Ricordando il Signor G

A dieci anni dalla scomparsa, Giorgio Gaber rivive attraverso le sue lungimiranti canzoni

Anche il nostro giornale si unisce a tutti coloro che all'indomani del decennale della scomparsa di Giorgio Gaber, uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, intendono porgli omaggio, ricordandolo con affetto.
A tal proposito, lunedì sera c'è stata una puntata speciale di Che tempo che fa su Rai Tre dedicata interamente al Signor G, alla quale hanno partecipato numerosi cantanti e artisti di grande fama, accomunati dalla stessa passione per Giorgio Gaber e la sua musica. Da Patti Smith a Rocco Papaleo, da Paolo Jannacci a Enzo Iacchetti, da Enrico Ruggeri a Samuele Bersani, e ancora Luca e Paolo, Roberto Vecchioni, Neri Marcorè, Emma, Paolo Rossi e tanti altri ancora.
Nomi non da poco insomma, che hanno voluto rendere omaggio tutti insieme a quello che è stato uno dei loro grandi maestri: Giorgio Gaber.
Il loro ruolo è stato ed è tuttora quello di mantenere viva la memoria di Giorgio Gaber e l'eredità che ci ha lasciato in dote attraverso il suo lavoro e le sue canzoni.
Eredità non da poco quella del Signor G, che la Fondazione Giorgio Gaber, presieduta dalla figlia Dalia e da Sandro Luporini, storico amico e coautore di Gaber, promuove con efficacia e perseveranza soprattutto fra i più giovani, i quali sembrano apprezzare sempre più quella che è stata la sua arte e la sua musica.
Giusto lo scorso novembre, la Fondazione Giorgio Gaber ha organizzato un grande concerto-evento in sua memoria dal titolo "Per Gaber ...io ci sono", al quale hanno partecipato ben 50 personalità del mondo dello spettacolo fra artisti, musicisti e cantanti, dal quale è stato tratto un triplo CD uscito da qualche settimana.
Chi ha visto Giorgio Gaber dal vivo, magari in uno dei suoi bellissimi spettacoli teatrali, dice però che non ci potrà mai più essere un'altro artista come lui, ma la maggioranza delle persone pensa che sia giusto che il suo lavoro venga non solo preservato, ma valorizzato e divulgato alle nuove generazioni.
Molte delle sue canzoni, pur essendo state scritte ormai molti anni fa, sono tuttora di strettissima attualità. Anche per questo motivo la musica di Gaber trova "terreno fertile" fra i più giovani.
Ma Giorgio Gaber è stato molto di più di un semplice cantante, è stato uno dei capostipiti del teatro canzone e, come dice la figlia Dalia, il suo è un patrimonio culturale che scuote le coscienze.
Proprio Dalia, in una recente intervista, afferma: "Non si capisce quanto lui fosse in anticipo sui tempi, precursore della realtà oppure se è la nostra realtà a non essere poi tanto cambiata. Alcuni testi come Destra sinistra, Le elezioni o Il dilemma sembrano scritti appena ieri. Quindi non si sa se il limite è la nostra crescita o la sua impressionante intelligenza predittiva".
Sempre a proposito del legame fra Giorgio Gaber e le giovani generazioni, Dalia dice: "Riceviamo molte lettere da parte di studenti delle scuole superiori per i quali organizziamo lezioni-spettacolo. Arrivano contenti di saltare qualche ora di scuola e poi vanno via con un bagaglio di emozioni testimoniato proprio dalle lettere ricevute".
Una vita, quella di Giorgio Gaber, vissuta controcorrente. Forse è anche per questo che piace a tanti giovani ormai nauseati dalla stupidità dei talent show musicali.
Ottenne i primi successi con l'amico Enzo Jannacci; di seguito, riuscì a debuttare come solista soprattutto grazie alla televisione, che, durante gli anni '60, gli dava largo spazio. Memorabili sono gli anni in cui faceva spesso coppia con Mina, dando così vita a degli spettacoli e a dei duetti che ancora oggi vengono riproposti come esempio di buona televisione.
Ma sono gli anni '70 quelli che segnano la vera svolta della sua vita artistica. Nel 1970, infatti, Gaber decise di lasciare la televisione, che sentiva ormai come una limitazione nei confronti della sua musica e del suo modo di fare, dedicandosi anima e corpo al teatro (o, per meglio dire, al teatro canzone).
Così facendo rinunciò ad un potenziale di pubblico enorme, ma fu proprio in quegli anni, gli anni del teatro canzone, che Gaber diede il meglio di sé scrivendo le sue più belle canzoni.
Continuò a fare teatro fino alla prima metà degli anni '90; successivamente, si dedicò pressoché interamente alla musica, con qualche rara apparizione in televisione.
Nel 2001, durante la sua ultima apparizione in televisione nel programma del vecchio amico Adriano Celentano, Giorgio Gaber fu seguito da 12 milioni di spettatori in un colpo solo. Fatalmente, la prima canzone da lui incisa, Ciao, è stata anche l'ultima che ha cantato in televisione insieme ad Adriano Celentano.
Ma ce n'è un'altra di canzone che più di tutte rappresenta il suo testamento artistico: Non insegnate ai bambini, racchiusa nel suo ultimo album, Io non mi sento italiano, pubblicato postumo.
A lui va il nostro ricordo, a Giorgio Gaber, uno degli ultimi liberi pensatori e veri artisti di questo Paese.

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Articolo pubblicato il 23/01/2013