Che fine ha fatto l’opposizione?

Perse le tracce di Pd e FI, mentre la Meloni sostiene pubblicamente il Governo.

 

Così è fin troppo facile.
Dai banchi della maggioranza qualcuno potrebbe pensarla così sfogliando i molti report e sondaggi riguardanti il consenso attorno all’azione di governo e osservando le desolanti ed incerte risposte provenienti dalle fila dell’opposizione.
Si sa, di solito i primi mesi di governo sono caratterizzati da una sorta di luna di miele, un periodo in cui tutti i propositi vengono presi per buoni e la gente ripone grande fiducia nell’esecutivo di turno. Poi, con il passare del tempo e delle promesse non mantenute, la popolarità inizia a calare, così come il consenso.

 

Dunque è presto per parlare, ma in quest’estate dominata dal tema immigrati e dall’onnipresente Salvini, è veramente dura trovare un sussurro d’orgoglio da parte dei partiti che non sostengono il governo, a partire dal Partito Democratico, dove Martina, il reggente, pare già sul viale del tramonto, oscurato dall’ingombrante presenza di Renzi che continua a giocare a nascondino, alternando comparsate in tv a partite di tennis.
Ogni tanto qualche Orfini o Richetti si concedono il lusso di presenziare dalla Gruber regalando ogni volta decimali a chi contestano.
Andando al di là dei nomi, che sono quelli che sono, l’impressione è che sia tutto il Partito ad essere immerso in un perenne stato confusionale, incapace di rispondere alle veloci offensive leghiste: l’unica soluzione trovata, ad oggi, è stata quella di bollare tutti come fascisti. Pochino.

 

A destra il governo gialloverde può contare solo sull’appoggio della compagine leghista, in tutto 125 deputati e 58 senatori, tuttavia sono molti tra le file di Forza Italia e Fratelli d’Italia ad approvare le politiche salviniane: secondo uno studio condotto da Ixe il 91% degli elettori berlusconiani condivide quanto sta facendo il neo Ministro degli Interni, cosa più volte sottolineata anche dalla Mussolini, europarlamentare Fi, che rivolgendosi all’ex Cav ha dichiarato “Non possiamo fare opposizione alla Lega con il Pd”.
Ed è proprio questa una delle chiavi che potrebbe rivelarsi di successo per il nuovo governo: il fatto che un gran numero di oppositori-quelli di destra- in realtà siano più vicini alle posizioni governative che non a quelle di sinistra.

Sempre secondo questo sondaggio, la linea Salvini sarebbe approvata dal 100% degli elettori di Fratelli d’Italia: con questi numeri impossibile fare opposizione per la Meloni. E l’impressione è che sia la stessa leader di Fratelli d’Italia a non averne alcuna intenzione, sostenendo pubblicamente la proposta di censire i rom.  


Insomma, tutto l’arco parlamentare riconducibile alla destra, per ovvie ragioni, si troverà a fare un’opposizione blanda, che magari vedrà accendersi su altri temi: ad oggi mi viene in mente solo la ventilata riforma della giustizia.
A stupire persino i dati relativi agli elettori democratici: uno su due si dice d’accordo sulla linea dura attuata dal governo, mentre gli unici dichiaratamente ostili sono gli elettori di LeU, poca roba.

 

Uno scenario, questo, strabiliante soprattutto per la Lega, che, sempre stando a vari sondaggi, sarebbe addirittura alla pari del Movimento 5 stelle, entrambi intorno al 30%: la differenza è che, se per il Carroccio il balzo in avanti sarebbe notevole, quasi il doppio rispetto alle politiche del 4 marzo, per l’azionista di maggioranza del governo, il M5S, si tratterebbe di un bel pasettino indietro.

Innegabile evidenziare come, fin dalle prime battute di questo esecutivo, a farla da padrone sia stato il segretario leghista che monopolizza l’attenzione dei media con provvedimenti e annunci.
Luigi Di Maio nelle ultime ore ha provato a rilanciare dichiarando di voler a sua volta schedare i raccomandati della Pubblica Amministrazione e inaugurando guerra alle catene che si occupano di distribuzione del cibo sottopagando i propri dipendenti.
Fodoora, Deliveroo e altri marchi hanno deciso di partecipare a un tavolo con il Ministro del Lavoro, facendo però sempre presente che, qualora non sussistessero più le condizioni, lascerebbero il mercato italiano, e di conseguenza vari lavoratori a casa.
Insomma, hanno il coltello dalla parte del manico, e i risultati a cui può ambire Di Maio sembra possano essere più limitati e meno eclatanti di quelli del suo collega al Viminale.

 

L’impressione che il giallo stia venendo velocemente ricoperto da uno strato di verde è piuttosto evidente, specie tra la base del M5S: sul blog solo molti gli utenti a chiedere di bloccare la deriva di destra che sta assumendo l’esecutivo, chiedendosi “Fico, Dibba, Lombardi…che fine avete fatto?” come scrive uno.

Altri si interrogano se, oltre all’immigrazione, si tornerà a parlare di superamento della legge Fornero, Jobs Act e reddito di cittadinanza, avanzando la proposta di lavorare sin da subito sulla legge anticorruzione, in modo da vedere “da che parte sta Salvini”.
Un mal di pancia per ora sotto controllo ma che potrebbe crescere se la linea 5Stelle non riuscisse a emergere… “e la spiegazioni su cosa sia successo a Roma ancora non ci sono state fornite..”, si lamentano in tanti.

 

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Articolo pubblicato il 21/06/2018