Renzi e Berlusconi pronti a fondare un partito insieme?

…E intanto l’ex sindaco gira un documentario sulle bellezze di Firenze

Il nome ci sarebbe già, Viva l’Italia, e sul programma ci starebbero lavorando. Di sicuro la nuova formazione ottenuta dalla fusione tra Partito Democratico e Forza Italia si proporrebbe come un partito moderno e europeista, una sorta di argine a quei populismi che, nella narrazione dei dirigenti pd e forzisti, hanno preso il potere in Italia.
Per il resto non si sa altro e l’indiscrezione- perché di questo si tratta- non dà ulteriori dettagli.
A prevedere questo connubio, fino a pochi anni fa inimmaginabile, ci ha pensato la rivista economica ItaliaOggi, che ha indicato come l’inizio della Leopolda la data della possibile nascita.

Di certo un partito che raccolga idee e programmi di centrodestra e centrosinistra spalancherebbe scenari inediti nella politica nostrana, capovolgendo la dicotomia destra-sinistra su cui abbiamo imparato a riflettere (e dividerci).
Ma pensandoci bene, non sono proprio gli acerrimi nemici di Renzi e del Cav., i 5 Stelle, a considerare superata la distinzione tra destra e sinistra? …Evidentemente tale convinzione sta trovando sempre più consenso tra i vertici dei democratici e forzisti.

 

Dietro questa unione ci sarebbe il lavoro paziente del duo Lotti-Letta, uno che di inciuci e patti segreti se ne intende alla grande, e al tavolo siederebbero interessati anche Antonio Tajani, cui preme la rielezione come Presidente del Parlamento Europeo, e Gianni Malagò, Presidente Coni e vicinissimo a Renzi.
Di certo non sarebbe possibile coinvolgere all’interno di Viva l’Italia tutti quei leader (o presunti tali), che hanno passato la propria carriera politica tra i banchi dell’anti berlusconismo, come D’Alema, Prodi, Bersani o Fassino: c’è da dire che, come confermato dall’ultimo giro elettorale, i voti in grado di muovere queste persone sono ormai minimi, e per molti sarebbe il caso di prendere in seria considerazione l’idea della pensione.

 

Al di là del nuovo soggetto politico una cosa è evidente: Berlusconi e Renzi, non possono restare inermi a guardare i rispettivi partiti crollare nell’anonimato; come la maggior parte dei sondaggi evidenziano, il Pd sarebbe ancorato al 15%, con tendenze al ribasso (chissà perché viene quasi sempre sovrastimato in campagna elettorale) e il partito del Cavaliere a meno della metà, un misero 7%.
Berlusconi, poi, non ha mai fatto mistero di vedere in Renzi il suo più plausibile erede (“Renzi? Mi piacque molto sin da quando venne a Arcore. Ebbi già la netta impressione di non trovarmi di fronte a un comunista” dichiarò a La7 solo un anno fa”, ndr), mentre su Salvini ha sempre dispensato complimenti di circostanza, più legati a un interesse elettorale che non a della reale stima: troppo rude, troppo aggressiva la sua politica, nei toni e nei fatti.

 

Il possibile matrimonio si basa su una scommessa comune, ossia che il nuovo governo gialloverde in autunno metterà in mostra tutti i limiti e le contraddizioni che per ora è riuscito a nascondere, dalle differenze ideologiche (per ora si è seguita la linea Salvini, ma all’interno del Movimento non è così condivisa da tutti) a quelle programmatiche (abolizione Fornero, Flat tax, reddito di cittadinanza, pare improbabile le realizzino tutte): lo scoglio sarà la legge di bilancio, in cui l’esecutivo dovrà stabilire come investire le poche risorse a disposizione facendo scelte precise. E sulla legge c’è già lo sguardo severo di Bruxelles che si aspetta vengano rispettati i parametri stabiliti e degli investitori internazionali che useranno lo spread come strumento da giocarsi all’occorrenza.
Nell’ipotesi di uno stallo, Viva l’Italia si proporrebbe come soluzione alternativa e moderata, europeista e dialogante, al populismo gialloverde, in grado di trainare fuori dall’impasse l’italia: ma per ora si tratta solo di uno scenario…

 

Nel frattempo Renzi è stato visto fare levataccia domenica scorsa: erano circa le 7.00 di una soleggiata domenica estiva quando in Santa Croce prima e sul Ponte Vecchio sono iniziate le riprese del docufilm sulle bellezze di Firenze condotto dallo stesso ex sindaco e ora senatore.

L’opera, che interesserà tutti i luoghi più celebri del capoluogo toscano –Palazzo Ricciardi, Uffizi, Duomo, Palazzo Vecchio, ecc- era stata proposta a Mediaset che però si è detta non interessata.
Primi intoppi per la nascita del nuovo partito?

                                                                                         

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Articolo pubblicato il 23/08/2018