L’Arte vista da Pasquale Filannino

Il nuovo libro propone una rassegna delle opere del pittore torinese

Chi è Pasquale Filannino?

Nasce a Cerignola in provincia di Foggia nel 1942. Vive e lavora a Torino. Fertile, estroso e multiforme comincia a dipingere con l'acquerello sotto la guida di Angelo Bosio. Due anni senza dubbio determinanti per la sua carriera artistica, perché le lezioni del Maestro gli permettono di “aprirsi" sul piano estetico e quello emozionale.

Dall'acquerello all'olio il passo è breve: Pasquale trova così la sua vera vocazione, la ricerca del colore e del segno. Tipica della sua produzione sono le tele "cloisonné".

Il suo interesse si è allargato anche all'allestimento di mostre, per dare possibilità a se stesso e a nuovi artisti di entrare nel campo dell'arte.

Così si presenta lui stesso in esordio a questo nuovo libro “L’Arte vista da Pasquale Filannino” che propone una vasta rassegna delle sue opere e che riporta questa sua affermazione: “L'arte è bella perché la vivo giorno per giorno”.

Ho conosciuto Pasquale Filannino alcuni anni or sono, ho molto apprezzato la sua produzione artistica e l’ho proposta ai Lettori di Civico20News con la recensione del libro "Pasquale Filannino – Un uomo e la sua arte" (pubblicato nel 2018).

Sempre con spirito amichevole prendo ora in esame questo nuovo libro di Pasquale dove, in poco più di un centinaio di pagine sono illustrate da impeccabili foto a colori, eseguite da Franco Genero, le sue opere raccolte con un criterio prevalentemente cronologico.

Il volume si apre quindi con i quadri dedicati a Torino, in particolare a due tematiche che Filannino ama considerare e rielaborare in una sua personale visione, offrendone scorci sempre nuovi: la Chiesa della Gran Madre e la Mole Antonelliana.

Seguono gli angoli di vari comuni del Piemonte, con particolare attenzione al Canavese, della Val d’Aosta e di altre regioni, la Liguria e la Sicilia. Numerose le opere dedicate alla montagna e alla neve, veramente suggestive. Non mancano raffigurazioni di animali domestici come cavalli, bovini, galli, per i quali la tecnica del "cloisonné" impiegata da Filannino pare particolarmente adatta.

Alcuni quadri sono commentati da citazioni letterarie e da osservazioni dello stesso Filannino.

Il volume si conclude con le produzioni più recenti di Filannino, che assumono come soggetti suonatori, ballerini e ballerine, artisti di strada e circensi, ragazze a figura completa oppure ritratti di volti: una sfida per l’impiego del "cloisonné", a dimostrazione della vitalità dell’ispirazione di Filannino che non si è adagiato su soggetti consolidati, ma ha approfittato del periodo di forzato isolamento legato alla pandemia per cimentarsi con queste tematiche. I risultati appaiono interessanti, in particolare per la serie dei clown, dove emergono colori inusuali ma intriganti: la riproduzione del settimo esponente dei clown conclude il libro.

Alternate alle riproduzioni di quadri si trovano anche alcune recensioni critiche, del professor Enzo Papa, di Giuseppe Laganà, di Maria Grazia Spadaro e di Antonio Oberti. È curioso osservare la riproduzione fotografica di un testo di Laganà che risale al 1975, ancora dattiloscritto su carta ormai ingiallita: un reperto curioso.

Da queste recensioni riprendiamo alcuni passi che possono favorire la conoscenza e l’apprezzamento dell’opera di Pasquale Filannino.

Enzo Papa, sotto il titolo “Filannino: pittura figurativa di forme astratte e di colori vitrei”, scrive: «La struttura dei dipinti di Filannino è costituita da una scansione di aree cromatiche giustapposte e rese contigue da profilati scuri e sottili che legano, piuttosto che separare, i molteplici campi di colore. L'insieme si presenta come il cloisonné delle vetrate cattedrale di gotica memoria, ragione per cui nel corso del tempo i dipinti di Filannino sono stati definiti "Pittura a cloisonné".

Troppo facile e troppo sbrigativo definire come tassellature gli elaborati di Filannino, che si offrono alla visione come un insieme sfaccettato di forme, delle quali la sintesi percettiva offre la fruizione compiuta e pancromatica del soggetto tematico, che sia figura, ambiente urbano, interno domestico, natura vivente o altri generi che l'Artista elegge di volta in volta quale tema o soggetto pittorico. […]

Filannino possiede una particolare sensibilità formale e cromatica nel percepire le forme della realtà attraverso piani di colore che in successione scalare o in opposizione generano percetti vibranti come le corde di un'arpa che inonda il campo auditivo di note profonde e di trilli acuti. Allo stesso modo le composizioni di Filannino si percepiscono come armonie di toni oscillanti per tutta la superficie del campo pittorico, scanditi da forme che, isolate nella percezione, si configurano come astrazioni morfologiche ma che, colti nell'insieme della composizione, ricostruiscono e ricreano il percetto figurativo riconoscibile.

In sintesi, l'analisi della pittura di Filannino compendia inserti informali in risoluzioni iconiche, in cui è immediato l'impatto empatico sullo spettatore, anche in virtù della saturazione coloristica che trasmette valenze di effetti vitrei, smaltati, quasi ricavati direttamente dallo spettro cromatico di assoluta purezza. […]

Filannino è l'inventore di uno stile che, se pur interpretato "a cloisonné", esclude ed ignora la parcellizzazione del soggetto, ma lo vede e lo rende nel suo insieme, sia pure a zone e campi singoli di forme e colori, saturi, esaltati dai toni neutri di sottolineatura».

Secondo Antonio Oberti, Pasquale Filannino «traendo ispirazione dalla natura e dalla vita […] offre ad esse uno spazio che finisce nel quadro, dandoci l'idea di un mondo pulito e sereno ormai dimenticato, lontano dalla problematica congetturale dei nostri giorni.

Osserva, analizza e dipinge con umiltà alberi, prati, colline, case, figure e cavalli, sempre alla ricerca di un decantato equilibrio, e i suoi soggetti, disegnati a forti linee di contorno, assumono un fascino particolare, sottolineato da colori stesi in modo fermo ed uniforme.

Le immagini risultano allora nitide, con riverberi cromatici che si alzano dalla pelle delle cose, nell'ambito di una meditazione quasi implacabile eppure tanto poetica. […]

Possiamo perciò affermare che Pasquale Filannino dipinge con sentimento è il sentimento che viene a galla e guida la sua mano che sembra racchiudere un mitico mondo di favola. […]

E', in definitiva, un'esigenza personale di libertà in cui entrano tante cose: amore, memoria, curiosità, dialogare con lo spazio, desiderio di pace e di tranquillità, voglia di comunicare. Opere, dunque, variamente modulate dove l'impressione sempre ricondotta ad una misura armonica, a scandire la sua fresca energia di linguaggio.

 

L’Arte vista da Pasquale Filannino

Grafica e impaginazione di Franco Genero, autore anche delle fotografie

107 pagine - Stampato in proprio in Italia (2021)

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2021