Il quartiere della Crocetta

Il recentissimo libro di Giorgio Cavallo analizza in modo eccellente questo quartiere torinese

Coj dla Crosëtta, diso ch’a van, resto ‘ncora n’orëtta”, un modo di dire che ho sentito spesso ripetere nella mia infanzia, quando abitavo nel quartiere torinese della Crocetta. Sono poi passato alla vicina Santa Rita, all’età di dodici anni, ma nei confronti della Crocetta ho sempre mantenuto un forte senso interiore di appartenenza: mi emoziono ancora quando passo nelle vie dove ho vissuto da bambino, via Piazzi, via Fratelli Carle, corso Alcide De Gasperi - allora ancora corso Orbassano -, via Cristoforo Colombo con la scuola Michele Coppino, corso Rosselli con la scuola Ugo Foscolo.

Sto intrattenendo i Lettori di Civico 20 news con considerazioni per loro insignificanti, destate da “Il quartiere della Crocetta” (Graphot Editrice, Torino, 2021), il recentissimo libro di Giorgio Cavallo dedicato a questo quartiere torinese.

Scrive Cavallo nella Prefazione: «Apparentemente, la Crocetta può sembrare un quartiere immutabile e identico a se stesso nei secoli. Apparentemente. Perché questo quadrilatero altoborghese e raffinato, di buon gusto e noto per la sua esclusività, ha visto nel suo passato un gran numero di storie: alcune di queste costituiscono per Torino ben più che marginali aneddoti».

Effettivamente, nelle 166 pagine del libro è contenuta una vasta esposizione di informazioni sul quartiere e ho faticato per non travasare pagine intere in questa recensione. Così, devo limitarmi a citare come la Crocetta abbia tenuto a battesimo la Juventus, sia stata il quartiere di Primo Levi e Cesare Pavese e, nella vasta piazza d’Armi, abbia ospitato Buffalo Bill con il suo show eccezionale, che ha solleticato l’immaginazione dei nostri nonni e ispira ancora noi contemporanei.

Allo Stadium - oggi sostituito dal Politecnico - si sono svolte competizioni e manifestazioni colossali, che fanno impallidire i moderni eventi decantati dalla stampa. Nella penombra dell’antica chiesa dei Padri Trinitari sono nate le canzoni in lingua piemontese del geniale Padre Ignazio Isler, un po’ goliardiche e un po’ educative.

La Crocetta è stata teatro di amori romanzeschi, come quello di Vittorio Amedeo II con la “dama di voluttà”, la contessa di Verrua. È luogo di beneficienza: quella di Pier Giorgio Frassati, del Convalescenziario e del Regio Educatorio della Provvidenza, quella dei parroci e quella dei tanti benefattori dell’ottocentesco ospedale Mauriziano.

Un’interessante questione considerata dall’Autore è quella dei limiti del quartiere.

La Crocetta, che a livello amministrativo, fa parte della Circoscrizione 1 di Torino, presenta confini ben definiti e facilmente identificabili. È delimitato a nord da corso Vittorio Emanuele II, ad est da via Sacchi e da corso Filippo Turati, ma più propriamente dalle vie Chisone e Jonio, a sud da un breve tratto di corso Dante e da corso Enrico De Nicola, e quindi ad ovest dall’asse della Spina, composto da corso Mediterraneo e da corso Castelfidardo. Tre lati su quattro si possono considerare delimitati dalla ferrovia, che ha in passato separato fisicamente la Crocetta da San Salvario, da Santa Rita e da Borgo San Paolo, e che oggi in larga parte è scomparsa sottoterra con la trasformazione urbana della Spina.

Il libro non considera il borgo San Secondo. Al riguardo del borgo Santa Teresina, eretto tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, Cavallo precisa come questi abbia limiti ondivaghi, «ma per comodità si può identificare questa zona del quartiere nella parte sud-occidentale, compresa fra i corsi Luigi Einaudi, Duca degli Abruzzi e Mediterraneo, con cuore nella chiesa di Santa Teresina di Lisieux».

Interessanti anche le considerazioni sulla toponomastica “monotematica” della Crocetta, il quartiere degli esploratori, dove molte vie sono dedicate a navigatori e viaggiatori, a partire da Cristoforo Colombo.

Sono ricordati Marco Polo, Antonio Pigafetta, Ferdinando Magellano, Giovanni da Verrazzano, Amerigo Vespucci, Giacomo Bove, Sebastiano Caboto. Significativa anche la presenza di scienziati, matematici ed astronomi: Gian Domenico Cassini, Evangelista Torricelli, Galileo Ferraris, Giuseppe Piazzi.

