizialmente, con l'inceneritore le discariche sarebbero dovute scomparire, con conseguente riduzione della tariffa rifiuti. Questo non è, perché se prima si spendeva circa 90 € ogni tonnellata di rifiuti smaltita in discarica, adesso costerà almeno 110 €".
Al di fuori dell'aula consiliare c'era anche un banchetto del Comitato No Inceneritore presieduto da un paio di attivisti, con i quali ci siamo fermati a parlare un po'. "Siamo cittadini prima di tutto e non siamo legati ad alcun partito politico - dice uno di loro - e vogliamo far capire che l'inceneritore a Torino non serve, perché ci sono problemi già dimostrati di inquinamento e di natura economica. Ci sono alternative che costano molto meno e hanno un'impatto minore sull'ambiente". A questo punto, gli esponenti del Comitato hanno tenuto a sottolineare come loro siano "contrari a qualsiasi forma di smaltimento rifiuti che preveda la combustione, in quanto contrari al concetto stesso di incenerimento, perché è il modo migliore di sprecare risorse, specie in questo momento in cui la terra non ne ha assolutamente bisogno". Infine, è stato ricordato anche come "sia necessario agire prima che sia troppo tardi", anche se, come ci ha fatto sapere di recente il Comitato No Inceneritore, l'impianto è già entrato in funzione. Questo senza che nessuno sapesse nulla, neanche il Comitato di controllo. A questo punto, la domanda sorge spontanea: cosa hanno di così pericoloso da nascondere?

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Articolo pubblicato il 29/04/2013