Storia Nepal - Parte I: Ai piedi delle montagne. Viaggio alla scoperta del Nepal

Civico20 vola in Asia per raccontare, in un reportage a puntate, la realtà di uno dei paesi più poveri al mondo

E’ sufficiente dedicare pochi minuti alla contemplazione. Con la testa poggiata sul pugno e lo sguardo assonnato piantato verso il finestrino dell’aereo dietro il quale  è in pieno svolgimento una magnifica alba asiatica, si può scorgere il profilo dell’Annapurna bucare l’oceano di nubi sotto il quale giace uno dei paesi più poveri e instabili del mondo.

Otto delle tredici vette più alte del globo circondano come una corona il confine con il Tibet, mentre le calde pianure tropicali del Terai  sono il riflesso e un assaggio delle propaggini nord della piana del Gange. Un rettangolo compresso tra India e Cina, con una superficie grande appena la metà rispetto a quella italiana e trenta milioni di abitanti frazionati in più di un centinaio di gruppi etnici, caste e appartenenze tribali.

E’ il Nepal, che in antica lingua hindi significa “ai piedi delle montagne”.

La storia nepalese è un complesso intreccio di sanguinose lotte per il potere, religione e drammatiche fatalità.

Prima dell’unificazione del paese ad opera della dinastia Shah, il Nepal si presentava costellato di piccoli regni e città stato le cui dinastie regnanti erano legate da vincoli parentali, circostanza che non impedì loro di scontrarsi in maniera spesso violenta.

A cavallo della metà del ‘700 la dinastia dei Malla, sovrana nei territori della valle di Kathmandu, venne spodestata da quella degli Shah, proveniente dal ricco e potente regno di Gorkha e guidata da Prithvi Narayan Shah. In testa ad un’armata letale – le truppe Gorkha dell’esercito nepalese sono ancora adesso tra le migliori al mondo – Prithvi Narayan soggiogò tutti i regni ai piedi dell’Himalaya e nel 1768 venne incoronato, a Kathmandu,  primo sovrano del Nepal unificato.

La dinastia Shah regnò fino al 2007, esercitando però il potere in una forma inusuale, per molti versi monca. Si deve tornare ai fatti del 1846  per poter spiegare con dovuta chiarezza il sistema di potere che ha visto comandare contemporaneamente due diverse dinastie su uno stesso territorio.

I monsoni si allontanavano, l’estate finiva, era il 14 settembre, unantisau Badhra nel calendario nepalese. Jung Bahadur Kunwar era di etnia chhetri, una casta di guerrieri dominante nelle Middle Hills, a ovest di Kathmandu. Jung Bahadur era un ufficiale dell’esercito regio, provvisto di grandi ambizioni e crudele spietatezza.

In quell’inizio di autunno la Corte del re Rajendra si trovava a Kot, località poco distante dalla capitale. Con il favore della regina, Jung Bahadur organizzò e coordinò il massacro di 55 tra i più influenti nobili e capi militari, concentrando così su di se una grossa fetta di potere.

Jung Bahadur assunse il titolo di Primo Ministro e cambiò il nome della propria famiglia nel più prestigioso Rana. In seguito si autoproclamò Maharaja rendendo il titolo ereditario. I Rana divennero così una famiglia reale parallela all’interno del regno e mantennero le redini del potere per oltre un secolo, limitando l’autorità degli Shah ad una funzione poco più che rappresentativa.

Si potrebbe facilmente pensare che il centinaio d’anni di dominio incrociato tra le due dinastie, dato il brutale inizio,  siano stati un periodo buio nella storia del Nepal. Non è così.

Ai governanti della famiglia Rana si devono importanti conquiste e progressi sul piano sociale. Durante il regno di Chandra Shumsher (1901,1929) venne abolita la schiavitù e oltre sessantamila schiavi ottennero la libertà formale. Si pose inoltre fine alla pratica del sati, l’usanza hindu secondo la quale la vedova veniva arsa viva sulla pira funeraria del marito.

Sempre durante il secolo dei Rana il Nepal ottenne il riconoscimento internazionale, in funzione soprattutto degli stretti rapporti tra la dinastia dei Maharaja e l’impero britannico. Nel 1930, infine, l’antico nome di Regno di Gorkha viene ufficialmente sostituito dall’attuale Nepal, riflesso della sempre più crescente consapevolezza nazionale.

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Articolo pubblicato il 25/01/2015