Ungheria: è il trionfo di Orban!

Il partito Fidesz- Unione Civica Ungherese mantiene la maggioranza assoluta in Parlamento.

L’altissima affluenza fatta registrare alle 19 di ieri, ora di chiusura dei seggi, aveva in qualche modo messo in allarme lo staff di Viktor Orban: ci si chiedeva se quel 68% di aventi diritto, in tutto oltre cinque milioni di ungherese, e quasi l’8% in più rispetto alla precedente tornata elettorale, fosse andato a votare per far sentire il proprio malumore. Per urlare il proprio disappunto contro Orban e le sue politiche anti Ue.
Così non è stato, il partito Fidesz ha ottenuto il 49% dei voti che, con la legge elettorale ungherese, garantiranno a Orban 106 dei 199 seggi dell’Assemblea Nazionale; da aggiungere a ciò anche un 16-18 scranni portati in dote dal suo alleato, il Partito Cristiano Democratico. Si tratta di un potere immenso del quale potrà disporre per cambiare ulteriormente la Costituzione.

Orban, dunque, si conferma per la terza volta consecutiva e quarta in totale a capo dell’Ungheria, diventando, insieme alla Merkel, il Primo Ministro più longevo di tutta l’Unione Europea.
Un bel risultato per un uomo massacrato dai media e dalla stampa internazionale per mesi: certo i suoi avversari erano poca roba, anche se spaventa il balzo in avanti fatto dall’estrema destra Jobbik. Il Movimento per un’Ungheria migliore strappa il 20% dei consensi, ed è paradossale che il principale nemico di Orban venga da destra, mentre dall’altra parte del Danubio, a sinistra, restano le macerie: il listone rosso-verde costituito da Socialisti e Partito ecologista si attesta a un misero 12%.
La sinistra ne esce con le ossa rotte pure in terra magiara.

Gli ungheresi hanno così premiato un leader che ha fatto avanzare il proprio Paese, portando il Pil a una crescita del 4% -4,2% nel 2017- e una disoccupazione di poco sopra il 3%, contro il 12 dell’era pre Orban.
Ed evidentemente sono state apprezzate anche le battaglie contro l’invasione islamica e l’immigrazione incontrollata, denunciate a più riprese dallo stesso Primo Ministro Ungherese , a cui son seguiti la creazione di barriere e fili spinati anti-migranti; grande attenzione è stata riservata anche allo scontro con George Soros, magnate e filantropo americano di radici ungheresi, accusato dallo stesso Orban di voler favorire l’islamizzazione dell’Ungheria. “Soros è il simbolo dei poteri internazionali che non vogliono un’Ungheria libera ma vogliono solo sfruttarci”.

Un altro fronte sempre aperto è stato quello con Bruxelles, contro cui il leader Fidesz ha ammonito “l’Unione Europea vuole cancellare la nostra tradizione e la nostra religione cristiana”. E ancora “Vogliono portarci via il nostro Paese e solo noi di Fidesz possiamo opporci”.
Tuttavia stamane ai cronisti che gli fuori dal seggio gli chiedevano se avrebbe continuato a sua battaglia contro l’Europa ha riposto «L’Ue non è a Bruxelles, ma a Berlino, a Budapest, a Praga e a Bucarest. Noi difenderemo gli interessi dell’Ungheria, che rimane leale membro delle organizzazioni internazionali. Noi ci batteremo per il nostro Paese».

 

 

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Articolo pubblicato il 09/04/2018