Congresso Pd, trionfa Renzi. Emiliano non decolla

Gli iscritti al partito puntano nuovamente sull’ex sindaco di Firenze, il 30 aprile le primarie

Che il risultato delle votazioni degli iscritti ai circoli Pd per la segreteria nazionale non sia la notizia del giorno e non stuzzichi la fantasia dello scrivente e, immagino, dei lettori, penso sia cosa ovvia.
Tuttavia, tra un attentato a San Pietroburgo e una nota Istat che ci informa come la curva delle disoccupazione sia leggermente in calo, si sono tenute in tutta Italia, 6000 circoli, le elezioni dei candidati alla segreteria del Pd.
Si tratta di una prima fase aperta ai soli iscritti che fa da anticamera alle primarie vere e proprie spalancate a tutti, fissate per il 30 aprile.
A vincerle sarà Renzi, lo sanno tutti, perfino i muri, semmai sarà interessante capire con che margine.
Tutta questa manfrina ha un unico grande scopo: quello di far riacquisire legittimità e smalto all’ex premier, demolito dal voto popolare del 4 dicembre, dalla vicenda Consip e dalle sentenze della corte costituzionale che hanno fatto a pezzi la riforma della Pubblica amministrazione. C’e stato anche l’imbarazzante dietrofront sui voucher ad offuscare la non limpidissima immagine del governo Renzi.

La gara. Si è parlato di una competizione dunque, seppur effimera e poco avvincente.
E allora ecco i protagonisti.
Gli sfidanti, come noto, sono il tiepido Orlando, spezzino e Ministro della Giustizia in pectore, e Emiliano, burrascoso Presidente della regione Puglia che negli ultimi mesi ha dato il là al vero e proprio tormentone invernale. Titolo?
Scissione si, scissione no, scissione forse?

Comunque sia, i comitati dei tre protagonisti, pur lamentandosi ciascuno di irregolarità (una costante in casa Pd), sono concordi nell’affermare che ci sia stata una larghissima vittoria di Matteo Renzi, con quasi il 70% dei consensi e circa 141000 voti, seguito dal Guardiasigilli che, un po’ a sorpresa si sarebbe attestato al 26%, regalando ottime performance a Roma (34%) e nella sua Liguria.
A Bologna si è registrato un bel testa a testa tra il toscano e Orlando.
Emiliano è finito desolatamente ultimo, con appena il 6% ( la soglia di sbarramento per poter partecipare alle primarie è del 5%).Gli resta la vittoria nella sua Puglia con il 42,5%, di poco sopra Renzi al 40%.
Riuscirà il leone barese a sovvertire il voto degli iscritti il 30 aprile? Difficile, anche se aspettarsi qualche punto in più è naturale.

A interessare poi, in questi casi, c’è sempre il dato dell’affluenza: 266.726 votanti pari a quasi il 60% degli iscritti. Ottimo, esultano dalle parti del Nazareno. In percentuale han votato più iscritti rispetto al congresso 2013, quando a votare fu il 55%.
Peccato che a occhio e croce in quattro anni le tessere del Pd siano calate di un buon 100’000 unità, quindi beh, meglio continuare a parlare di percentuali, e non in termini assoluti.

Le reazioni. Renzi, come è ovvio, esulta.
Esulta perché erano mesi che non aveva un dato cui bearsi.
Esulta perché dopo tanto livore subito durante le assemblee si rende conto che il partito è stretto intorno a lui.
Esulta perché in effetti ha vinto, e convinto.
“congresso! 68% Numeri impressionanti!Viva la democrazia e grazie a tutti!Adesso al lavoro tutti insieme , e #Grazie”, scrive su un foglio che pubblica su Twitter. Ha anche spazio per placare i malumori "Sono il primo a dire che dove ci sono problemi riconosciuti (ammesso che ci siano) è giusto che si intervenga con decisione invalidando il voto. Allo stesso tempo chiediamo a tutti di riconoscere la verità dei numeri che non possono essere oscurati da nessuna polemica. Quando si vince, si vince. Quando si perde, si ammette. Punto".

Lo sfidante Orlando, dai microfoni di 'Un giorno da pecora' riconosce il risultato ma aggiunge: "Ora però stiamo facendo ancora una sorta di prove libere di Formula 1, la gara deve ancora incominciare e il primo uscirà dalle consultazioni del 30 aprile"

Curiosità finali: a Faicchio, in provincia di Benevento, Renzi si è affermato con il 100% dei voti, a Palermo con oltre l’82%, a Olbia sono state contestate 500 schede,mentre a Catania avrebbero votato perfino 400 non iscritti …

 

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Articolo pubblicato il 03/04/2017