La Galup non sarà più proprietà della famiglia Ferrua

E' la fine della pasticceria o l'inizio di un nuovo corso?

Quasi cento anni dopo l'invenzione del panettone con la glassa da parte di Pietro Ferrua, le cugine Fausta e Regina, entrambe nipoti del nonno Pietro, pare che abbiano ceduto a tutti gli effetti la storica azienda dolciaria piemontese.
Dunque, l'ormai famosa firma della pasticceria "Ferrua", verrà sostituita con quella dei quattro imprenditori che pochi giorni fa hanno di fatto sottoscritto l'impegno di acquisto della Galup Srl, con tanto di debiti e crediti. Inoltre, sempre in settimana, l'acquisto è stato formalizzato davanti al notaio.
Pare dunque che la Galup sia definitivamente passata di mano. Ma chi sono coloro che sostituiranno la famiglia Ferrua nella produzione del classico panettone basso ricoperto con la glassa alle nocciole?
E' ormai da parecchio tempo che lo si sta cercando di capire, ma solo la settimana scorsa sono stati ufficializzati gli acquirenti, presentandosi così tra gli affezionati della pasticceria Galup.
I nomi degli imprenditori sono in realtà già noti, anche se non in campo dolciario, e corrispondono a Giovanni Tonno, 47 anni, della Fomt di Grugliasco; Pietro Drago dell'agenzia Comunicare di Orbassano; e, infine, Paolo Covelli e Valter Mario Rabaioli della Foam di Rivoli, rispettivamente 41 e 63 anni.
E' evidente come le parti, i Ferrua e gli acquirenti, abbiano di comune accordo scelto di chiudere il più in fretta possibile le trattative per evitare il rischio di una dichiarazione di fallimento, una prospettiva non poi così lontana dalla realtà delle cose.
Rimane però da chiarire ancora una questione. La Procura, in particolare il procuratore di Pinerolo Ciro Santoriello, vuole capire se ci sia una reale volontà da parte degli acquirenti a continuare l'attività e salvaguardare i posti di lavoro legati alla pasticceria, per capire così fino in fondo le strategie dei protagonisti della trattativa.
Il nostro giornale continuerà a seguire con assidua attenzione questa vicenda, ben consci del fatto che se la Galup dovesse chiudere definitivamente, non solo scomparirebbe per sempre un pezzo importante della cultura industriale dolciaria che caratterizza in nostro Piemonte, ma sarebbero a rischio molti posti di lavoro.

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Articolo pubblicato il 28/01/2013