M5S: tutti i tormenti di Luigi Di Maio.

Da Casalino a Fico, passando per Salvini e i sondaggi, cosa non fa dormire il leader 5 Stelle.

Che governare sarebbe stato più complesso che stare all’opposizione era sotto gli occhi tutti.
Che governare in collaborazione con un altro partito, la Lega, lo sarebbe stato ancora di più era fuor di dubbio, anche se, tutto sommato, i primi mesi dell’esecutivo sono volati senza grossi intoppi.
Anzi, guardando la fiducia che gli italiani sembrano accordare all’intera squadra di governo, per Di Maio & Co. ci sarebbe da stare sereni: in tutto oltre il 60% degli italiani dovesse votare oggi sceglierebbe uno tra Lega e M5S, e il Professor Conte, vero e proprio jolly tirato fuori dal duo Salvimaio, si è calato perfettamente nella parte di Avvocato degli italiani regalando alle opposizioni pochissimo spazio per polemiche e ricami politici, discussioni sul Cv a parte.

Allora cos’è che agita il sonno del giovane vicepremier?
La prima grande apprensione riguarda le promesse attraverso le quali è stato eletto e che dovrà per forza di cose mantenere, almeno in parte. Se fino ad oggi l’attenzione degli italiani se la son presa la lotta all’immigrazione e le vacanze, ora è arrivato il momento dell’azione.
Tuttavia le risorse destinate alla manovra economica più famosa (e discussa) grillina non paiono così automatiche, e  le intenzioni del Ministro dell’Economia Tria, uomo scelto da Mattarella per far quadrare i conti e tenere a bada le velleità di sforamento del bilancio da parte del Governo, sembrano andare da tutt’altra parte.
Solo la settimana scorsa Luigi Di Maio ha intimato l’inquilino di via XX Settembre di“trovare i soldi”, salvo poi cambiare tono vista la reazione della stampa.
In pressing nelle ultime ore ci è andato anche il portavoce del premier Conte Rocco Casalino: di lui è stata diffusa una nota vocale Whatsapp in cui minaccia i funzionari del Mef “di una mega vendetta” se non si trovassero i fondi per il reddito di cittadinanza.


Il portavoce, parlando con due giornalisti dell’Huffington Post, dichiara “…C’è chi giura che se poi non dovessero all’ultimo uscire i soldi per il reddito di cittadinanza tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori una marea di gente del Mef. Non ce ne fregherà veramente niente, ci sarà veramente una cosa ai coltelli. Nel senso che… Ormai abbiamo capito che Tria c’entra il giusto, c’entra relativamente, ma il problema è che ci sono lì al ministero dell’Economia una serie di persone al ministero dell’Economia che stanno lì da anni, da decenni, hanno in mano tutto il meccanismo e proteggono il solito sistema e non ti fanno capire tutte le voci di bilancio nel dettaglio e in modo che si possa tagliare. Non è accettabile che non si trovano 10 miliardi del cazzo. Non è che stiamo parlando di 200 miliardi, stiamo parlando di 10 miliardi. Quindi. Una manovra di 10, 20 miliardi la fanno tutti i governi. Non è niente di straordinario. Il fatto che c’è questa resistenza fa capire che c’è qualcosa che non va. Se per caso.. Noi crediamo che andrà tutto liscio, ma se dovesse venire fuori all’ultimo ‘ah i soldi non li abbiamo trovati’, nel 2019 ci concentreremo soltanto a far fuori tutti questi pezzi di merda del Mef“.

Dichiarazioni che, come prevedibile, hanno scatenato le opposizioni; sia Martina che Gasparri ne hanno chiesto l’allontanamento, mentre Luca Malan, senatore Forza Italia, pretende vengano presi provvedimenti penali.
Una polemica che, secondo alcuni maligni, è stata fatta scoppiare appositamente dallo stesso Casalino, maestro nella Comunicazione, utile a compattare il Movimento 5 stelle e far sapere ai propri elettori quanto non siano pronti a fare passi indietro sul reddito di cittadinanza.
Non dovesse essere approvato, sono già stati individuati i colpevoli.

Rocco Casalino è il nome caldo del momento: l’ex concorrente del Grande Fratello era stato già nell’occhio della bufera per lo stipendio che lui e il suo staff percepiscono, sostanzialmente invariato dai tempi di renziani. Chi di spada ferisce …

Vi è poi Roberto Fico, Presidente della Camera in quota 5 stelle salvo scoprirsi più “de sinistra” che si può dal giorno dopo della sua elezione, il quale alterna partecipazioni alle feste dell’Unità a dichiarazioni e prese di posizione spesso in contrapposizione alle scelte del Governo. L’ultima è la battaglia contro la pace fiscaleSono contrario a ogni tipo di condono fiscale, comunque si chiami questo condono fiscale”. L’affondo è contro la Lega, promotrice di tale proposta, sempre più stizzita verso uno che i teoria doveva ricoprire le vesti di alleato, e invece bacchetta giornalmente la gestione dei migranti tenuta dal Governo.

Infine i sondaggi, che vedono il Movimento perdere terreno nei confronti della Lega: si era partiti che i “verdi” erano la metà dei “gialli”, ma in pochi mesi le percentuali si sono stravolte. Pagano lo scotto del governo, delle scelte difficili e dell’inesperienza, e non può far piacere il ritorno della passione tra il Cavaliere e Salvini, testimoniata da cene e promesse di un futuro insieme.
Il primo amore è difficile da scordarsi,  e il buon Luigi rischia di fare la fine del giovane, prima sedotto e poi abbandonato.

 

 

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Articolo pubblicato il 22/09/2018