Trump - Putin: fine della luna di miele

La crisi in Siria rischia di compromettere i fragili equilibri mondiali

Chi si aspettava un’armoniosa convivenza tra la Russia e gli Stati Uniti dopo l’elezione del magnate americano e le prime dichiarazioni al miele tra le due ambasciate sarà rimasto deluso dagli eventi delle ultime ore.
La decisione della scorsa notte, 7 aprile, da parte del Presidente Usa di bombardare con 59 missili Tomahawak la base siriana di Al Sharyat, rea di aver scatenato un attacco chimico nei confronti della popolazione dissidente provocando la morte di 80 civili di cui 28 bambini, crea più delle conseguenze politiche che non militari.

L‘attacco, infatti, come sottolinea anche il politologo Mark Lynch, è destinato a rimanere isolato e non  sposta gli equilibri di un conflitto che si protrae ormai dal 2011 e che ad oggi non vede una prossima conclusione. Quello che cambia, semmai, è il ruolo degli Usa in Siria, finalmente definito e non più caratterizzato dall’incertezza e dal laissez faire dell’amministrazione Obama.

Proprio Obama nel 2013 era stato messo di fronte a una decisione analoga: a fronte di un altro attacco chimico da parte del presidente siriano Assad aveva temporeggiato, preferendo non intervenire.
Scelta saggia nell’evitare un ulteriore bagno di sangue o estremamente pavida?
Nessuno può dirlo e, ieri come oggi, la (non) azione aveva fatto discutere.
Per ora si può solo azzardare che con questa azione Trump abbia definitivamente  mandato in pensione Barack Obama. Sul Nobel per la pace ci sarà da lavorarci.

Molti si erano chiesti quale sarebbe stato il ruolo dell’America di Trump in politica estera: non è un mistero che il tycoon si è portato dietro, oltre alle solite critiche di maschilismo e misoginia, anche una bella quantità di incertezza sul suo modo di vedere e affrontare i nemici storici Usa.
Il suo rapporto con Putin aveva fatto storcere il naso ai più tradizionalisti. Ora, con questo intervento, sembra siano state rimesse a posto le lancette della storia, con il Partito Repubblicano che plaude alla scelta e gli Stati Uniti ancora una volta pronti a far la parte dei paladini di regole inviolabili.

Le reazioni. Sicuramente dopo l’attacco della scorsa notteTrump avrà chiesto ai suoi collaboratori, chissà che pensa Mr Gentiloni, magari preoccupandosi delle pericolose reazioni tenute.
Il tyconn può dormire sonni tranquilli, il grigio premier italico ha dato il suo personalissimo ok all’operazione, e qualcosa fa pensare che l’ok ci sarebbe stato anche in caso di non intervento americano; in fondo, cosa volete che interessi il parere di Gentiloni?
Sulla stessa linea i soliti alleati inglesi, tedeschi e francesi, ormai colti da una crisi di identità senza fine dopo i danni compiuti nel Nord Africa durante la Primavera araba e decisi a seguire lo zia Sam come un bambino spaventato il suo babbo rassicurante.
Addirittura ringraziati direttamente gli israeliani che, non è dato saperlo con certezza, pare abbiano avuto un ruolo di supporto nell’operazione.

Di tutt’altro tenore la reazione di Mosca che forse aveva pregustato un presidenze diversa, più manipolabile, e ora si trova al solito tete-à-tete con il rivale di sempre.
Nello specifico il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov aveva bollato come “mostruoso” l’utilizzo di armi chimiche, tuttavia sottolineando come fosse necessario avere delle prove concrete per poter accusare Assad del crimine.
E proprio questa rapidità di azione che non è stata gradita da Putin, il quale ha denunciato gravemente "Quello americano è un atto di aggressione alla Siria motivato da un pretesto inventato che aumenta il rischio di uno scontro con Mosca". E ancora “Il raid missilistico degli Usa in Siria è "un atto di aggressione nei confronti di una nostro alleato", chiedendo la convocazione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere la situazione.

Insomma, siamo di fronte alla solita Guerra Fredda, che non è mai finita, al massimo si è raffreddata.
Un partita a scacchi snervante che si giocherà a colpi di comunicati, minacce, spostamenti ed esercitazioni.

Il resto del mondo come da spettatore interessato, osserverà.

 

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Articolo pubblicato il 08/04/2017