«Cara Adele, caro Sigismondo. Millerose fu cominciamento di un sogno…»

Il carteggio Savio-Castromediano (1859-1905), curato da Maria Alessandra Marcellan, presenta uno spaccato della storia personale di due protagonisti del periodo risorgimentale ed espone importanti informazioni “vissute” concernenti la Storia con la “esse” maiuscola

Il duca Sigismondo Castromediano, nato nel 1811 a Cavallino (Lecce), come patriota ha conosciuto le carceri borboniche per dieci anni, fino al 18 aprile 1859 quando, dopo una rocambolesca fuga, raggiunge Torino. Qui entra in relazione con esponenti liberali conservatori, in particolare nel prestigioso salotto della baronessa Olimpia Savio di Bernstiel. Sigismondo, detto il “Duca Bianco” per la precoce canizie, frequenta anche Millerose, la villa dei Savio posta sulla collina torinese, lungo il Po e al di sotto della Basilica di Superga (oggi scomparsa, è stata sostituita dall’Istituto Per Le Piante Da Legno E L’Ambiente, con accesso da corso Casale n. 476).

Sigismondo è affascinato da Adele, la figlia di diciotto anni di Olimpia, e ne chiede la mano all’inizio del 1860, ma non si decide mai a sposarla: stabilisce con lei una romantica amicizia, che oggi noi possiamo conoscere dalle lettere che si sono scambiati, fino alla morte di Sigismondo, avvenuta a Cavallino, il 26 agosto 1895.

Questa premessa è necessaria per poter apprezzare debitamente l’importanza del libro «Cara Adele, caro Sigismondo. Millerose fu cominciamento di un sogno…» Carteggio Savio-Castromediano (1859-1905), curato dalla professoressa Maria Alessandra Marcellan, qualificata studiosa del Risorgimento, di recente pubblicazione (Congedo, 2018), dopo anni di paziente impegno.

È opportuno evidenziare che dopo il testo di Raffaello Ricci, “Le memorie della Baronessa Olimpia Savio”, scritto per incarico del figlio Federico ed edito nel 1911, nulla era stato pubblicato sulla base dei documenti originali. Erano stati ricavati brevi articoli e modesti saggi dal libro, che contiene parecchie inesattezze, come il luogo della morte di Olimpia.

Per la prima volta è stato raccolto, trascritto fedelmente e annotato dalla curatrice, l’epistolario tra i Savio e il duca Castromediano finora conosciuto (quello del Museo del Risorgimento di Torino) e quello sconosciuto (dei Castromediano di Lecce, dal quale sono state trascritte 40 lettere). Sono state poi aggiunte in nota notizie di lettere dei Savio provenienti dal Museo del Risorgimento di Roma, da un archivio privato in provincia di Cesena e dalla biblioteca di Vignola (Modena).

Il Comune di Cavallino si è da tempo impegnato nel recupero e nella tutela delle memorie di Sigismondo, “Patriota Scrittore e Promotore di Cultura”, con un Convegno di Studi, nel 2008, ed un secondo nel 2012. Come scrive, in apertura del volume, l’onorevole Gaetano Gorgoni, Consigliere Delegato alle Attività Culturali, dopo il riordino completo dell’Archivio Castromediano e del carteggio di Sigismondo, era doveroso procedere alla raccolta delle lettere del “Duca Bianco” non conservate a Cavallino, in primo luogo di quelle indirizzate a Olimpia e Adele Savio, custodite presso il Museo del Risorgimento di Torino, e ancora in attesa di una edizione completa, curata e annotata.

L’opera di Alessandra Marcellan rappresenta così «la terza tappa di un virtuoso percorso culturale intrapreso dal Comune di Cavallino che si intende continuare con altri significativi contributi».

L’Epistolario fornisce, sempre secondo l’onorevole Gorgoni, in primo luogo «… una diversa, ancora più coinvolgente, immagine del personaggio, rispetto a quella già conosciuta dell’eroe del Risorgimento: si rivela l’uomo con tutti i suoi sentimenti, le gioie, i dolori e, soprattutto, i suoi intimi affetti, in cima ai quali vi è Adele Savio di Bernstiel», alla quale il Comune di Cavallino ha intitolato nell’ottobre 2013 un parco assai frequentato.

Ma da questo libro si possono anche trarre importanti informazioni “vissute” concernenti la Storia con la “esse” maiuscola del periodo risorgimentale, come bene spiega Maria Alessandra Marcellan nella sua Introduzione: «… Dalle lettere traspare un microcosmo di personaggi e di temi che evidenziano i valori e gli affetti degli interlocutori: la patria, la religione, la politica, la scienza, l’arte, la letteratura, i sovrani del regno sabaudo e napoletano, gli uomini, che stavano compiendo l’Italia, la nobiltà torinese e leccese e la famiglia.

Quell’arco di tempo comprende i grandi eventi che portarono all’Unità d’Italia e il percorso di una nazione che faticava a sentirsi «una», le attese fiduciose nell’avvenire e i disinganni di chi aveva sofferto per la libertà, il tramonto dei grandi ideali del Risorgimento e l’ascesa di protagonisti poco preparati o poco interessati al bene pubblico».

E ancora: «Accanto ai personaggi della grande Storia, compaiono nel carteggio persone meno grandi, ma degne di ammirazione per le loro storie quotidiane, come Davide, il fedele cameriere che il Duca si era portato a Caballino da Torino e che nel giugno 1866 si trova a Barletta, pronto a partire con i volontari garibaldini, col «grado di caporale», per liberare il suo Friuli, o la signora Chevallay, ritenuta un’inglese e che è, invece, una benefattrice del comune di Melazzo (AL), di nome Donna Emilia Moretti, moglie dell’avvocato Domenico Chevallay».

Il libro è stato presentato il giorno 29 settembre 2018 nel salone dell’IPLA spa (Istituto Per Le Piante Da Legno E L’Ambiente) di corso Casale, che ha i suoi uffici dove un tempo vi era la Villa Millerose.

 

«Cara Adele, caro Sigismondo. Millerose fu cominciamento di un sogno…»

Carteggio Savio-Castromediano (1859-1905)

a cura di Maria Alessandra Marcellan

Mario Congedo Editore, Galatina (LE), 2018, pp. 476.

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Articolo pubblicato il 21/10/2018