E se ci tenessimo Gentiloni?

Lode all’uomo che silenziosamente resta in sella al nostro Paese.

Diciamocela tutta, Gentiloni è l’uomo che l’Italia da anni cercava e che finalmente ha trovato.
La sua aria bonaria e lievemente inebetita non attira l’odio della gente.
Renzi, con quello sguardo furbetto e saccente lo faceva. Non certo Paolo.
Ve la immaginate una piazza gremita di gente arrabbiata che chiede le dimissioni di Gentiloni? Io no di certo.

E anche per ciò che riguarda le lobby, Gentiloni è una figura rassicurante. Di sua iniziativa non partono nè partiranno leggi contro caste, furbetti del cartellino, aziende succhia-soldi o parassiti vari.
Le dichiarazioni non vanno mai oltre il dovuto: che accada una tragedia o si alzino i consumi, la sua reazione la puoi prevedere con un quarto d’ora d’anticipo.
Anche in politica estera Gentiloni è una garanzia; si limita alle note ufficiali, detiene buoni rapporti con i suoi colleghi europei ed è stato Ministro degli Esteri. Qualcuno se lo ricorda? Certo che no, ma ciò significa, se non altro, che non ha combinato nessun guaio.

Gentiloni  il garbato, Gentiloni che è stato battezzato il normalizzatore, per quella sua qualità di far abbassare il volume della politica italiana, spesso chiassosa grazie alle grida di Grillo, le provocazioni di Salvini e le sparate di Renzi.
E che dire del rapporto tra le istituzioni; tra Gentiloni e Mattarella non si sa chi sia più pacato e prevedere, non dico un litigio, ma appena un malumore tra i due, sembra impossibile.  
E se ci mettiamo dentro anche il Ministro dell’Economia Padoan, a rimembrare gli scontri Napolitano-Berlusconi-Tremonti c’è da fare un bel tuffo nel passato.

Da un punto di vista personale poi, nulla da segnalare: sposato dall’88 con un architetto a sua volta discreto, Emanuela Mauro, non ha figli. Quindi chi cercasse casi di Poletti o Bossi bis si metta l’anima in pace.
Di Bunga-Bunga manco a parlarne.

Gentiloni non sporca, non grida, non scherza, non fa rumore e soprattutto notizia.
I telegiornali parlano di tutto, ma quando si tocca la politica interna, il suo nome vola via tra le notizie, come un’ombra che si scorge appena.
L’unico momento in cui si è parlato di Gentiloni per più di due minuti è stato quando, l’undici gennaio, ha avuto un malore, per fortuna subito rientrato.
Anche in quell’occasione, solito comportamento impeccabile da parte del presidente Gentiloni.

Sono stato recentemente all’estero e parlando con alcuni ragazzi australiani si è finito per discutere di politica italiana. Chi avete, Renzi? Mi chiedevano sorridendo.
Alcuni azzardavano un Berlusconi, e lì il loro sguardo era ben più malizioso.
No abbiamo Gentiloni, un nome che, dalle loro facce, sembrava evocargli proprio nulla e che, son sicuro, sia uscito dalle loro teste con la stessa velocità col quale è entrato.

Persino le opposizioni sembrano essere state silenziate dal fenomeno Gentiloni, un uomo capace di stroncare la verve ironica di Crozza, tanto irriverente con Renzi, quanto anonima la sua imitazione dell’attuale Primo ministro.
Si facesse un referendum sulla scia di quello costituzionale di renziana memoria, probabilmente vincerebbe, in quanto non sarebbe in grado di animare opposizioni e forze contro come nel caso del Segretario del Pd.
Ma Gentiloni si tiene ben distante dal toccare la Costituzione, così come si vede bene di approvare riforme o azzardare frasi compromettenti.
Gentiloni è come il nero, sta bene con tutto, e l’ha capito anche Berlusconi che sembra provare una sorta d’amore per questo don Abbondio della politica nostrana.

E intanto il primo mese di governo è già passato, lo spettro delle elezioni anticipate sembra sempre più distante e Gentiloni, con quello sguardo un po’ così, di chi si trova Primo ministro senza sapere bene il perché, si appresta a varare nuove nomine che stabilizzino il suo esecutivo e a portare a compimento la sua missione principale: arrivare a fine legislatura.

Con quale strategia? Passando inosservato, ovviamente.

 

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Articolo pubblicato il 25/01/2017