Alfano gongola “ siamo decisivi ovunque”

...e medita la creazione di un nuovo partito di centro.

Non c’è niente da fare, sono tempi grassi per Angelino Alfano.
Il ministro degli Esteri, specializzando nell’arte dell’occupare poltrone, non si sarebbe mai aspettato due successi politici così importanti e ravvicinati di fila, e allora champagne! 

Il primo se l’è preso qualche giorno fa quando la Camera ha commesso quel pasticcio clamoroso sulla legge elettorale riportandola in commissione. Da sempre impaurito dal patto a 4 che avrebbe potuto metterlo fuori dai giochi, Alfano deve aver tirato un bel sospiro di sollievo l’8 sera dinnanzi all’ennesima rottura dei quattro leader: ora il buon Angelino può continuare il suo lavoro oscuro, ossia da una parte criticare Renzi, ma dall’altra sostenere a parole e nei fatti il governo Gentiloni. Governo che si augura arrivi fino a fine legislatura.
La parola d’ordine, ovviamente, è responsabilità.

Le elezioni, come detto, hanno dato nuova linfa all’inquilino della Farnesina, che ha dichiarato “il dato aggregato ci da al 6,2 %,  in alcune parti d’Italia, come in Sicilia e Calabria abbiamo superato il 10%”.

Gongola tanto da sfiorare il ridicolo quando si lascia scappare un “Abbiamo vinto”(…)"Siccome c'è un contegno della sconfitta ed anche della vittoria, il nostro contegno sta nel non infierire e nel guardare avanti per il bene del paese. Da oggi continuiamo a ragionare soltanto in termini di maggioranza di governo", conclude.
Un Signore, il nostro Ministro degli Esteri che, inviso a Salvini, scaricato da Berlusconi, sbeffeggiato da Grillo, vede nel grigio Gentiloni l’unico appiglio per restare in sella.
Ovviamente il buon Angelino sa che le percentuali di cui parla a un’ipotetica votazione politica non le vedrà nemmeno con il binocolo, e lo testimoniano le barricate fatte contro la soglia di sbarramento del 5%.

L’impressione è che siglette di centro come quella di Alfano, obiettivamente incapaci di prendere consensi, sguazzino in questo marasma politico: il rinvio, la tensione, gli strappi tra le grandi forze politiche fanno solo il suo gioco e di tutti quelli finiti in parlamento ma pronti a essere trombati alla prossima tornata elettorale.

Il terrore è quello di fare la fine di Fini, il sogno è, come per molti italiani, un posto di lavoro a tempo indeterminato, magari con sedere incollato a una delle tante poltrone che il nostro paese ha da offrirgli. Non importa se si tratti di quella degli Interni, degli Esteri, da sottosegretario o una qualche vicepresidenza; all’occorrenza il buon Alfano sa adattarsi.
E allora via con i proclami “Ora abbiamo intenzione di costruire un nuovo soggetto di centro, perché al centro che si vince”.
Bene, ma quando toccherà all'Italia?


 

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Articolo pubblicato il 13/06/2017