Governo: al via il Reddito d’Inclusione.

Approvato dal Cdm il decreto che toccherà 400' 000 famiglie.

Non è il reddito di cittadinanza voluto dai cinque stelle, ma per certi versi ci somiglia.
Anzi, si può dire che è la risposta renziana al cavallo di battaglia di Grillo e co., una formula che garantirà a quasi mezzo milione di famiglie italiane, circa 1,8 milioni di persone, un aiuto economico fondamentale.
L’importo non potrà superare l’assegno sociale per gli over 65, pari a 485 Euro al mese, e verrà calcolato in base al reddito e al numero dei componenti della famiglia.

Il ReI (reddito di inclusione) sostituirà dal primo gennaio la Sia (Sostegno all’inclusione attiva) e prevede che le famiglie possano accedere a ciò solo a patto che i membri della stessa, disoccupati, partecipino attivamente alle politiche di inserimento lavorativo, oltre che vengano rispettati alcuni paletti economici: l’Isee familiare non dovrà superare i 6000 euro e il valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non dovrà essere superiore a 20mila euro.

Ci sono poi tutta una serie di casi che avranno priorità nell’accesso a tale sussidio: famiglie con portatori di handicap, ragazze madri, donne in stato interessante, orfani, minorenni e disoccupati ultracinquantenni.
Il Rei sarò compatibile con l’attività lavorativa, qualora il reddito sia tanto basso da non superare quanto previsto dalla legge, ma non potrà essere cumulato con altri ammortizzatori sociali, come la Naspi (volta alla disoccupazione involontaria).

I nuclei familiari che soddisferanno i parametri riceveranno quindi un importo che andrà dai 180 euro minimi ai quasi 500 come tetto massimo. La somma verrà erogata in 12 mensilità e potrà essere fruita per 18 mesi, finiti i quali dovranno passare almeno sei mesi prima di fare nuova richiesta.

Come anticipato in precedenza, la novità di questa politica riguarda il fatto che si verranno a creare una serie di reti, regionali e statali, atte a inserire (o reinserire) al meglio il disoccupato nel mondo lavorativo.
Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione  e dell’inclusione sociale, presieduta dal Ministero del Lavoro  e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo.

Nello specifico del ReI e al fine di agevolarne l'attuazione , il decreto prevede l’istituzione del Comitato per la lotta alla povertà, quale organismo  di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto Biennale sulla povertà, in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del ReI.

Si tratterà di un buon modo per far ripartire l’occupazione, ancora tristemente alta in Italia, specie quella giovanile, o creerà la solita moltiplicazione di poltrone che ingrasseranno i soliti noti?
Per ora il Ministro del Lavoro Poletti esulta“per la prima volta il nostro Paese ha uno strumento permanente di contrasto alla povertà fondato sul sostegno al reddito e sull'inclusione sociale. Uno strumento che impegna tutte le istituzioni e le comunità locali a stare a fianco dei più deboli. Anche se tra previsioni errate, sparate , e gaffe, meglio non stare a pendere dalle labbra del buon Giuliano e aspettare i primi mesi del 2018, con i relativi dati sull’occupazione.

 

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Articolo pubblicato il 29/08/2017