Venezia, sgominata cellula terroristica jihadista.

Quattro kosovari progettavano di colpire il Ponte di Rialto. Tutti arrestati.

La scorsa notte il reparto operativo dei Carabinieri insieme al personale della Digos di Venezia ha arrestato tre giovani kosovari Fisnik Bekaj, Dake Haziraj e Arjan Babaj, con l’accusa di associazione finalizzata al terrorismo internazionale, articolo 270 bis del codice penale.
Un altro, minorenne, è in stato di fermo.
Non stupisca la nazionalità dei quattro: l’islam è molto radicato nella penisola balcanica e vengono stimati in oltre 700 i foreign figheters partiti da Serbia, Kosovo e Albania per la Siria.

Ed è proprio la storia del primo, Finisk Bekaj, andato a combattere al fianco dello stato islamico ad Aleppo e da qualche tempo in Italia con l’intento di colpire. Per il procuratore era lui la mente della cellula “A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto “ è emerso in una delle tante conversazioni registrate dai Carabinieri.
"Non vedo l'oro di giurare su Allah . Se mi fanno fare il giuramento sono già pronto a morire” si sente in un’altra conversazione captata dai detective.

I ragazzi, tutti sotto i trent’anni, avrebbero poi esultato a fronte dell’atto terroristico avvenuto a Londra il 22 Marzo, mentre un altro degli indagati definisce “un grande” un terrorista che in uno dei video di propaganda del Califfato prepara una bomba e la mette in uno zaino, per poi andare a farsi esplodere.

Si tratta di giovani con regolare permesso di soggiorno, residenti in Italia da oltre due anni: due vivevano nel cuore di Venezia facendo i camerieri, mentre gli altri in provincia.

E’ stato notato anche un frequente accesso a video in cui veniva spiegato come costruire e utilizzare armi bianche. Anche se, sottolineano gli investigatori, la modalità per colpire sarebbe stata quella dell’esplosione.
Nelle registrazioni non mancano accenni a simulazioni circa esplosivi da costruire. Quando? Non si hanno elementi definire una data anche se è facile ipotizzare si parlasse di futuro prossimo.

Da mesi il corpo dei Carabinieri era sulle loro tracce, cercando di monitorarne movimenti, relazioni, rapporti di potere e ideologia: seppur intenzionati ad agire da soli, i quattro potevano contare su una fitta rete di supporto in internet.

Le manette sono scattate per uno vicino al cinema Rossini in zona Campo Manin, mentre per gli altri in un palazzo vicino al teatro La Fenice: si temeva fossero armati.

Da perquisizioni effettuate tra Venezia, Mestre e Treviso sono apparse alcune pistole, coltelli e del materiale esplosivo.

Immediate le reazioni politiche all’arresto: unanimi i ringraziamenti verso le forze dell’ordine da parte del sindaco di Venezia Brugnaro, del Presidente della regione Veneto Zaia e del ministro della difesa Pinotti.
Solita vis polemica per il segretario della Lega Salvini, in cui prevale l’ironia“Ma tranquilli, fra gli immigrati non si nascondono mica dei terroristi, ci dicono i buonisti... Cominciamo bene la giornata!”
Aprendo il suo messaggio con un Cronache da Boldrinia…

E non pare difficile capire a chi si riferisse il leader del carroccio..

 

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Articolo pubblicato il 30/03/2017