Torino - Riedizione del Trattato sulla peste

Uno spaccato sociologico di grande interesse

È adesso disponibile in e-book trattato: Della peste, o sia contagio di Torino dell’anno 1630. Descritto dal protomedico Gianfrancesco  Fiochetto scritto appunto da Giovanni Francesco Fiochetto (Vigone 1564-Torino 1642), che con grande coraggio non abbandonò la città subalpina travolta dal contagio.

 

Il suo trattato costituisce una rilevante traccia non solo di carattere eminentemente scientifico (in ragione di quella che era la scienza di allora), ma rappresenta anche uno spaccato sociologico di gande interesse, soprattutto per noi vittime e testimoni del Covid-19.

 

La recentissima edizione del trattato è disponibile in formato e-book edito dalla casa editrice Yume e può essere scaricato da Kindle Store e da Kobo, al prezzo di 4,99€, ed è stata curata da Massimo Centini.

In questa edizione il lettore troverà un’ampia selezione dell’opera edita nel 1631 e in seconda edizione nel 1720, che comprende i macro temi individuati dal Fiochetto:

 

“Si descrive il morbo contagioso secondo varie sue differenze; poscia decidesi di qual si fosse il Contagio, che fè sì fiera strage l’anno MDCXXX; Si adducono le ragioni della peste, ò sia contagio, disaminandoli quindi diverse sentenze di celebri accreditati scrittori; Si additano i segni pronostici di peste, ò contagio futuro, e presente, come altresì que’ segni, che salute, ò morte nell’inferno preludono; Istruzione, e modo, col quale si deve procedere nel governo dello Stato, in sospetti di contagio, diligenze, e provvisioni necessarie. Stato calamitoso, e deplorabile della Città di Torino; Ordini, e cautele da osservarsi in occorrenza di peste; Regole mediche per preservarsi dal morbo contagioso; come si debba governare nell’uso del mangiare, e bere, del sonno, e della vigilia, del moto, e della quiete, e delle passioni dell’animo. Si additano alcuni rimedi, e sacchetti preservativi; Modo di curare il morbo pestifero, e suoi sintomi più gravi. Dissertazione sopra l’uso del salasso, e medicine solutive. Sudorifici commendati; Come si debba procedere nella purificazione delle città, e case, cose mobili, ed immobili. Ricette varie et profumi. Profumo del medico Bartolomeo Silvio lodato dall’autore. Istruzione a Segretari e Deputati pel nettamento della Città in tempo d’inverno”.

 

Si consideri che quando il Fiochetto operava non erano ancora note le cause della peste e quindi la sua origine era individuata in ambiti in cui gli aspetti patologici si amalgamavano ad altri di ordine simbolico: corruzione dell’aria prodotta da fenomeni celesti (comete, congiunzioni planetarie, eclissi, ecc.); emanazioni putride di varia origine; pestis manufacta, cioè il risultato della propagazione del contagio attraverso “l’unzione” effettuata per diverse motivazioni; punizione divina.

 

La presenza endemica di una malattia devastante come la peste e soprattutto il mistero che ne circondava le origini, ebbe naturalmente una forte ricaduta sulle credenze e sulle certezze (false) caratterizzanti l’eziologia della malattia.

In questo senso, ancora oggi, le tesi non concordano: naturalmente il confronto tra gli studiosi si pone sul piano scientifico e soprattutto sui vettori della peste.

 

Una corrente enfatizza il ruolo svolto dalla pulce del ratto (Rattus rattus), la Xenopsylla cheopis. La pulce succhiava il sangue infetto del ratto, trasmettendolo ad altri roditori della sua specie. Un’altra corrente ritiene invece fondamentale, per la trasmissione della peste, la pulce umana, Pulex irritans; in questo modo si ipotizza un passaggio del morbo da uomo a ratto e ritorno.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/05/2020