Beinasco non sta mai ferma, anche se a volte sarebbe meglio!

Presentato in tempi record un piano di riqualificazione urbana da circa 20 milioni di euro

Torino non sta mai ferma. Questo era lo slogan che campeggiava su tutti i manifesti della nostra città durante le Olimpiadi del 2006. Ebbene, pare che la voglia di non stare mai fermi si stia espandendo (nel bene e nel male) anche nella cintura e nella provincia di Torino, contagiandola. A Beinasco, ad esempio, è in corso un progetto di riqualificazione urbana dal costo di oltre 19 milioni di euro, che durerà degli anni.
Se si legge "Beinasco Notizie", il periodico del Comune di Beinasco, pare che i cittadini non aspettassero altro di essere inondati di lavori pubblici, ma in realtà sono diverse le persone che nutrono numerosi dubbi sulla validità e sulla buona riuscita di un'operazione così ampia e complessa.
Ciò che stupisce è soprattutto il tempo con cui è stato presentato questo progetto. In tempi record, dalla sera alla mattina.
La domanda sorge spontanea: siamo sicuri che un Comune come Beinasco, la cui Amministrazione ha sempre avuto gravi problemi di deficit, riesca ad ottenere i soldi necessari per portare a termine un piano di riqualificazione urbana di questa portata?
La Giunta e il Sindaco si limitano intanto a sperare in un cospicuo finanziamento, ma se così tanti lavori dovessero iniziare per poi rimanere incompiuti, la tensione e il malcontento fra i cittadini non potrà che aumentare. In molti ormai incominciano a pensare che il Comune spenda laddove non se lo possa permettere.
Il progetto in questione, comunque, riguarda in particolar modo Borgaretto, la più popolata tra le frazioni di Beinasco (in quanto risiedono il 40% degli abitanti), e consiste soprattutto nella riqualificazione delle case popolari della zona.
Il progetto prevede inoltre la costruzione di un nuovo edificio residenziale dal costo di milioni di euro nei pressi della pista da cross di Borgaretto dove verranno temporaneamente trasferiti gli inquilini.
Ci si chiede a questo punto se il Comune abbia chiesto almeno un parere ai residenti dei fabbricati. Anche perché non è normale che vengano fatti sgomberare, costretti ad emigrare come degli sfollati, per una cosa (la ristrutturazione e la messa in sicurezza della propria abitazione) che dovrebbe essere scontata in un paese moderno e al passo coi tempi, situandoli obbligatoriamente nei pressi di una pista da cross dove, molto probabilmente, moto e motorini di ragazzi più o meno educati faranno un gran chiasso dalla mattina alla sera.
Infine, la ciliegina sulla torta: stando alle ultime notizie, per completare l'intervento saranno necessari circa dieci anni!
Ora, mettiamoci nei loro panni. Chissà quanto sarà bello vivere per dieci anni in mezzo ai cantieri in una casa che non è neanche la propria...

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Articolo pubblicato il 18/12/2012