Ancora furti negli orti urbani di Strada Arrivore

Baracche devastate e centinaia di utensili rubati. I coltivatori: "Nessuno ci sta dando una mano"

 

Non è la prima volta che succede. Non è la prima volta che le baracche dei pensionati che coltivano gli orti urbani di Strada Arrivore vengono distrutte, e gli utensili al loro interno rubati. Eppure, nonostante tutto, le istituzioni locali si mostrano sorde al grido di protesta che si alza sempre più alto.

Da anni ormai va avanti questa intollerabile situazione, ma, nonostante i coltivatori degli orti abbiano più volte avvisato sia la Circoscrizione Sei che le Forze dell'Ordine, per il momento nulla continua ad essere fatto per tutelare chi, mettendoci anche il proprio impegno, rende la città un po' più verde.

Anche se mai nessuno è stato colto sul fatto, i cittadini della zona sembrano sapere bene chi sono in realtà gli artefici di questi furti. Sono molti, infatti, gli zingari che vivono (se pure in condizioni igenico-sanitarie disastrose) nei dintorni del parco di Strada Arrivore, dove sono presenti gli orti urbani.

Ma c'è una cosa che fa arrabbiare più di qualsiasi altra cosa: sapere che il Sindaco della Città di Torino Piero Fassino, invece di tutelare almeno gli orti di quei pensionati che hanno lavorato tutta una vita, regala ben 5 milioni di euro a chi va a distruggere le loro baracche e rubare i loro utensili.

Non poche cose sono state rubate dalle baracche dei coltivatori: prima di tutto gli attrezzi del mestiere, come zappe, vanghe e pale, ma anche parecchia legna, delle carriole, dei bottiglioni di vino e alcune biciclette. Senza contare i danni alle capanne e alle inferriate, che sono state rotte.

Fra i pensionati degli orti urbani serpeggia ormai un forte malcontento. Cos'altro deve succedere prima che le istituzioni prendano seriamente in considerazione la loro situazione? Il fatto di cui parliamo risale a poche notti fa, ma è ormai da troppi anni che questa situazione va avanti.

Il nostro giornale continuerà a seguire con grande attenzione questa vicenda, nella speranza che chi di dovere si attivi affinché cose del genere mai più possano accadere.

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Articolo pubblicato il 19/04/2013