Storielle di Lucciole e di Stelle

Ristampa anastatica della raccolta di fiabe di Gian Bistolfi, apparsa nel 1913

Il volume “Storielle di Lucciole e di Stelle” di Gian Bistolfi è una raccolta di fiabe, pubblicata per la prima volta nel 1913 da Fratelli Treves con le splendide illustrazioni di Bruno Angoletta. Nel 2016, la Galata Edizioni di Genova ne ha proposto una riedizione anastatica, curata da Pompeo Vagliani (presidente della Fondazione Tancredi di Barolo di Torino), che ne valorizza il qualificato apparato illustrativo e la sorprendente vitalità.


Vagliani è autore della esauriente e documentata “Postfazione” del libro che illustra in primo luogo la biografia dell’autore, Gian Bistolfi, figlio di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 – La Loggia, 1933), il più importante scultore italiano del primo Novecento, nominato senatore del Regno d’Italia nella XXVI legislatura.


Gian Bistolfi nasce a Torino il 16 agosto 1886. È un personaggio eccentrico, non solo autore di libri per ragazzi e giornalista per la “Tribuna”, la “Tribuna illustrata” e le per le riviste “Noi e il mondo” e “Primavera”, ma attivo nel mondo del cinema, dal 1919, dapprima come regista, con scarso successo, poi come sceneggiatore e soggettista con migliori risultati. Si possono citare a questo proposito due film, “Terra madre” del 1931, con la regia di Alessandro Blasetti, e “Le avventure di Giacomo Casanova”, scritto con altri collaboratori, apparso nel 1955, con la regia di Steno che conclude la sua carriera.


Gian Bistolfi si occupa anche del teatro musicale: è autore dell’innovativo libretto dell’opera “La bella dormente nel bosco”, fiaba in 3 atti e 9 quadri, musicata da Ottorino Respighi, pensata inizialmente per le marionette de “Il Teatro dei Piccoli” di Vittorio Podrecca, poi rappresentata per la prima volta a Roma il 13 aprile 1922, con l’interpretazione di cantanti, al teatro Odescalchi. Secondo Vagliani, “La bella dormente nel bosco” - riproposta anche di recente - è «forse la sua opera che maggiormente riuscirà a sopravvivere negli anni, fino ai nostri giorni».


La biografia di Gian Bistolfi si conclude con la sua morte, avvenuta a Scansano (Grosseto) il 13 settembre 1962.


Per quanto concerne “Storielle di Lucciole e di Stelle”, vi compaiono dodici fiabe, tre già apparse in precedenza sulla rivista “Noi e il mondo”. Fin dalla prima di queste fiabe, intitolata “Re Litichino e Re Liticone”, appare il programma di Gian Bistolfi che Vagliani definisce «sostanzialmente antipedagogico», perché appare «da parte del nostro autore una fondamentale sfiducia nella natura umana, nelle istituzioni e nel valore pedagogico dell’esperienza».


Alcune fiabe oscillano fra l’apologo e la tradizione favolistica classica, altre sono di tono amaro e presentano con evidenza i riferimenti alle esperienze personali formative e artistiche di Gian Bistolfi e ai suoi sforzi per affrancarsi dalla figura, talora per lui “ingombrante”, del padre Leonardo.


Vi sono anche fiabe più tradizionali, con i classici temi del viaggio, delle prove da superare, dei collaboratori magici e dei talismani. Appaiono poi temi cari a Gian Bistolfi, che li riprenderà in seguito, come la denuncia delle cattive abitudini degli esseri umani e una sensibilità “ecologica” ante litteram, che riesce sempre ad evitare i toni didascalici.


L’apparato illustrativo di Bruno Angoletta appare di straordinaria ricchezza: sedici tavole a colori, a piena pagina fuori testo che, come scrive Vagliani, «sono molto ricche e fungono in un certo senso da sintesi rispetto all’intera fiaba». Nel testo si trovano poi molte figure, vignette e testatine in bianco e nero che, in una sorta di contrappunto, evidenziano gustosi particolari della narrazione.


Vagliani considera inoltre il linguaggio impiegato da Gian Bistolfi, che presenta notevoli punti di interesse, e “La ricezione della critica”: dopo un iniziale interesse, infatti, le analisi delle opere di Gian Bistolfi tendono a diradarsi, tanto da essere scarsamente rappresentate anche nelle più diffuse storie della letteratura per ragazzi. Gian Bistolfi appare come un personaggio di difficile collocazione nella letteratura per l’infanzia e, forse per questo, è stato quasi “rimosso”, anche se a Roma gli è stata dedicata una via, probabilmente in omaggio alla sua attività cinematografica.


La “Postfazione” di Vagliani considera ancora l’importanza delle illustrazioni nei vari libri di Gian Bistolfi, del quale è riportato un esaustivo elenco delle opere in volume.


I suoi libri sono stati infatti illustrati da vari pittori e illustratori, come ad esempio il torinese Giovanni Giani, amico del padre, autore delle figure del libro “La carriera impossibile di Caterino Tutù”: Giani appare come un interprete fin troppo raffinato e rarefatto di questo testo ironico e assurdo. Gian Bistolfi trova una maggiore sintonia con Enrico Toddi (Pier Silvio Rivetta), il cui disegno «fissa ed esprime con efficacia la carica “eversiva” ed estraniante della scrittura “apologetica” di Bistolfi». Le illustrazioni di Beppe Porcheddu, infine, coincidono con il progressivo allontanamento di Gian Bistolfi dalla scrittura per bambini.


Pur dilungandosi su questo personaggio torinese oggi ingiustamente dimenticato, non bisogna perdere di vista la sorprendente vitalità di “Storielle di Lucciole e di Stelle”, libro che sa unire, con grande leggerezza e con una piacevole ironia lieve e rarefatta, tipicamente piemontese, gli argomenti destinati ai bambini con altri più vicini alla sensibilità degli adulti, anche con spunti di polemica sociale, sia pure lievissima e mai aggressiva.


Il volume inaugura la collana “Lucciole e stelle” di Galata Edizioni di Genova che si propone di presentare il meglio della letteratura per ragazzi tramite riedizioni originali e commentate. La collana è realizzata in collaborazione con la Fondazione Tancredi di Barolo e il Centro Studi “Guido Gozzano-Cesare Pavese” dell’Università di Torino.


La ristampa anastatica di “Storielle di Lucciole e di Stelle” di Gian Bistolfi è stata presentata sabato 25 febbraio, presso la Sala Musica del Circolo dei lettori, in via Bogino 9, a Torino. Sono intervenuti - oltre al curatore Pompeo Vagliani - Valter Boggione, docente di Letteratura italiana all’Università di Torino, e Mariarosa Masoero, direttore del Centro Studi “Guido Gozzano-Cesare Pavese”. Era inoltre presente l’editore.

 

 Gian Bistolfi Bistolfi - Storielle di lucciole e stelle (rist. anast. 1913)

Curatore: P. Vagliani - Illustratore: B. Angoletta

Editore: Galata - Collana: Lucciole e stelle - Anno edizione: 2016

Pagine: 240 p. , illustrato - Età di lettura: Da 5 anni.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/03/2017