L'acqua, tra fonte di guadagno e bene pubblico
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SMAT deve garantire ai cittadini acqua di qualità 365 giorni l'anno

Dal 2001, la Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. (SMAT) progetta e realizza fonti di approvvigionamento idrico moderne, innovative e alla portata di tutti, utilizzando le tecnologie più aggiornate presenti sul mercato.
 
Lo scopo del Gruppo SMAT è quello di garantire ai cittadini acqua di qualità 365 giorni l'anno, assicurando, al tempo stesso, la costante salvaguardia delle risorse idriche e ambientali. Inoltre, sul fronte della cooperazione internazionale, la SMAT partecipa a iniziative finalizzate a promuovere l'educazione ambientale.
 
Al momento, la realizzazione più concreta e tangibile delle idee divulgate in questi anni dal Gruppo SMAT consiste nei cosiddetti "Punti Acqua", realizzati per sostenere il consumo dell'acqua del rubinetto a scopi alimentari.
 
Crescono come funghi i Punti Acqua fra la città e la provincia di Torino, tant'è vero che sono ormai più di 60 su tutto il territorio torinese, senz'altro anche grazie al notevole guadagno che i cittadini hanno nel consumare l'acqua di queste nuove fonti di approvvigionamento idrico; basti pensare che l'acqua naturale, a temperatura ambiente o refrigerata, è gratuita, mentre quella gasata refrigerata è a pagamento a soli 5 centesimi ogni litro e mezzo.
 
Altro che acqua in bottiglia!
 
A proposito di acqua in bottiglia, un Punto Acqua, oltre a far risparmiare, permette anche di rispettare l'ambiente in modo concreto. Pensate che un singolo Punto Acqua, permette un risparmio di circa un milione di bottiglie di plastica all'anno.
 
Ovviamente, non appena queste nuove fonti di approvvigionamento idrico cominciavano a prendere piede, le grandi società di distribuzione dell'acqua in bottiglia presenti in Italia non hanno esitato a fare fronte comune, spesso dimenticando i vecchi rancori, pur di andare contro a questo nuovo e rivoluzionario modo di vedere l'acqua: come una necessità da "donare" ai cittadini, non come un business attraverso il quale arricchirsi.
 
Ma, in fin dei conti, gli argomenti con cui le grandi società dell'acqua in bottiglia cercavano e cercano di creare confusione e timore fra i cittadini, inducendoli il più possibile a non andare nei Punti Acqua, sono spesso banali e superficiali, se non addirittura faziosi e strumentali.
 
Una delle voci messe in giro di comune accordo proprio da queste grandi società è quella che l'acqua distribuita da questi Punti non sia controllata, e che quindi possa essere portatrice in qualche modo di virus che si potrebbero diffondere fra la popolazione.
 
Ora, non bisogna essere certo degli scienziati per capire che questa è una credenza che rasenta, in quanto a stupidità, quella famosa leggenda metropolitana nata durante la fine gli anni '80, secondo il quale le cornette del telefono delle cabine telefoniche erano portatrici di virus e che quindi era pericoloso usarle.
 
La verità è un'altra.
 
La verità è che l'acqua distribuita da questi Punti è di gran lunga più controllata e sicura di quella che si beve dalle bottiglie di plastica, perché l'acqua distribuita dai Punti viene controllata e testata ogni giorno; quella nelle bottiglie di plastica, invece, è stata controllata in media non meno di due/tre anni fa (sull'etichetta c'è sempre scritta la data dell'ultimo controllo).
 
Quindi, in conclusione, dovremmo averlo capito ormai che l'acqua in bottiglia è a dir poco sconveniente e, di fatto, addirittura meno sicura dell'acqua pubblica, ma in realtà non è affatto così, perché l'Italia è il paese in Europa dove si comprano più bottiglie d'acqua.
 
Che faccia comodo allo Stato? Può darsi, io so solo che ce n'è un'altro di modo che ti permette di risparmiare sia i soldi dell'acqua in bottiglia, sia il tempo di recarsi pieni di bottiglie vuote al Punto Acqua più vicino a casa (che spesso non è proprio dietro l'angolo), cioè quello di bere direttamente l'acqua del proprio rubinetto di casa, che è, in realtà, la stessa acqua controllata quotidianamente e distribuita dai più di 60 Punti Acqua sparsi sul territorio.
 
La possibilità di cambiare c'è, basta solo volerlo, senza piegarsi alle regole del mercato.

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Articolo pubblicato il 17/09/2012