Nasce Noi con l’Italia, la quarta gamba del Centrodestra.

Uno sparuto manipolo di dinosauri inaugura un partito evitabilissimo

E così finì che anche la destra si ritrovò con la sua lista civetta.
Un partito nuovo pieno di facce vecchie, idee pure quelle datate e un simbolo che, a vederlo bene, non può essere definito come il manifesto dell’originalità.
“Noi con l’Italia”, e come potrebbe essere diversamente, sembra la classica torta salata post cenone natalizio, dove si cerca di mixare gli avanzi del giorno precedente, con l’obiettivo di non buttare via nulla.
Quindi prendi un kg di alfaniani pentiti, come Lupi e Formigoni, due manciate di ex berlusconiani, magari che han creato un movimento fallimentare solo pochi mesi prima- leggere sotto il nome di Fitto-  dai una spruzzatina di montiani, un tocco di Tosi e rimuovi con cura il Quagliarello .
Mischia tutto e metti in forno a fiamma lenta per un tre mesi, tre mesi e mezzo.
Il risultato dovrebbe essere qualcosa di difficilmente digeribile, un 3% risicato, ma forse anche meno.
Però comunque utile a supportare i piatti forti della casa, la polenta salviniana, la sempre piccate Meloni, e, specialità della casa,  quel Forza Italia che, seppur non sia la prima volta che viene proposto sulle tavole degli italiani, ha dimostrato negli anni di essere un piatto apprezzato dai più.

Mettendo da parte il lessico culinario, l’organigramma del nuovo partito prevede Raffaele Fitto come presidente, Saverio Romano vicepresidente e come coordinatore Maurizio Lupi. E c’è già chi sussurra che dalle parti di Forza Italia la cosa non vada a genio, visto che, per quanto possa andare male, almeno 3-4 scranni del Centro Destra dovranno essere garantiti ai vertici di Noi con l’Italia. Stiamo parlando di gente che fa politica per la poltrona, difficile immaginare un Enrico Zanetti appiedato.
Un’operazione questa, che al di là delle dichiarazioni di facciata, serve a far toccare quell’agognato 40 % al Centro destra, ed è stata per questo messa in piedi con il benestare del Cavaliere, che secondo Fitto ha tracciato le linee del centro destra “C’è una persona che sei mesi fa ha dato la traiettoria del centrodestra. Ed è Silvio Berlusconi“.
I dissapori con Salvini? Roba passata, giurano in coro Lupi & Co.

Un qualcosa di analogo si è verificato dalle parti di Renzi, con i Verdi e il Psi pronti a dare quello zero virgola capace di incrementare le percentuali già presumibilmente basse.

Un po’ a sorpresa non faranno parte dell’ammucchiata Quagliarello ("Un rapporto, quindi, che non avrebbe dovuto tacere le differenze di percorso e di impostazione tra queste realtà, ma che pazientemente provasse a riassorbirle in un cammino comune”, ha dichiarato) e Lorenzo Cesa, che detiene i diritti sullo scudo crociato e ambisce a formare un altro partito che si appelli alla Democrazia Cristiana.
Qualcosa di nuovo, insomma. Magari con il redivivo Mastella.

A far la conta, restano fuori anche Angelino Alfano, della cui non candidatura già molto si è scritto, e la Lorenzin, che pare aver trovato dalle parti di via del Nazareno una nuova dimensione.
Colei che per cinque anni ha potuto dirigere un Ministero come la Sanità con il solo diploma in tasca, starà pensando, chissà che al prossimo giro non mi diano direttamente le chiavi di Palazzo Chigi in mano…

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/12/2017