Lidia Poët, prima avvocata a Torino e in Italia

Presentata a Spotorno la biografia scritta da Cristina Ricci

Cristina Ricci ha radici che affondano a Spotorno, in Liguria, ma si è trasferita da anni a Pinerolo per motivi di lavoro. E qui, svolgendo ricerche per la sua attività, ha “scoperto” negli archivi la figura, allora dimenticata, di Lidia Poët. A legare indissolubilmente le due donne è stata la successiva scoperta di aver lavorato alla tesi di laurea sul medesimo tema tanto che, al termine delle sue ricerche, Cristina Ricci ha creato il sito www.lidiapoet.it, nel quale ha fatto confluire e messo a disposizione del pubblico tutto il materiale da lei utilizzato durante gli studi sulla prima avvocata italiana. Il 28 giugno scorso, a Spotorno, nel parco di Villa La Carlina, Cristina Ricci ha presentato questo suo ultimo lavoro storico e letterario, dedicato con passione a Lidia Poët (Graphot Spoon River Edizioni e LAReditore), all’interno di quella che fu abitazione e studio del pittore ligure Gigi Novaro, morto a Spotorno nel 1983. La Villa è oggi sede del Circolo Socio Culturale Pontorno, che cura la valorizzazione della storia e della cultura spotornese (www.spesturno.it).

Il libro Lidia Poët, pubblicato quasi in contemporanea ad altri e ad una serie televisiva, ha il pregio di uscire dal semplice alveo biografico o celebrativo, perché va a ricercare le motivazioni di una donna antesignana in molti campi, a lungo ingiustamente dimenticata. Infatti, “Vita e battaglie della prima avvocata italiana, pioniera dell’emancipazione femminile” recita il sottotitolo di copertina.

Chi era Lidia Poët? Nasce a Perrero, in Val Germanasca (un tempo nota come Val San Martino, è una valle alpina che si dirama diramazione dalla Val Chisone, in provincia di Torino), il 26 agosto 1855, in una famiglia valdese; è stata la prima donna a entrare nell’Ordine degli Avvocati in Italia; inoltre, ha reso importanti contributi per la realizzazione dell’attuale diritto penitenziario ed ha partecipato attivamente alla realizzazione del programma del primo congresso delle donne italiane tenutosi a Roma nel 1908. Si laurea in giurisprudenza il 17 giugno 1881 dopo aver discusso una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne; va detto che, al suo tempo, le donne iscritte all’Università di Torino erano quattro e le viene proposto un banco isolato dagli uomini, che lei rifiuta.

Gli avvocati Desiderato Chiaves (1), ex Ministro dell’Interno, e Federico Spantigati (2) si dimettono dall’Ordine per protesta, dopo che l’istanza di iscrizione di Lidia Poët viene messa ai voti e accolta. Il Procuratore Generale del Regno mette in dubbio la legittimità dell’iscrizione e impugna la decisione, ricorrendo alla Corte d’Appello di Torino. L’11 novembre 1883 la Corte di Appello accoglie la richiesta del Procuratore e ordina la cancellazione dall’Albo. Il 28 novembre Lidia Poët presenta un ricorso articolato alla Corte di Cassazione che, con sentenza del 18 aprile 1884, conferma la decisione della Corte d’Appello, dichiarando che “La donna non può esercitare l’avvocatura”, e sostenendo che la professione forense deve essere qualificata come un “ufficio pubblico”, il che comporta una ovvia esclusione, dato che l’ammissione delle donne agli uffici pubblici deve essere esplicitamente prevista dalla legge. Lidia Poët e le donne di quell’epoca vivono e lavorano questo contesto politico e culturale.

Poco nota è, invece, la sua partecipazione ai Congressi Penitenziari Internazionali, dove ricoprì ruoli di rilievo per trent’anni, come membro del Segretariato, occupandosi dei diritti dei detenuti e dei minori. Il governo francese, invitandola a Parigi, la nomina Officier d’Académie, onorificenza tributatale per i lavori svolti al Congresso Penitenziario Internazionale di Parigi del 1895. Infatti, i ragazzi e, ancor più, le ragazze che fuggivano dalle campagne per cercare un lavoro più remunerativo nelle città correvano molti rischi e potevano essere arrestati per vagabondaggio se non avevano una dimora fissa, condannati e reclusi insieme agli adulti. Si dovrà attendere il 20 luglio 1934 per la promulgazione del Regio Decreto Legge n. 1404 recante per la “Istituzione e funzionamento del tribunale per i minorenni”.

