Luciano Garibaldi ripercorre «La Pista Inglese»

di Alessandro Mella

Ci sono figure, nel giornalismo e nella storiografia, che non avrebbero bisogno di presentazioni, caratterizzati da una vita professionale che parla per loro. Basterebbe far scorrere velocemente l’elenco delle testate per cui ha scritto o quello dei suoi libri per capire quanto siamo debitori al coraggio ed alla penna di Luciano Garibaldi.

Figura che non ha mai avuto paura di affrontare temi scottanti, anche prendendo di petto i protagonisti degli eventi, anche confrontandosi con loro con il rigore che contraddistingue chi vuol fare un’informazione seria. Di quelle che portano un contributo al dibattito, alla storia, alla memoria, alla coscienza del proprio paese.

Come non ricordare, ad esempio, il suo volume dedicato all’epica figura del partigiano liberale e monarchico Edgardo “Franchi” Sogno? O quello in cui ha raccontato le commoventi gesta dei soldati polacchi del prode generale Anders? Giovani che, a Montecassino, si immolarono per la libertà italiana con la Polonia nel cuore.

Ma il nostro ha legato il suo nome, saldamente, anche alle vicende che si svolsero lungo il Lago di Como sulla fine del secondo conflitto mondiale.

I fatti accaduti a Menaggio, Musso, Bonzanigo, Mezzegra e Dongo. Dongo sì!

Un nome che rievoca subito morti misteriose, tesori scomparsi, improvvise fortune, trame ed inganni, omertà e paura, silenzi e sussurri. Sangue e odore acre di polvere da sparo e zolfo.

Quella trama complessa, fitta, difficile da districare, che lega la morte di Mussolini e dei gerarchi (e nemmeno tutti tali) alla sparizione del celeberrimo oro di “Dongo” e, soprattutto, al carteggio Mussolini – Churchill. Per anni oggetto di dibattito, per anni dileggiato dai custodi della vulgata, poi via via impostosi nel confronto con argomenti sempre più convincenti al punto da portare anche Renzo De Felice tra i sostenitori dell’esistenza di quelle carte.

Una serie di contenuti scottanti che passa dagli scambi epistolari del 1940 fino agli incontri segreti avvenuti nel 1944 e 1945 con misteriosi emissari inglesi i cui scopi, il lettore lo comprenderà leggendo il libro, avrebbero potuto avere un’influenza al limite dell’incredibile sull’andamento della guerra e della storia europea. Riunioni segrete di cui, in qualche modo, fu testimone l’agente Pietro Carradori.

Nei giorni di Dongo, poi, mille misteri ed una sola certezza anzi due: la scomparsa dei denari, gioielli, valori che la colonna portava con sé e dei documenti portati dal Duce ed il fatto che la versione, anzi le varie versioni ufficiali in perenne contraddizione, sulla sua morte davanti al Cancello di Villa Belmonte è indiscutibilmente ed empiricamente un colossale falso storico.

L’autore ripercorre i ricordi, le testimonianze, dirette ed indirette, per cercare di capire chi ha ucciso, chi ha rubato, chi ha occultato la verità.

Chi era davvero il colonnello Valerio cui tanti nomi sono stati associati e sempre meno sembra corrispondere al celeberrimo e mesto ragioniere Audisio? Quali reali scopi aveva? Chi, forse, lo giocò anticipandone le mosse? Perché i servizi segreti britannici furono coinvolti da queste vicende?

Luciano Garibaldi tenta di dare delle risposte, esplora i fatti, analizza i personaggi riuscendo, a tratti, a colpire per l’obbiettività con cui riconosce virtù e difetti di più. Si sofferma con umanità e rispetto sulle figure di Luigi Canali, il “capitano Neri”, e della staffetta Gianna. Figure adamantine, pulite, limpide, di rara levatura morale. Perché il PCI volle infangarne immagine e memoria? Quali decisioni aveva assunto il Neri in contrasto con le direttive del suo stesso partito? Furono così gravi da segnarne il destino nel modo peggiore?

Le questioni di Dongo restano un turbinio di ipotesi, mezze verità, avvolte dalla nebbia spessa dell’oblio e della complicità, della paura e dell’omertà, e l’autore cerca di orientarsi ed orientare gli altri alla ricerca della verità o meglio delle verità nascoste.

Senza scopi politici, senza nostalgie, senza nulla di diverso dal desiderio di restituire i fatti per quello che furono. Per superare criticità, cicatrici, ferite che l’Italia si porta dietro, come un’insana zavorra morale, da decenni. Perché solo su una sana, critica, vera memoria si costruiscono le fondamenta di un paese solido.

Ed in fondo anche questi sono gli spunti di riflessione. Proseguendo nella lettura mi sono, personalmente, posto dei quesiti. Intanto che Italia sarebbe quella di oggi se invece dell’antifascismo della “nomenclatura” si fosse imposto maggiormente quello moralmente ineccepibile, quello passionale e dai sentimenti nobili, di “Neri” e “Gianna” e dei molti animati dai loro stessi elevati sentimenti democratici? E, soprattutto, che Italia sarebbe stata quella successiva ad un processo pubblico, serio, equo, a Mussolini ed ai suoi sodali? Non possono, intimamente, non pensare che questo passaggio avrebbe giovato al nostro paese permettendogli di fare i “conti con se stesso”. Come la Germania del resto che, al netto del Processo di Norimberga, fece per molti anni con processi della magistratura tedesca contro cittadini tedeschi. Un modo per liberarsi di un peso, per fare autocritica, per guardarsi allo specchio e provare a ripartire con il cuore libero da zavorre terribili. Noi, questo, non l’abbiamo fatto.

Tutto si è consumato a Bonzanigo e Dongo, nel primo caso senza testimoni, senza verità, in modo sommario. Forse, se avessimo fatto scelte diverse, anche la figura di Mussolini, anche il fascismo, sarebbero oggi storicizzati e non più oggetto di una grottesca e quasi quotidiana attualità politica. Segnale che di quel pesante passato non ci siamo ancora davvero liberati. Almeno non nel modo sano che permette di andare oltre e guardare avanti. Un macigno di cui la nostra democrazia, per fortuna comunque solida, sente ancora il peso.

Alessandro Mella

 

Luciano Garibaldi

La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci?

Nuova edizione

Editore Ares - Collana: Faretra , Nr. 33

Genere: STORIA D'EUROPA

ISBN-10: 8881557169 - ISBN-13:  9788881557165

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Articolo pubblicato il 22/05/2021