L’astronomo Giuseppe Piazzi (1746-1826) è titolare della via dove abitavo… Quando il mio maestro delle elementari ci aveva fatto fare la ricerca a casa su “La via dove abito”, si erano compulsate le enciclopedie, casalinghe e di parenti. Messa insieme una biografia decente, mi sarebbe piaciuto avere anche una immagine del personaggio. Facile a dirsi, ma non esisteva ancora la rete e nemmeno le moderne fotocopiatrici… giocoforza avevo dovuto rinunciare. Mio padre, durante un viaggio di lavoro, era passato da Ponte in Valtellina (Sondrio), paese natale di Giuseppe Piazzi, e mi aveva spedito una cartolina col suo monumento. Altri tempi, altre ricerche scolastiche… È l’ultima divagazione, lo prometto.

Sempre in tema di toponomastica, va ricordato che l’area della Crocetta più vicina al centro storico è caratterizzata da nomi di battaglie e di uomini del periodo risorgimentale: da Alfonso Lamarmora a Rodolfo Montevecchio, e poi le battaglie di Peschiera, Castelfidardo, Magenta, Pastrengo, Governolo, Valeggio e Legnano. Troviamo anche via Assietta, in ricordo della battaglia del 1747: nell’Ottocento si considerava la storia del regno di Sardegna successiva al 1706, come anticipazione del Risorgimento.

Pochi, ma importanti, i riferimenti sabaudi: il corso Re Umberto I, il corso intitolato a Luigi Amedeo duca degli Abruzzi e il piazzale (e corso) dedicati ad Emanuele Filiberto duca d’Aosta. È sparito il riferimento a Ferdinando di Savoia-Genova, al quale era intitolato l’attuale corso Stati Uniti.

Sono grato a Cavallo per aver riservato qualche cenno al rinomato e storico mercato della Crocetta, nato negli anni Venti, mercato centenario, tra i più fiorenti di Torino, frequentato anche dai cugini d’oltralpe che conservano così un’abitudine a dir poco storica.

L’autore esprime anche considerazioni sulla Crocetta del terzo millennio, uno degli angoli di Torino che meno è cambiato nel corso degli anni. Poco interessato dai grandi progetti di rinnovamento urbano delle periferie, è stato lambito dall’interramento del tracciato ferroviario.

Di tutto questo ricordiamo l’Igloo, la scultura contemporanea opera di Mario Merz, posta tra corso Lione e corso Mediterraneo: una delle poche fontane cittadine, quasi inaccessibile perché posta alla stregua di uno spartitraffico. Nondimeno - annota l’Autore - l’Igloo viene visto come uno dei simboli della riqualificazione urbana di Torino nel terzo millennio.

Come conclusione, torniamo alle affermazioni espresse da Giorgio Cavallo nella Prefazione: «La Crocetta, insomma, è solo apparentemente un quartiere residenziale e severo, è invece un luogo che ha dato tanto nella storia di Torino, e che oggi sorprende per il grande numero di vicende che si sono svolte nel suo piccolo territorio. Storie che spesso nemmeno i torinesi doc conoscono e che sono sconosciute anche agli stessi residenti della Crocetta. Ma è sulle storie di ieri, sulle vite e sulle esperienze dei nostri nonni che si costruisce il nostro futuro: noi apparteniamo nostro passato, il quale - se ben conosciuto ci sprona ad essere uomini del domani consapevoli della propria identità».

Giorgio Cavallo, storico, formatore e giornalista, collabora con testate e quotidiani occupandosi prevalentemente di storia locale e nazionale. Studioso di storia piemontese, di storia della Chiesa e del dualismo Rivoluzione e Contro-rivoluzione, ha pubblicato numerosi saggi, tra i quali si segnalano: Gaetano Pugnani e i musicisti della corte sabauda nel XVIII secolo (2015, con A. Gunetti); La tirannia della libertà: il Piemonte dai Savoia a Napoleone (2016); A la manera ‘d Gianduja (2019); La fuite de Dijon: deportazione e ritorno in patria dei nobili piemontesi nel periodo giacobino 1799-1800 (2020, con M. Scarzella); Cristoforo Colombo il nobile: l’epopea transoceanica dell’ultimo cavaliere medievale (2021).

Suoi saggi sono comparsi in numerose opere collettanee, tra le quali: Le “due Rome”, questioni e avvenimenti a centocinquanta anni dalla “breccia di Porta Pia” (2020, a cura di G. Turco).

 

Giorgio Cavallo

Il quartiere della Crocetta

Graphot Editrice, Torino, 2021 - pp. 166 - € 18,00

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Articolo pubblicato il 06/04/2022