Elezioni: è partita la gara a chi la spara più grossa!

Renzi vuole abolire il Canone Rai, Grasso le tasse Universitarie, e Berlusconi …

Il conto alla rovescia è partito.
Meno di due mesi alle elezioni, tanto agognate quanto, prevedibilmente, inutili. E come da copione sono partite le mobilitazioni: le forze di CentroDestra si radunano a Villa San Martino, sotto l’egida del’immortale Berlusconi, e quello che ne esce è una coalizione a quattro con Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Quarto Polo. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere il 40% e stando ai sondaggi non sarebbero nemmeno così lontani.
A interessare, però, sono soprattutto i programmi, o meglio, le promesse: Berlusconi spinge per un aumento dei posti di lavoro e soprattutto delle pensioni, portando le minime ad almeno 1000 euro. Salvini si è impuntato su tre nodi “non negoziabili”: il No allo Ius soli, una flat tax unica per famiglie e imprese posta al 15% e l’abolizione totale della legge Fornero. E se la prima pare una promessa semplice da ottenere, le altre due assolutamente no.
Portare un’aliquota unica svantaggerebbe chi ha meno e porterebbe ad ammanchi enormi nelle casse dello Stato, così come l’abolizione totale della sanguinosa Legge sulle pensioni: 350 miliardi la previsione di risparmio che lo Sato ha messo in conto grazie alla Signora Fornero fino al 2060.
Abolirla pare assolutamente improbabile.

Renzi punta al classico “più posti di lavoro”, promettendo di passare dai 23 ai 24 milioni di occupati, un milione in più che in epoca berlusconiana avrebbe sollevato l’ironia dei media, mentre ora passa inosservato rispetto alle tante balle che circolano.
In più la mossa del Canone Rai, abolito del tutto.
Dopo averlo spalmato sulla bolletta dell’elettricità, ora per magia viene fatto sparire.
Il segretario del Pd sa benissimo quanto gli italiani detestino questa tassa, e così prova a ingraziarseli … Basterà?
Certo, non si lamenti se dai più viene associato all’ex Cavaliere: le proposte sono del tutto simili a quelle paventate in passato da Berlusconi.

Non da meno l’ex Presidente del Senato Grasso, che ieri ha proposto l’abolizione totale delle tasse universitarie: si tratta di una legge che coserebbe 1,6 miliardi di euro, ancora una volta iniqua. E il fatto che lo sia è ancora più grave, visto che proviene da un partito che dovrebbe fare dell’equità un punto cardine.
Le tasse universitarie in Italia, infatti, nonostante il comune sentire non sono così elevate. O almeno, non lo sono per chi ha un reddito medio- basso: io, figlio di due lavoratori dipendenti, tra la prima e la seconda rata non ho mai superato i mille euro annuali e non era difficile incontrare gente che fosse del tutto esonerata da tale spesa.
Tagliare del tutto vorrebbe dire favorire ancora una volta chi ha un reddito più alto, oltre che abbassare ulteriormente le barriere d’entrata all’iscrizione: le Università diverrebbero veri e propri parcheggi per un sacco di ragazzi nullafacenti - sempre non lo siano già- e il titolo perderebbe ulteriormente di valore -sempre ne abbia ancora qualcuno-.

Vi sono poi casi in cui la promessa è addirittura contesa.
E’ il caso del reddito di cittadinanza grillino, ch si declina in reddito di dignità per Berlusconi.
Nonostante il nome , l’idea è la stesa, ossia garantire soldi a chi è senza lavoro.
In un Paese che vanta un tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa, specie quella giovanile, la mossa potrebbe portare a una marea di voti.
I pentastellati, che sono stati i primi ad aver intuito la potenzialità di tale proposta, propongono un 780 euro mensili, mentre il Capo di Mediaset spara a mille. Venghino signori, venghino!

Una corsa senza freni quella delle promesse, che hanno un comune denominatore: toccare il numero più vasto possibile di popolazione.
Non importa siano più o meno funzionali all’economia, l’importante è che cerchino di garantire un numero di voti maggiore.
E a chi chiede dove andranno reperiti quei soldi per coprire tutto ciò, il politico di turno risponde in termini generici, tagli agli sprechi e enti inutili, lotta all’evasione fiscale , tassazione del gioco d’azzardo, qualche grillino punta più sull’abolizione dei vitalizi, qualcuno di sinistra più alla tassazione dei ricchi, ma gira e mena la filastrocca è sempre la stessa.
Il politico, si sa, non si entusiasma più di tanto a parlare di tagli. Molto più bello parlare di promesse. E allora via con un’altra, non importa se sia insostenibile, l’importante è che faccia sognare gli italiani.
Ah prima che qualcuno ci arrivi, “Più pilu per tutti” è già stata proposta, il film era comico, anche se, notando a che punto siamo arrivati, dubitarne è lecito.

 

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Articolo pubblicato il 08/01/2018