Nell'ex caserma Cavalli i profughi tunisini e libici

Possibile la concessione della struttura di Borgo Dora al Sermig

L'ex caserma Cavalli di Borgo Dora data in concessione al Sermig di Ernesto Olivero per ospitare profughi tunisini e libici?

Una prospettiva che non raccoglie consensi tra alcuni cittadini del quartiere. In una realtà  in cui esistono già conflitti sociali latenti, alimentati dalla presenza di strutture come il Sermig stesso, la mensa del Cottolengo, i due Can go (il "bus della droga", ossia il progetto itinerante dedicato ai tossicodipendenti) che periodicamente sostano nei pressi del ponte ferroviario della linea Torino-Ciriè-Lanzo e nella vicina corso Giulio Cesare, tutti concentrati in pochi metri quadrati, il rischio è quello di far esplodere una polveriera.

Tra un mercato (il Gran Balon) in crisi, i giardini di piazza Borgo Dora sempre più mal frequentati tanto da costringere un privato cittadino a chiuderli tutte le sere, un clima di generale insicurezza e un rapporto a dir poco conflittuale tra residenti e autonomi dei centri sociali che bazzicano volentieri in zona, ora è pronta anche una raccolta firme per impedire che "l'impero di Olivero" si espanda.

Tanto più che nel neppure troppo lontano 26 giugno 2006 un comitato promotore guidato da Felice Aricò, proprio il custode in pectore dei giardini di piazza Borgo Dora, aveva consegnato una petizione con 610 firme a sindaco, prefetto e questore inoltrando una proposta concreta: salvare l'ex caserma Cavalli dalla rovina, assegnandola alla Polizia di Stato che invece nella sede delle Porte Palatine paga un caro affitto.

 "Siamo certi che, dopo l'opportuno risanamento, l'ex caserma adibita a sede del Commissariato soddisferà i nuovi inquilini e farà felici tutti coloro che vivono, lavorano e gravitano in zona nel rispetto delle regole" era scritto nella petizione.

Nessuna risposta.

Da allora, solo un rincorrersi di voci, varie ipotesi di riqualificazione dell'ex caserma tra cui una secondo la quale l'edificio sarebbe diventato una scuola. In effetti era un obiettivo.

Ora, però, pare proprio che il Sermig sia intenzionato a farne un centro profughi, e stia raccogliendo le firme di adesione. Ma alcuni tra gli stessi residenti che hanno sottoscritto la petizione del 2006 non ci stanno.

"Con la nostra proposta, i costi di ristrutturazione si sarebbero potuti ammortizzare negli anni non avendo più un onere di affitto, inoltre si sarebbe recuperato un edificio storico con spazi maggiori e più fruibili tanto per la polizia quanto per gli utenti. Così si coniuga risparmio e miglioramento dei servizi della comunità"  si legge in una ulteriore lettera scritta dal Comitato promotore.

A guidare i "ribelli", soprattutto due donne (e mamme) del quartiere, Catia e Patrizia, che dicono: "C'è già troppa insicurezza in zona, consegnare la caserma ai profughi significherebbe rischiare di alimentare il degrado in Borgo Dora. Anche perché il Sermig li ospiterebbe di notte, ma di giorno li lascia per strada, come fa attualmente con molti disperati. Visto che noi residenti paghiamo l'affitto come zona centro, non capiamo perché tutte le criticità debbano essere concentrate nel nostraoquartiere".

C'è anche chi ha già firmato per sostenere il Sermig, anche tra i residenti stessi, ma Catia e Patrizia assicurano: "Alcuni dei firmatari non hanno capito che si vuole destinare la caserma all'accoglienza dei profughi".

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Articolo pubblicato il 06/06/2011