Roberto Saviano indagato per diffamazione nei confronti di Salvini.

Il Ministro degli Interni non indietreggia “Ritirare la querela? Ci mancherebbe altro..”

 

La querelle Saviano- Salvini continua senza sosta e si arricchisce di un capitolo in più, l’apertura dell’indagine a carico dello scrittore per diffamazione.
Un atto dovuto, come fanno sapere dalla Procura di Roma, avvenuto in seguito alla denuncia del Ministro degli Interni depositata il 19 luglio scorso. Tra le righe Matteo Salvini ha motivato che le frasi usate dallo scrittore sarebbero “lesive della sua reputazione e del Ministero dell’interno stesso”.
Come è noto Saviano ha preso a definire il neo inquilino del Viminale come ministro della Malavita -citando un termine coniato da Gaetano Salvemini, ndr- e  facendo pericolosi parallelismi tra la mafia e il suo operato “…la mafia minaccia. Salvini minaccia…”.
Frasi che sono parse inaccettabili allo stesso Ministro che, raggiunto dai giornalisti alla Camera, ha dichiarato “È indagato? Mi sembra il minimo. Io adoro la critica, ma un conto è la critica, un altro darmi del mafioso. Se qualcuno mi dà dell'assassino ne paga le conseguenze, quella non è critica politica, quello è insulto. Spero che ci sia un giudice che rapidamente riconosca che qualcuno ha sbagliato. Poi a me non interessano i soldi di Saviano, se me ne venisse in tasca una lira, la devolvo in beneficenza. Però è giusto che qualcuno si prenda le responsabilità di quello che dice".

 

L’autore del bestseller Gommorra ha risposto all’iscrizione nel registro degli indagati dichiarando di non voler arretrare di un centimetro dalle posizioni prese “Affronterò la querela del Ministro della Mala Vita a testa alta. Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero. Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta”.

 

L’intento è quello di voler continuare lo scontro e conquistare sul campo i gradi dell’antagonista più agguerrito e combattivo nei confronti dell’attuale governo: solo pochi giorni fa dalla pagina facebook di Saviano è partita una lunga invettiva contro Salvini e le sue politiche migratorie che si concludeva con un appello; la richiesta a tutti i cittadini e gli esponenti di spicco della società civile di alzare la voce, di far sentire forte e chiaro il proprio dissenso verso quello che definisce il Ministro della Malavita. A differenza dei governi Berlusconi, in cui era netta la distinzione tra noi e loro, lo scrittore annota “Oggi non è più così e in questo governo si stenta a scorgere i germi di qualcosa di estremamente pericoloso…”

E ancora “Questo governo, in maniera maldestra ma evidentemente efficace, speculando sulle difficoltà di molti, utilizza come arma di distrazione di massa l'attacco ai migranti e alle Ong. Sta accadendo un orrore davanti al quale non si può tacere: mentre il M5S e la Lega litigano sui punti fondamentali del loro accordo, ci fanno credere che il nostro problema siano i migranti (…) Questo non è uno scontro tra me e Matteo Salvini. Per me non c'è nulla di personale, sento fortissimi il dovere e la necessità di parlare per chi non ha voce. Per i seicentomila immigrati presenti in Italia che devono essere regolarizzati ora, subito, perché siano sottratti allo stato di schiavitù in cui versano. Per le Ong che hanno iniziato a fare salvataggi in mare, aiutando gli Stati europei e l'Italia a gestire un fenomeno che non può essere bloccato, ma solo ben amministrato perché è palesemente una risorsa…”
Chiudendo con un invito rivolto agli italiani “Voi siete il piccolo seme dell'umanità, senza di voi l'Italia è perduta. Allora, da che parte state?”

 

Una chiamata alle armi senza precedenti, una crociata che per ora ha visto l’adesione di qualche personalità di spicco, per o più già nota per le posizioni pro migratorie, come Laura Boldrini, Nicola Zingaretti, Gino Strada, Paolo Veronesi, il fumettista Vauro, la rivista Rolling Stones e, un po’ inaspettatamente, “Famiglia Cristiana”.
Il giornale a ispirazione cattolica nell’ultimo numero è uscito in edicola con un “Vade retro Salvini”, la faccia del Ministro che si copre parzialmente il volto e una mano, divina, che lo spinge indietro.
E, sempre in copertina, a precisa “la cei, i singoli vescovi, le iniziative di religiosi. La chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro degli interni. Niente di personale o ideologico, si tratta del Vangelo.

Un fronte, quello cattolico, che nonostante la proposta leghista di riportare i crocifissi nelle scuole italiane, rischia di allargarsi: sono sempre più i prelati che, citando le sacre scritture, predicano una maggiore solidarietà e accoglienza verso il prossimo. Nella trasmissione radiofonica La Zanzara spopolano le invettive di un parroco, don De Capitani, contro le politiche di Salvini, e lo stesso Papa Francesco, pur non entrando direttamente nel dibattito, ha più volte ricordato che lo scopo dell’uomo è quello di creare ponti, e non muri.

Tra i religiosi che si sono espressi in favore del Ministro degli Interni vi è Don Pietro Morselli intervistato da “Il giornale” che a chi gli chiede se le politiche salviniane vadano contro il Vangelo risponde "Assolutamente no: non è contro l’accoglienza dei migranti tout-court, ma vuole semplicemente cambiare il modo con cui il problema dei flussi migratori è stato gestito in Italia. E in questo si pone contro i poteri forti, che come gli alchimisti giocano sulla sostituzione della civiltà cristiana, e i loro utili idioti: chi ci 'mangia sopra' e anche chi, in un modo un po' ingenuo, sostiene questi progetti mondialisti senza rendersi conto della loro portata".

 

 

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Articolo pubblicato il 27/07/2018