Donne in guerra. Mogli, compagne e femmes de plaisir

L’universo delle vivandiere è esaminato dal libro di Alessia Giorda e Francesco Ganora di cui è appena uscita una seconda edizione riveduta e ampliata

In un articolo apparso su “Civico20News” il 25 settembre di quest’anno per il “Tandem tra finzione e realtà” in collaborazione con Fabio Mandaglio mi sono occupato de “Le donne soldato”.

Questo tema viene ad essere notevolmente ampliato dal libro “Donne in guerra” di Alessia Giorda e Francesco Ganora di cui è appena uscita una seconda edizione riveduta e ampliata (Ananke, Torino, 2016).

I due autori hanno portato il loro contributo alla conoscenza di questo argomento forse marginale, e spesso trascurato da chi studia i grandi fatti della Storia, ma che costituisce un universo ancora in larga parte da approfondire, anche se la nostra attuale sensibilità appare molto più aperta a questo tipo di ricerche rispetto al passato.

I due autori, con tono volutamente discorsivo e divulgativo, rivolto sia agli appassionati rievocatori sia a semplici curiosi, considerano le vivandiere, che definiscono come donne sui campi di battaglia, donne che portano l’acqua, che curano i feriti, che indossano una divisa, a cavallo o sulla carretta, mogli, concubine o prostitute.

È significativa la dedica iniziale che cita l’Orazione Funebre in onore di Arinda Brun cantiniera del II Reggimento Zuavi (1896): «Sei stata nostra madre, nostra sorella, nostro compagno. / Ovunque abbia sventolato la bandiera francese, / nella sconfitta come nella gloria, tu ci hai seguito, / donandoci la consolazione del tuo sorriso, / il tuo incoraggiamento nelle nostre sconfitte...».

Delle vivandiere, e non solo, “Donne in guerra” parla in un arco temporale che va dalla Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) alla Guerra Franco-Prussiana (1870-71), in 22 capitoli dai titoli sicuramente non accademici ma sempre suggestivi. Dopo una «Premessa» che descrive il modo di combattere nei tempi passati, assai lontano da quanto oggi solitamente si immagina, col capitolo «La guerra vista da “l’altra metà del cielo”», assistiamo alla nascita delle vivandiere presso i mercenari Lanzichenecchi tedeschi e Reislaufer svizzeri e apprendiamo come un grandissimo numero di persone non combattenti fosse al seguito degli eserciti ancora nel 1400, nel 1500 e all’inizio del 1600, per essere progressivamente ridotto soltanto a partire dalla fine di questo secolo.  

Sono anche descritte regine, nobildonne e popolane di varie nazioni europee impegnate nella guerra o nella difesa delle loro città (tra queste le donne dell’assedio di Torino del 1706), le vivandiere che si sono trasformate in combattenti – e più di rado in eroine nazionali! - e quelle che si sono arruolate travestite da uomo, non tanto per motivi romantici ma per una sorta di vera vocazione alla vita militare. