Roma: bruciate vive tre sorelle rom

Le vittime di 4, 8 e 20 anni erano nella propria roulotte quando una molotov le ha sorprese nel sonno.

Omicidio doloso. Su questo sembra non abbiano dubbi gli inquirenti che da ieri stanno dando la caccia all’uomo che avrebbe lanciato una molotov all’interno di una roulotte abitata da una famiglia di rom la scorsa notte a Roma, precisamente Centocelle.
Gli altri presenti, sette tra genitori e fratelli, sono riusciti a svegliarsi e scappare in tempo da quella che, in pochi istanti, si è trasformata in una trappola letale.
I vigili del fuoco, accorsi immediatamente sul luogo dell’incendio, non son riusciti a trarre in salvo i corpi di Elisabeth, Francesca e Angelica, carbonizzati.

Subito le piste su cui indaga la Digos si sono indirizzate verso due direzioni: il movente familiare e, quello per ora più plausibile, la causa xenofoba- razzista. Proprio quest’ultima sembra prendere con il passare delle ore maggior corpo: tra le mani degli inquirenti ci sarebbe un video che inchioderebbe un uomo intento nel folle gesto intorno alle tre di notte.
Al di fuori del campo sono state rinvenute tracce di liquido infiammabile.

In attesa di sviluppi, ha voluto far sentire la propria voce il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha tuonato“Chiunque sia stato è un crimine orrendo. Quando si arriva a uccidere i bambini si è al di sotto del genere umano”; la sindaca Raggi in mattinata si è recata sul luogo della tragedia.

Un gesto folle e ingiustificabile, figlio presumibilmente della rabbia sociale e, in particolare, dell’odio nei confronti dell’etnia rom ampiamente diffuso, specie nelle zone più degradate e povere delle periferie.

I residenti intervistati parlano di continui furti all’interno del quartiere. “La rottura dei vetri e i furti nelle macchine in particolare a via Romolo Balzani sono all’ordine del giorno – racconta un uomo -. La zona è piena di immondizia e i nomadi rovistano all’interno dei cassonetti. Certo, dispiace per quello che è successo, ma c’è intolleranza tra la gente. Qui dietro c’è anche il campo di via dei Gordiani”.
E la cosa inquietante è che non si tratta di un episodio isolato: venerdì sera in via Romolo Balzani è andato a fuoco un altro camper per fortuna vuoto. Andò decisamente peggio nel 2011, quando quattro bambini furono uccisi dal solito incendio a Tor fiscale.

Un clima, quello vissuto nelle periferie romane, che preoccupa che la Croce Rossa, il cui presidente nazionale, Francesco Rocca, dichiara “A Roma, come in tante altre parti d'Italia, si continua a morire di esclusione sociale e di stigma". "Invece di versare lacrime amare dopo - aggiunge Rocca -, le istituzioni dovrebbero moltiplicare gli sforzi per arrivare nelle troppe zone grigie della nostra società, dove vivono gli ultimi, gli esclusi, i vulnerabili, gli invisibili".

Sulla stessa linea d’onda Monsignor Enrico Feroci, responsabile della Caritas romana, che osserva sconsolato “Serve una programmazione fatta in modo più serio e attento. Ho parlato con il sindaco e mi ha detto che  l'obiettivo dell'amministrazione è il superamento. Non è una cosa semplice ma serve una progettualità a lunga gittata".

Nel frattempo vicino alle rovine del camper carbonizzato è comparso un mazzo di fiori, tre rose rosse, e un biglietto "Carissime amiche, mi sento in colpa pure io”, il pensiero di un cittadino.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/05/2017