Barcelona, contra el turismo masivo

“con traduzione in lingua italiana”

La imagen publicada el verano pasado, en la que se veían tres italianos desnudos en las calles de la Barceloneta, fue la gota que colmó el vaso y reabrió, indefinidamente, el debate que cuestiona el modelo de gestión del turismo en Barcelona. Los vecinos de este humilde barrio de pescadores se manifestaron durante más de una semana para exigir el cierre de los pisos turísticos ilegales (se descubrieron 170 posteriormente) y acabar con el llamado “turismo de borrachera”.

Esta controversia no es nueva y arrastra una “burbuja turística” que lleva años creciendo y que parece no tener fin. Los Juegos Olímpicos del 92 supusieron un lavado de imagen radical de la ciudad condal y un esfuerzo titánico, que aún dura hoy en día, para darle la mayor proyección posible al exterior. Tan exitosa ha sido esta campaña, que la capital catalana pasó de recibir 1,7 millones de visitantes en 1990 a más de 8 millones en 2014. Un disparate si tenemos en cuenta que su población es de 1.602.000 habitantes.

Es innegable admitir que el sector servicios mantiene el superávit del Ayuntamiento de Barcelona y trae enormes beneficios. El problema aparece cuando este crecimiento prima por encima de los intereses de sus habitantes.

Muchos barceloneses se ven obligados a cambiar los hábitos de ocio y consumo ya que la oferta dirigida a ellos ha disminuido drásticamente. Caminar por el centro de la ciudad implica rodearse de un sinfín tiendas de suvenires con productos estereotipados, de restaurantes y locales que ofrecen comida de baja calidad “typical spanish” y cartas en cuatro idiomas diferentes, a precios desorbitados.

Esto cambia radicalmente la idiosincrasia y la “fachada” de la ciudad, creando un falso teatro que destruye su autenticidad y borra aquello que realmente es local, tradicional  y que la hace única.

Vecinos de barrios como el Born, Gràcia o Raval no pueden asumir el aumento de los precios en los comercios colindantes. La construcción masiva de hoteles en estas zonas humildes genera a su alrededor la creación de nuevos comercios que van dirigidos, en gran medida, a los clientes que se alojan en dichos albergues y con otro poder adquisitivo.

Por otro lado, la privatización y mercantilización de espacios públicos como el Park Güell, la cesión temporal de calles a ciertas marcas, la infinita concesión de licencias de terraza en tantas aceras de la ciudad, siempre en la búsqueda del dinero fácil y rápido, hacen que el ciudadano sienta que limitado e ignorado. Sin hablar de las molestias que ello generan a la hora de transitar por calle (el caso de los vecinos de la Sagrada Família) o el ruido nocturno en zonas como el barrio gótico.

Este polémico modelo de gestión sufrió una segunda reprobación por parte de la oposición política en el pleno del Ayuntamiento que se celebró el pasado 27 de febrero, en vísperas de las elecciones municipales. PP y PSC reconocieron que el PIB creció un 14% y se crearon 120.000 puestos de trabajo, y a su vez, “El turismo es un éxito para Barcelona, pero Barcelona puede morir de éxito si no se toman las medidas para conciliarlo con los vecinos, seguridad o limpieza”. Alrededor de unas doscientas personas se concentraron fuera del recinto para expresar su malestar al alcaldable Xavier Trias, quién no asistió al acto, y para recordarle que “no estamos contra el turismo, pero no se pueden anteponer sus intereses a los de los ciudadanos”

Como medida paliativa el Ayuntamiento ha asegurado destinar el 48% de la recaudación de la tasa turística para mejorar la calidad de los servicios en la ciudad, pero esto no va a solucionar la convivencia, ni el ruido, ni los pisos ilegales, ni la dinámica de una ciudad que está a punto de perder su identidad y parecerse a las demás.

Las elecciones que se celebrarán en mayo pueden suponer un punto de inflexión para buscar un equilibrio definitivo en esta difícil convivencia o continuar a la deriva. Mientras tanto, la gente pregunta: Barcelona, ¿dónde estás?


