A Trieste è avvenuto il primo suicidio assistito di una disabile

Forte l'opposizione di Cristina Zaccanti, Coordinatore del "Popolo della Famiglia" del Piemonte.

In questi giorni è tornato all’onore delle cronache il tema dell’eutanasia e del fine vita.

Anche il Consiglio Regionale del Piemonte si è pronunciato in merito e, come ci fa sapere il Coordinatore del “Popolo della Famiglia” del Piemonte, “il 7 novembre con 34 sì, 2 no e 3 astenuti il Consiglio Regionale ha valutato ammissibile la proposta di legge regionale di iniziativa popolare su procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito. Non si inizi anche in Piemonte la mattanza dei più deboli”.

Il 12 dicembre scorso, a Trieste, come puntualizza la professoressa Zaccanti, “è avvenuto il primo suicidio assistito di una disabile. Anche nella nostra regione è in atto il tentativo di legittimare una misura che mira ad eliminare gli inguaribili che sono però curabili, convincendoli a togliersi di mezzo, per non essere un peso per sé e per i propri cari. Il 7 novembre scorso infatti è stata resa ammissibile la proposta di legge regionale per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito”.

Parole gravi che hanno deluso non pochi elettori del Centrodestra che non sostengono affatto una visione eutanasica della vita. Molti sono i malumori nella comunità cattolica di Centrodestra e in vista delle prossime Elezioni Regionali può essere un vantaggio per le nuove formazioni politiche nascenti.

Sul tema è intervenuto anche il Presidente del “Popolo della Famiglia”, Mario Adinolfi (nella foto a sinistra), che ha detto: “Osceno il comunicato trionfale con cui la nota associazione (che non cito per non collaborare all’oltraggio) ha fatto marketing politico sul suicidio della disabile di Trieste. Celebrano un altro malato inguaribile che s’è tolto di mezzo e non dovranno essere spesi soldi per curarlo. Festa doppia oggi perché la nota associazione è riuscita a far ammazzare la disabile in Italia senza trasferta in Svizzera”.

Cose che fanno male perché la politica spesse volte guarda più ai bilanci economici che a quelli sociali. Si tende ad “eliminare il problema” piuttosto che aiutare le persone a diventare maggiormente autonome.

Per questo motivo la professoressa Zaccanti ha concluso: “Il Popolo della Famiglia ribadisce con forza la propria opposizione alla cultura della morte attuata per giunta attraverso forzature giuridiche. I disabili, gli ammalati, gli anziani sono oggetto delle nostre cure, non pesi, per la collettività, da eliminare”.

Torneremo sull’argomento.

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2023