Caos in aula: salta la legge elettorale

Un disguido tecnico mostra la presenza dei tanti franchi tiratori, ed è subito bagarre

La notizia del giorno in casa nostra è che è saltata la legge elettorale.
Una legge figlia di un’intesa a quattro – Forza Italia, Lega, M5S e Partito Democratico - che è sempre rimasta debolissima, e che questa mattina ha conosciuto il suo prevedibile epilogo.

Ma andiamo con ordine: il casus belli in grado di far saltare l’accordo viene da un emendamento secondario promosso da Forza Italia che riguarda il Trentino e l’applicabilità della legge elettorale in quella regione. Lo stesso partito di Berlusconi, come i principali altri, è però deciso a votare in maniera contraria all’emendamento per salvaguardare la riforma.
Tutto tranquillo, si potrebbe pensare, verrà respinto agevolmente. 

Macchè, tra la sorpresa generale, l’emendamento viene approvato con 270 voti favorevoli, 256 contrati e un astenuto.
Facce incredule accolgono l’esito della votazione: incredulità che si trasforma in bagarre quando sul tabellone della Camera viene fuori la schermata con l’indicazione di chi ha votato contro e chi a favore.
Un errore che la Boldrini definisce “disguido tecnico”, visto che la votazione sarebbe dovuta essere a scrutinio segreto.

Se si analizza la presenza dei pallini verdi, coloro che han votato per la promozione della legge e quindi contro la riforma, si nota come il loro numero sia elevato tra i banchi dei grillini, che subito vengono accusati di tradimento.
Emanuele Fiano, relatore della legge, dichiara solennemente "La legge elettorale è morta, e l'hanno uccisa i 5 Stelle".
La palla passa al responsabile delle riforme pentastellato, Danilo Toninelli che respinge le accuse «Pd e maggioranza non pensino neanche lontanamente di dare la responsabilità al M5S, hanno oltre 300 deputati, se c’è qualcuno responsabile sono loro. E quest’emendamento è un emendamento di giustizia».  

Il riferimento è a quei 59 deputati di Pd, Lega e Fi che hanno disobbedito alle direttive di partito votando diversamente.
Urla, insulti, fischi e minacce.
La Presidente Boldrini allontana un deputato Pd dall’aula.
Sono solo le 11.20 e della legge elettorale si può fare carta straccia.
Kaput.

Probabilmente se ne parlerà dopo le amministrative, quando le varie forze politiche avranno ben chiaro il loro livello di gradimento all’interno del paese
Dalle fila del Movimento, tuttavia, Roberto Fico lascia una porta aperta: "Da irresponsabili far cadere la legge elettorale per colpa del Trentino".
Una porticina, a ben pensarci, viste le difficoltà di instaurare qualsiasi canale di dialogo tra le varie forze politche.

E se si pensa che è sei mesi che la giostra politica nostrana gira solo sulla legge elettorale, e che questi signori in tutto questo tempo sono riusciti a partorire solo figuracce, vien da mettersi le mani nei capelli…

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 08/06/2017