Chiusure domenicali: misura irragionevole o di buon senso?

Chi è d’accordo e chi no con la nuova proposta annunciata da Di Maio

La proposta avanzata dal governo gialloverde e più specificamente da Luigi di Maio è una di quelle che fa discutere, e sta già dividendo l’opinione degli italiani.
L’idea, cioè, di tenere chiusi gli esercizi commerciali la domenica e durante le festività sta trovando il plauso dalla Confesercenti Nazionale che, a suo tempo, già nel 2012 aveva iniziato questa battaglia con tanto di raccolta firme e una proposta di iniziativa parlamentare, mentre viene mal vista dai giganti della distribuzione, impauriti nel vedere i ricavi calare.

I favorevoli. Vasta e variegata è la platea d’accordo con la chiusura festiva dei negozi: c’è chi sottolinea come i consumi totali per persona non siano aumentati attraverso le maggiori liberalizzazioni, mentre altri puntano il dito sullo stato di sfruttamento in cui versano molti dei lavoratori della Gdo (grande distribuzione organizzata). Vi è poi il partito della famiglia, che sostiene come i centri commerciali la stiano lentamente distruggendo; o chi ne fa un discorso di civiltà sperando che la mossa del governo faccia uscire dalla gabbia dei grandi magazzini migliaia di zombie dirottandoli in campagna, al lago o comunque all’aperto.

Sempre Confesercenti ha divulgato un documento in cui si confrontano le aperture dei negozi nei vari paesi europei: da nessuna parte, tranne che in Italia, vi è libertà di apertura tutto l’anno e per tutte le domeniche e/o giorni festivi. C’è da dire però che, salvo Austria e Germania, in cui durante le domeniche e le vacanze gli esercizi dello località non turistiche debbono restare chiusi, nel resto d’Europa abbondano le eccezioni alla serrata festiva: in Francia l’apertura domenicale è concessa fino alle 13, ma si può andare oltre nelle zone turistiche, termali e nelle città con oltre un milione di abitanti; in Spagna la decisione spetta alle singole regioni che hanno la possibilità di tenere aperto 12 giorni festivi l’anno.
E così via un po’ per tutti i paesi, con il Regno Unito, leader delle liberalizzazioni, che impone la chiusura obbligatoria solo nei giorni di Natale e Pasqua.

Naturalmente d’accordo con la stretta governativa ci sono i sindacati secondo cui un intervento è necessario per porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita dei lavoratori.

I contrari. A osteggiare la proposta del Ministro del Lavoro vi sono i rappresentanti della GDO Italia che spiegano così la loro posizione La grande distribuzione occupa 450 mila dipendenti - sottolinea l’ad di Conad Francesco Pugliese -. Le domeniche incidono per il 10% e quindi sicuramente avremo circa 40-50mila tagli. Ora quei 400 mila saranno felici di non lavorare, i 50 mila non so se lo saranno”.
Per l'ad di Conad, la liberalizzazione delle aperture guarda soprattutto “nell'ottica dei cittadini. Ci sono 19 milioni e mezzo di persone che vanno a fare la spese nei negozi la domenica”.

Quindi viene usato il tema del lavoro, con la tesi che molti giovani, specie ragazzi universitari e non, trovino nell’impiego domenicale una primaria fonte di reddito oltre che la possibilità di iniziare a fare esperienza lavorativa.
C’è poi la concorrenza con il mondo dell’e-commerce che piano piano sta mangiando fette di mercato sempre più grandi agli esercenti fisici: limitare ulteriormente la loro apertura sarebbe, denunciano molti, un assist troppo grande per giganti quali Amazon o Alibaba.

C’è chi poi ha sempre lavorato di domenica e che stizzito si lamenta “allora chiudiamo anche i ristoranti, i bar, gli ospedali e i commissariati … e perfino i mezzi di trasporto, non li facciamo circolare la domenica!”
A capeggiare la rivolta dei contrari alla nuova proposta l’ex primo ministro Matteo Renzi che in un post su facebook definisce Luigi Di Maio come il “Ministro della disoccupazione” , chiudendo in maniera tagliente “se questo provvedimento sarà approvato, tanti ragazzi perderanno il posto di lavoro. Tanto fanno il reddito di cittadinanza, no?

La popolazione è spaccata e sul tema non c’è una vera e propria idea maggioritaria. Di Maio ha già fatto intendere che modificherà in parte la proposta, proponendo un sistema di turnazione per cui nei giorni festivi un esercizio su quadro sarà aperto.
"Tutto questo, ha aggiunto il Ministro del Lavoro, lo si fa perché da quando ci sono le liberalizzazioni i ragazzi sono sfruttati e lavorano in condizioni indegne, stando sempre lì dentro visto che la grande distribuzione vorrebbe stare aperta 24 ore su 24 con il solo obiettivo che è il profitto e basta”.
Battaglie un tempo di sinistra, ormai completamente ignorate da quella parte politica.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/09/2018