"Il Mistero di Dante" al Circolo dei Lettori

La pellicola di Louis Nero è lo spunto per una discussione sul lato più esoterico della Divina Commedia. Un evento targato Civico 20 News

Lunedì 23 giugno, nell’ambiente elegante del Circolo dei Lettori di Torino, si è svolto il convegno “Il Mistero di Dante”.

L’incontro, ultimo prodotto targato Civico20News, ha preso spunto dall’omonima pellicola del regista Louis Nero, presente al tavolo dei relatori.

La serata comincia poco dopo le nove, quando Giulio Rigotti, vicepresidente dell’Associazione Borgo Dora, porta il benvenuto ai presenti e introduce i temi su cui si incardinerà il discorso: Dante, la  Divina Commedia e i loro rapporti con la storia dell’esoterismo.

La proiezione del trailer della pellicola di Nero (nelle sale dal 14 febbraio scorso) dà ufficialmente avvio alla discussione.

Il primo a parlare è proprio il regista che racconta il suo lavoro, quali domande lo abbiano spinto a farlo e a quali questo può aver risposto. La funzione della rappresentazione nella trasmissione dei messaggi, a partire dal mito platonico della caverna, con le ombre proiettate dal sole, arriva  al cinema moderno che, in forme nuove, ne ripropone l’esperienza.

La parola passa poi a Sergio Audasso, psicosomatista, esperto di esoterismo, che analizza il simbolismo presente nella Commedia dantesca. In particolare le figure che accompagnano Dante nel suo viaggio: Virgilio, la figura maschile che lo guida nelle prime due cantiche, e Beatrice, la figura femminile protagonista del Paradiso.

Il terzo intervento è di Giancarlo Guerreri, biologo e scrittore di romanzi esoterici come L’ombra della Luna (Laterza, 2007) o di Note liberamente tratte dal film “Il Mistero di Dante” (Laterza 2014), con un più che ovvio legame con la pellicola di Nero.

Guerreri si occupa di spiegare quale fosse la visione del mondo all’epoca di Dante. Un chiaro excursus sulle analisi e sui calcoli che nella storia sono stati fatti per individuare la collocazione geografica delle imprese dantesche. Le corrispondenze, le incongruità, le sfumature particolari e le coincidenze inspiegate.

Ma durante la serata risulta fondamentale, come peraltro nella trama della pellicola, il rapporto di Dante con il gruppo trecentesco dei Fedeli d’Amore, o meglio, la sua appartenenza.  Quella dei Fedeli è una società iniziatica di cui si tramanda abbiano fatto parte i più alti rappresentanti dello stilnovismo e, non sappiamo quanto a torto o a verità, si dice che ancora oggi prosegua la propria attività esoterica.

Per i Fedeli d’Amore la comunicazione del messaggio era fondamentale. Per questo motivo al tavolo dei relatori è stato invitato a parlare Rodolfo Neri, medico, filosofo ermetico, traduttore e scrittore. Nel tempo a sua disposizione, Neri ha illustrato i canali di trasmissione dei messaggi dei Fedeli, i simboli, le allegorie grafiche, i codici segreti che questi usavano per comunicare e soprattutto quanto nella Divina Commedia possa essere presente una codificazione riconducibile ai Fedeli d’Amore.

Il momento di Fabrizio Alfieri, saggista, è quasi una tappa obbligata. Non si può parlare della Commedia e del suo rapporto con l’esoterismo senza considerare l’aspetto iniziatico del viaggio compiuto da Dante.

Il passaggio nei tre ambienti ultraterreni, le fatiche, le prove e la scoperta di nuove verità, sono l’argomento dell’intervento di Alfieri che analizza il viaggio iniziatico dell’opera dantesca in parallelo ad un'altra opera considerata metafora di un vero e proprio percorso d’iniziazione: Il flauto magico di W.A. Mozart.

L’ultima parola, tra i presenti al tavolo dei relatori, spetta a Marco Mucci, dirigente d’azienda e studioso di semiotica ed esoterismo. Il compito affidato a Mucci è quello di riportare la fantasia dei presenti con i piedi per terra. L’interpretazione dell’opera dantesca presenta dei limiti. Nell’ambito di un’interpretazione esoterica questi limiti sono ancora maggiori. Mucci espone le forzature che talvolta gli studiosi possono aver applicato nel giungere alle proprie conclusioni. Limiti e forzature che possono essere riassunte con le parole di Goethe:” L’occhio vede ciò che la mente conosce”.

In conclusione di serata, quando gli ultimi minuti sono dedicati alle domande del pubblico, la sala è ancora piena e attenta. Il moderatore conclude la discussione poco dopo l’orario ufficiale  cedendo nuovamente la parola a Giulio Rigotti che, ringraziando ancora i presenti e i relatori, data l’ottima riuscita dell’evento, non esclude la possibilità che questi saluti siano niente meno che un arrivederci.

 

 

*approfondimenti mirati sugli interventi di ciascun relatore saranno presenti sulla nostra rivista nei prossimi giorni

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/06/2014