Cristina Ricci è tra i vincitori del “contest” La Stampa Academy 2013, un laboratorio di giornalismo d’innovazione; nel 2014 ha frequentato il corso di Data Journalism organizzato dalla Federazione Europea del Giornalismo. È ideatrice e redattrice del portale SpiegaLeAli, dedicato alle tematiche e alle questioni di genere. Questo è il suo primo saggio, che coniuga la sua passione per la storia con un impegno per la piena realizzazione dell’emancipazione femminile.

Moderatore della serata spotornese è stato Bruno Marengo, che abbiamo raccontato in relazione ad un suo romanzo di ambientazione torinese lo scorso 23 marzo:  Civico20News - Bruno Marengo e il romanzo torinese “Il tempo non ritorna”

Le sue domande hanno scavato in profonda nell’ispirazione dell’autrice: quanta strada c’è ancora da percorrere per arrivare a una nuova stagione di diritti e parità per le donne? quale comunanza di intenti ha legato l’autrice del libro all’avvocata di origini valdesi?

Una delle basi del lavoro e del senso della scrittura di Cristina Ricci nasce proprio dalla voglia di scrivere che, una volta assorbita ed entrata nell’anima di uno scrittore, lo possiedono totalmente, al punto che non può più farne a meno, ma soltanto avventurarsi verso nuovi lidi di ricerca e scrittura.

La stessa autrice, al termine dell’incontro e del dibattito che ne è seguito, lascia cadere una domanda, che non vuole essere provocatoria: è stato un bene che a Lidia Poët sia stato negato l’accesso all’avvocatura? In questo modo, il suo carattere e la sua mente volitiva, dall’ambito delle probabili cause civili di un quotidiano cabotaggio, ha potuto spaziare e dare il meglio di sé nel mare aperto dei diritti e delle ingiustizie, segnando un solco imperituro di orgoglio e dignità, non solo per le donne. Sarà la Legge n. 1179 del 17 luglio 1919, nota come legge Sacchi, ad abolire l’autorizzazione maritale e ad autorizzare le donne ad entrare nei pubblici uffici, tranne che nella magistratura, nella politica e nei ruoli militari. All’articolo 7 la legge apre, finalmente, alle donne le porte del foro: “Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gl’impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionali o l’esercizio di diritti e di potestà politiche che attengono alla difesa dello Stato”.

Dopo aver praticato per anni, solo di fatto, la professione forense insieme al fratello Giovanni Enrico, nel 1920 Lidia Poët, all’età di 65 anni, può entrare nell’Ordine degli Avvocati, prima donna d’Italia ad esservi ammessa. Nel 1922 diventa presidente del Comitato Pro Voto Donne di Torino (3) Muore a Diano Marina all’età di 93 anni, il 25 febbraio 1949, e viene sepolta nel cimitero di San Martino di Perrero, nella natìa Val Germanasca.

Note

(1) Desiderato Chiaves (Torino, 2 ottobre 1825 – Torino, 29 giugno 1895): poeta, giornalista, politico e musicista italiano, giureconsulto e senatore del Regno e giureconsulto, Ministro dell'Interno nel Governo La Marmora II e La Marmora III (dal 4 dicembre 1865 al 17 giugno 1866). È noto per il discorso pronunziato al Parlamento Sabaudo di Torino nella tornata del 9 ottobre 1860 sul progetto di legge per autorizzare il Governo ad accettare e stabilire per decreti reali l'annessione allo Stato di nuove province italiane. Viene ricordato come uomo di teatro, tra i suoi copioni teatrali spicca Le nozze di Rosetta.

(2) Federico Spantigati (Alessandria, 4 aprile 1831 – Torino, 30 ottobre 1884) è stato un politico italiano. Giovanissimo, ottiene un incarico al Collegio delle Province e prosegue gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza di Torino dove si laurea nel 1851. Nel 1859 è nominato dal Governo membro della commissione per la riforma del Codice Civile, studiato per l'Italia unita. Insegnant5e presso la cattedra di Giurisprudenza presso la Scuola di Guerra di Torino. Eletto deputato nel collegio di Bra, inizia la sua carriera politica. Favorevole alla linea di una rigida ricostituzione dei debiti pubblici seguita dai governi di destra storica, ha sostenuto le misure più impopolari come la tassa sui cereali e la tassa sullo zucchero. Dal 1876 ottiene la carica di vicepresidente alla Camera dei Deputati.

(3) Il Comitato Pro Voto Donne è stato fondato nel 1906, quale organismo aderente al Comitato nazionale pro suffragio, i cui compiti principali erano la lotta e la propaganda per la conquista del voto politico e amministrativo femminile.

Cristina Ricci

Lidia Poët. Vita e battaglie della prima avvocata italiana, pioniera dell'emancipazione femminile

Graphot Spoon River – LAReditore - 176 p., Brossura - EAN: 9791280629111 - 15,00 euro

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Articolo pubblicato il 13/07/2023