TRADUZIONE ITALIANA

Barcellona, contro il turismo di massa

 

L'immagine pubblicata la scorsa estate, in cui si vedevano tre italiani nudi per le strade di Barceloneta, fu la goccia che fece traboccare il vaso e che ha  riaperto il dibattito che fa riflettere sul modello di gestione del turismo a Barcellona. I residenti di questo umile quartiere di pescatori, hanno fatto manifestazioni per più di una settimana per chiedere la chiusura degli appartamenti turistici illegali (170 sono stati scoperti più tardi) e finire col cosiddetto "turismo di ubriachezza".

Questa polemica non è nuova, e trascina una "bolla turistica" che cresce da tanti anni e sembra non avere fine. Le Olimpiadi del 92 sono state una trasformazione d'immagine radicale per la città di Barcellona e uno sforzo titanico, che dura ancora oggi, per dare la maggiore proiezione possibile all'estero. Il successo di questa campagna è stato molto grande, la capitale catalana è passata dall’ospitare 1,7 milioni di turisti del 1990 agli oltre 8 milioni del 2014. Questo è pazzesco, se si considera che ha una popolazione di 1.602.000 abitanti.

E innegabile ammettere che il settore dei servizi rimane il surplus della città di Barcellona e porta enormi benefici. Il problema si presenta  quando la crescita diventa più importante degli interessi dei suoi abitanti.

Molti cittadini sono costretti a cambiare le abitudini di svago e di consumo, perché l’offerta di consumo locale è diminuito drasticamente. Passeggiare per il centro della città significa circondarsi di negozi di souvenir senza fine con prodotti stereotipati, ristoranti e negozi che offrono cibo di bassa qualità "tipico spagnolo" e le scritte in quattro lingue diverse, a prezzi esorbitanti. Questo cambia radicalmente l'idiosincrasia e la faccia della città, creando una finto teatro che distrugge la sua autenticità e cancella ciò che è veramente locale, tradizionale, e che la fa essere unica.

I residenti di quartieri come Born, Raval o Gràcia, non possono permettersi i prezzi maggiorati dei negozi vicini. La massiccia costruzione di alberghi in queste aree povere genera attorno la creazione di nuove negozi che si rivolgono principalmente ai clienti che soggiornano in questi ostelli e che hanno un livello economico più alto.

Inoltre, la privatizzazione e la commercializzazione di spazi pubblici come il Park Güell, l’assegnazione temporale di qualche via a determinate marche, la concessione di infinite licenze di dehors in tanti marciapiedi della città, sempre in cerca di denaro facile e veloce, fanno sentire i cittadini trascurati e ignorati. Questo causa inoltre parecchi disagi per camminare per le strade di alcuni quartieri (il caso dei residenti della Sagrada Familia) e problemi di rumore durante la notte, come nel Barrio Gotico.

Questo modello di gestione discutibile ha subito una seconda censura dall'opposizione politica nel consiglio comunale che si e tenuto il 27 febbraio, alla vigilia delle elezioni comunali. PP e PSC hanno riconosciuto che il PIB è cresciuto del 14% e 120.000 posti di lavoro sono stati creati, ma anche "Il turismo è un successo per  Barcellona, ??ma Barcellona può morire di successo se non si adottano misure per conciliare con i vicini, la sicurezza o la pulizia. " Circa duecento persone si sono radunate fuori dal comune per esprimere il loro disappunto nei confronti del sindaco e di Xavier Trias, che non ha partecipato,  per ricordargli che "non siamo contro il turismo, ma non si possono mettere i propri interessi al di sopra di quelli dei cittadini"

Come misura palliativa, il consiglio assicura che destinerà il 48% dei recavi della tassa di soggiorno per migliorare la qualità dei servizi in città, ma questo non risolverà i problemi di convivenza, il rumore, gli appartamenti illegali, o la dinamica d’una città che sta per perdere la sua identità e assomigliare a tutte le altre.

Le elezioni di maggio possono essere un punto di svolta per la ricerca di un equilibrio definitivo in questa difficile convivenza o continuare ad andare alla deriva. Nel frattempo, la gente si domanda: Barcellona, ??dove sei?

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Articolo pubblicato il 12/03/2015