Storia Nepal - Parte II: Ai piedi delle montagne. Viaggio alla scoperta del Nepal

Civico20 vola in Asia per raccontare, in un reportage a puntate, la realtà di uno dei paesi più poveri al mondo

Facciamo un salto e ci spostiamo al 1950 e anni seguenti, il periodo della rivincita per la dinastia degli Shah. Esautorati di larga parte del loro potere i regnanti del Nepal approfittano di una situazione di instabilità interna per isolare i Rana e riottenere il potere completo.

La decolonizzazione dell’India fece mancare ai Rana il loro maggiore alleato: gli inglesi. Le rivendicazioni indipendentiste che mossero il popolo indiano  ebbero riflesso anche in Nepal, dove un movimento popolare di forza crescente culminò in due episodi di notevole importanza.

Primo, la nascita del Nepali Congress Party (Partito del Congresso Nepalese), guidato da Bisheweshwar Prasad Koirala, che occupò militarmente le ricche pianure del sud e istituì una nuova capitale provvisoria a Birganj, una città situata a ridosso del confine indiano.

Il secondo episodio è la fuga temporanea del re Tribhuvan che si rifugiò a Nuova Delhi. In questo modo i Rana vennero lasciati soli a rispondere di una situazione incandescente che ben presto si trasformò in una cruenta guerra civile in cui si ritrovarono senza più alleati esterni e invisi alla maggioranza della popolazione. In un tentativo disperato insediarono sul trono vacante Gyanendra, il nipote del re, che all’epoca aveva solo tre anni. Ma fu del tutto inutile.

Con il supporto del governo indiano e del Nepali Congress Party, il re Tribhuvan tornò in Nepal acclamato dal popolo e con pieni poteri.

Furono gli anni del panchayat, il sistema di governo di impronta indiana apartitico (i partiti vennero aboliti nel 1962) e basato su un sistema tribale di assemblee locali. Koirala assunse la carica di Primo Ministro, per la prima volta elettiva. Il sistema del panchayat perdurò fino agli anni novanta, quando una nuova ondata di ribellione scosse il Nepal.

All’inizio di quegli anni la monarchia nepalese mostrava una profonda crisi. Incapace di trovare spazio in un sistema democratico deturpato da una rigidità culturale profonda, attaccata su più fronti da forze politiche di ispirazione straniera e da movimenti sociali interni.

Le truppe maoiste guadagnavano terreno nel sud e nell’ovest del paese, non senza discreti spargimenti di sangue. Nelle città, principalmente nella valle di Kathmandu, i movimenti studenteschi e dei lavoratori socialmente più svantaggiati causavano disagi quotidiani. La monarchia cercò in prima istanza di rispondere con la forza nei confronti dei maoisti e con una serie di leggere concessioni costituzionali per tenere a bada i movimenti di protesta.

Molti tra gli esperti sono concordi nel sostenere che probabilmente la strategia del re Birendra avrebbe avuto un esito più che positivo. Non fosse stato per uno degli episodi più bui della storia nepalese.

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Articolo pubblicato il 01/02/2015