La lunga strada verso l'indipendenza

L'evoluzione del processo di autodeterminazione catalano dalle elezioni ad oggi

Come spesso accade nel nostro Paese, numerose notizie estere di avvenimenti molto importanti e significativi passano in sordina senza che nessuno se ne accorga.
Perché? E' ovvio, per il semplice fatto di essere ritenute scomode dai più.
Ad esempio, una delle tante notizie estere oscurate dai nostri mezzi di comunicazione (ad eccezione di qualche caso isolato) è stata quella relativa all'interessante risultato elettorale delle ultime elezioni regionali in Catalogna, e da tutto ciò che da allora in poi ne è conseguito.
Una notizia non solo importante, ma decisiva per il futuro di tutta l'Europa, in quanto potrebbe dar luogo ad un vero e proprio "effetto domino", in parte già iniziato.
Le uniche notizie che sono trapelate a fatica dai nostri mezzi di comunicazione (e certamente non di informazione) hanno volutamente raccontato l'avvenimento in maniera del tutto distorta.
Per Artur Mas, Governatore della Catalogna e leader della Convergència i Uniò (partito autonomista di centro-destra), queste dovevano essere le elezioni della svolta. Le elezioni in cui si lasciavano da parte i vecchi schieramenti destra-sinistra per far valere il diritto naturale e inalienabile della Catalogna all'autodeterminazione.
Per questo aveva anticipato le elezioni, proprio per sondare il terreno in vista di un possibile futuro referendum sull'indipendenza della Catalogna.
Ovviamente le reazioni non sono tardate ad arrivare. Nonostante lo scorso 11 settembre, festa nazionale della Catalogna, un milione e mezzo di catalani scesero in piazza per chiedere pacificamente l'indipendenza da Madrid, il Vice-presidente del Parlamento Europeo Alejo Vidal Quadras, si è spinto fino a chiedere l'intervento armato della Guardia Civil contro i manifestanti. Gli sono arrivate, nel giro di tre giorni, la bellezza di 40.000 lettere di protesta!
Comunque, le elezioni regionali, nel suo complesso, hanno sancito la vittoria schiacciante dei partiti autonomisti e indipendentisti, sia di destra che di sinistra. La maggioranza assoluta degli eletti al Parlamento Autonomo Catalano oggi è infatti indipendentista.
Ciò che ha dato la possibilità ai media internazionali di camuffare la realtà e di parlare di "tramonto del sogno indipendentista catalano" è stata una perdita di consensi per Artur Mas e il suo partito, che ha perso 12 seggi in Parlamento, passando da 62 a 50. Neanche una grande sconfitta, soprattutto se pensiamo che Esquerra Republicana de Catalunya (partito di sinistra ancor più radicale nella propria richiesta di autodeterminazione) ha raddoppiato i suoi, passando da 10 a 21.
In più, se si contano anche i seggi conquistati da due gruppi minori, i partiti autonomisti e indipendentisti catalani battono i partiti centralisti di Madrid 87 a 48.
Sareste capaci di dire che 48 è maggiore di 87? Voi no, ma certa stampa purtroppo sì, e così le elezioni regionali catalane sono state descritte come una sconfitta degli indipendentisti. Pura disinformazione.
E' evidente però che la scelta annunciata da Artur Mas di aprire un tavolo di trattative con Madrid qualora avessero vinto gli autonomisti non ha convinto del tutto i catalani, molti dei quali hanno preferito dare il proprio voto ai "duri e puri" di Esquerra Republicana, capitanati da Oriol Junqueras, che si preparano alla grande battaglia negando qualsiasi tipo di accordo con il Governo centrale.
Ma c'è di più. Se c'era chi inizialmente temeva (o sperava) che i due principali leader catalani, Artur Mas e Oriol Junqueras, non riuscissero a trovare un accordo sul possibile futuro referendum sull'indipendenza della Catalogna, si dovrà ricredere.
E' di pochi giorni fa, infatti, la notizia che Artur Mas e Oriol Junqueras sono riusciti a "trovare la quadra" e a convincere i propri uomini a correre fianco a fianco verso la libertà, organizzando insieme un referendum indipendentista entro e non oltre il 2014.
Proprio ieri, venerdì 11 gennaio, i due principali partiti catalani hanno difatti redatto il testo della Dichiarazione di Sovranità della "Regione", nel quale si esprime la volontà di esercitare il diritto all'autodeterminazione e all'autogoverno, per fare in modo che la Catalogna diventi il nuovo Stato dell'Unione Europea.
Il documento, di tre pagine, sarà sottoposto all'approvazione del Parlamento Autonomo nella seduta del 23 gennaio. Tutto il mondo attende con ansia la decisione del Parlamento Catalano.
Nel frattempo, una cosa è certa. Il 2014 non sarà un anno come tutti gli altri. Sarà l'anno del referendum sull'indipendenza oltre che per la Catalogna anche per la Scozia, e altri popoli in Europa stanno seguendo il loro esempio, organizzandosi in tal senso.
Per quel che riguarda la Catalogna, intanto, quello di Artur Mas e Oriol Junqueras è stato senza dubbio un bellissimo esempio di come il bene comune e la speranza in un futuro migliore possano prevalere di gran lunga sulle differenze ideologiche.

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Articolo pubblicato il 12/01/2013