Tika, una benedizione Nepalese

Civico20 racconta per immagini e parole una delle più importanti cerimonie hindu

- Kathmandu, Nepal

In occidente, perlomeno in quello cristiano, la festa principale è il Natale. Le famiglie si riuniscono, cucinano e mangiano insieme, qualcuno prega, qualcun altro spera nel regalo tanto desiderato, i bambini perdono il sonno e gli adulti la ragione, preda di consumismi e manie da regalo.

Ciascun popolo possiede le proprie tradizioni. Tanto diverse a prima vista, tanto difficili da capire quanto più si allontanano dal patrimonio culturale di chi le osserva. Non vogliamo qui fare un excursus sulle tradizioni mondiali, né un ‘approfondimento sul Natale, né un confronto tra le feste religiose, e non, sparse in giro per il globo.

Noi di Civico20, non tutti, in questo momento ci troviamo in Nepal. Il cuore dell’Asia, stretto tra India e Tibet, crocevia di culture e popoli e tradizioni tanto differenti quanto simili. Un paese in cui la religione è tangibile, in cui la spiritualità permea non solo la vita delle persone, ma anche le strade, le case, le giornate.

Un paese in cui più dell’80% della popolazione si professa di religione Hindu e il restante 20% si divide tra buddhismo tibetano (circa il 15%), sparuti gruppi di cristiani e musulmani e ristrettissime miriadi di sette e correnti religiose mistiche.

Il sincretismo religioso in Nepal raggiunge un livello che difficilmente si può riscontrare in altre parti del pianeta. La tolleranza cristiana risulta pallida e smorta rispetto a quella nepalese. Monaci tibetani vestiti in rosso e oro pregano accanto a donne coperte da sari marcate sulla fronte col Tika, il segno rosso della preghiera, tanto caratteristico quanto noto in occidente e altrettanto sconosciuto nel suo significato.

In questi giorni in Nepal si festeggia il Dashain, la festività principale. Quindici giorni di riti e sacrifici e cerimonie pubbliche e private. Centinaia di migliaia di animali vengono sacrificati in tutta la nazione. Capre, bufali, polli, maiali, tutti immolati ad una delle centinaia di divinità hindu. Gesti tanto terribili in occidente quanto naturali e importanti qui nel centro del continente asiatico.

Civico20 è arrivato in Nepal proprio nei giorni finali della festa, i più importanti. Abbiamo avuto la fortuna di essere ospiti di una famiglia nepalese proprio nel giorno della cerimonia del Tika. Il breve reportage fotografico che presentiamo è uno sguardo su questa cerimonia tanto semplice quanto affascinante.

Riuniti in una minuscola stanza, persi in un quartiere periferico della capitale, Kathmandu, alla base di montagne affascinanti e prepotenti nella loro maestosità.

Il Tika è una benedizione che non comporta alcuna appartenenza. Si può essere cristiani, musulmani, buddhisti, animisti, anche atei, non importa. Ciò che conta è il rispetto. E noi, rispettosamente, abbiamo assistito e partecipato a questa cerimonia. Abbiamo ricevuto il Tika e i doni dai familiari anziani e gustato un pranzo a base di Daalbat (zuppa di lenticchie) nel tipico thali (il piatto da portata unica), accompagnato da carne di capra, riso e verdure a noi sconosciute dal sapore difficile.

Buona visione, Namaste. 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/10/2014