Le Case INA di Corso Sebastopoli. 1957-2017

Sessant’anni di vita nella periferia torinese, narrati nel nuovo libro di Giancarlo Libert

Giancarlo Libert (Torino, 1963) è giornalista pubblicista e studioso della storia locale torinese e dell’emigrazione piemontese. Già molte volte ho illustrato sulle pagine di “Civico20News” i suoi libri, quelli che parlano degli emigranti provenienti da varie aree della nostra regione (Canavese, Astigiano, Cuneese, Alessandrino) diretti in diverse nazioni del mondo, in particolare in Argentina, e quelli che considerano particolari realtà torinesi, come la Città Giardino, le cascine e il territorio ai confini della Città, le Casermette di San Paolo, il quartiere e il santuario di Santa Rita, questi ultimi esaminati in due libri magistrali che amo particolarmente perché, nel bene e nel male, in Santa Rita ho trascorso una notevole parte della mia vita.

L’ultimo libro di Libert è sempre rivolto al quartiere Santa Rita: considera le Case INA di corso Sebastopoli, sorte per dare un’abitazione a operai e impiegati nel periodo del boom edilizio cittadino verificatosi alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, costruite in diversi isolati sull’asse di via Castelgomberto tra corso Siracusa, via Guido Reni, via Boston e corso Cesare Correnti.

Il libro “Le Case INA di Corso Sebastopoli. 1957-2017” (Atene del Canavese, 2017) è dedicato alla memoria di Gabriele Rendina, giovane sensibile e altruista, molto apprezzato nel quartiere, prematuramente scomparso (Stefano Passaggio è l’autore del ricordo).

L’esposizione procede considerando lo sviluppo urbanistico di Torino e, in particolare, il territorio tra Torino e Grugliasco che comprende le cascine Grangia, Olivero e Giajone, la Città Giardino, le Casermette di San Paolo, il Santuario di Santa Rita da Cascia e altre parrocchie, l’Istituto Sociale.

Viene poi illustrato il “Piano Fanfani” – INA-Casa, grandioso progetto avviato in numerosi comuni dallo Stato Italiano sin dal 1949, che ha avuto tra i suoi principali esponenti l’ingegnere torinese Filiberto Guala (1907-2000), presidente del Comitato di Attuazione e cittadino onorario di Torino. Personalmente ho molto apprezzato l’attenzione di Libert nei confronti di questo singolare personaggio, ingegnere, dirigente d’azienda e poi frate trappista, tra l’altro organizzatore dell’Esposizione “Italia ‘61” a Torino.

Il “Piano Fanfani” ha visto altre iniziative a Torino, come il quartiere Falchera e il quartiere Cep delle Vallette, considerate in breve da Libert, in aggiunta alla vasta descrizione della nascita del quartiere INA-Casa di corso Sebastopoli.

Questa è la parte più approfondita del libro, corredata da molte fotografie, da planimetrie, tabelle, riproduzioni di manifesti e documenti forniti dall’Archivio dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte centrale (ATC).

Per fornire locali scolastici idonei a ospitare i moltissimi bambini della zona, nei locali posti al pianterreno delle Case INA erano state ricavate delle aule. Solamente dopo qualche anno è stata costruita una vera e propria scuola, dedicata a Renato Sclarandi, nato il 30 gennaio 1919 a Sangano (Torino), sottotenente degli Alpini attivo nell’Azione Cattolica Italiana, ucciso nel campo nazista di Hammerstein in Polonia, il 22 aprile 1944, come apprendiamo dalla sua biografia che occupa un capitoletto.

Il libro è arricchito dai ricordi e testimonianze di persone che hanno abitato alle Case INA: la maestra Gabriella Masoero è autrice di “Costruiscono le case in campagna”, Piero Piquet parla de “Le case INA dal 1963 al 1979”, il professore Marco Galloni de “Le case Ina” e Eugenio Steve de “Il mio quartiere”. Gabriella Masoero ha anche scritto la poesia “Bambini e bambine eravamo”, che apre il volume.

L’Indice dei nomi e Sigle e abbreviazioni, curate da Piero Uscello, completano questo libro che unisce sapientemente testimonianze vissute a una inappuntabile documentazione archivistica, in particolare quella fornita dall’Archivio ATC.

Le Case INA di Corso Sebastopoli. 1957-2017” è stato presentato, con buona partecipazione di pubblico, giovedì 14 dicembre alla Biblioteca civica “Alessandro Passerin d’Entrèves” presso la Cascina Giaione.

Gustavo Mola di Nomaglio, del Centro Studi Piemontesi, ha aperto i lavori con la sua relazione “L’edilizia popolare a Torino, dal Risorgimento al Fascismo”. Hanno fornito un significativo apporto, che ha validamente integrato la rigorosa esposizione di Libert, Giuseppina Vigliotti direttrice dell’Arcivio ATC, l’archivista ATC Francesco Scicchitano, abitante nelle Case INA, e Pasquale Fedele, responsabile dell’Ufficio Studi ATC.


Giancarlo Libert

Le Case INA di Corso Sebastopoli. 1957-2017.

Sessant’anni di vita nella periferia torinese. Storia e testimonianze

Atene del Canavese, San Giorgio Canavese, 2017 - pagg. 158 - € 17:00

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Articolo pubblicato il 21/12/2017