L'Euroregione alpina traccia la strada per una nuova Europa

Molti politici, economisti, ed amministratori locali del Nord, sia di centro-destra che di centro-sinistra, hanno accolto con grande entusiasmo l'idea

In un periodo in cui in Europa sembrano governare solo le banche, c'è ancora chi si batte contro tutto e tutti per un'Europa democratica basata sui popoli.
 
In tutta Europa, infatti, stanno crescendo sempre più i popoli e le comunità (riconosciute e non) che decidono di combattere in maniera democratica e pacifica contro i propri Stati nazionali, che sentono ormai come una limitazione, in quanto completamente in soggezione di fronte ad un'Europa basata sulle banche, di cui Mario Monti è un illustre rappresentante.
 
Alcune regioni, ad esempio, come la Scozia e la Catalogna, stanno lottando per la propria indipendenza, in questo periodo più che nel recente passato, rispettivamente dal Regno Unito e dalla Spagna. Non per chiudersi al loro interno, ma per dare vita ad un'Europa completamente nuova, democratica e federale, basata sulle regioni e sui popoli, un po' come voleva Carlo Cattaneo.
 
Un altro modo per dar vita alla tanto sognata quanto temuta Europa dei popoli è l'istituzione delle cosiddette Euroregioni, realtà transfrontaliere composte da territori omogenei che vanno aldilà dei confini imposti dagli Stati nazionali.
 
Questo è il caso dell'Italia, specie di quella del Nord, dove si sta avvicinando con grande rapidità la possibilità di realizzare l'Euroregione alpina.
 
Lo scorso 29 giugno, infatti, è stato firmato un documento di intenti a San Gallo, in Svizzera, fra i governatori delle regioni dell'arco alpino a cavallo fra Austria, Germania, Francia, Italia, Slovenia e Svizzera.
 
Come si può vedere dalla cartina, le regioni appartenenti all'Italia che entrerebbero a far parte dell'Euroregione sarebbero il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d'Aosta, il Trentino e il Sud Tirolo.
Roberto Cota, governatore del Piemonte, in una recente intervista, a proposito dell'Euroregione alpina, ha detto:
 
"Il fatto che il Nord oggi possa salvarsi solo se rompe le catene che lo tengono legato a Roma e il fatto che in un'epoca di globalizzazione si debbano valorizzare i rapporti fra territori omogenei, sono ampiamente percepiti dai cittadini e dalle categorie produttive".
 
Molti politici, economisti, ed amministratori locali del Nord, sia di centro-destra che di centro-sinistra, hanno accolto con grande entusiasmo l'idea dell'Euroregione, partendo dalla possibilità di trattenere nella propria Regione il 75% del gettito fiscale, più del doppio di quanto rimane oggi.
 
Non è fantapolitica, è una possibilità di cambiamento reale e concreta. L'Euroregione alpina, però, non sarebbe certo la prima Euroregione d'Europa (non è quindi un "salto nel buio"); fin dagli anni '90, infatti, sono nate numerose Euroregioni sparse in tutta Europa, grazie soprattutto a determinate leggi europee che consentono la creazione di queste strutture di cooperazione transfrontaliere.
 
La popolazione in questione, per quel che riguarda l'Euroregione alpina, ammonta però ad una cifra superiore ai 70 milioni di abitanti. Anche questa imponente cifra la renderebbe una della Euroregioni più importanti di tutta Europa, se non la più importante in assoluto.
 
L'Euroregione alpina può rappresentare quindi la prima tessera del mosaico della nuova Europa delle regioni e dei popoli.

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Articolo pubblicato il 09/11/2012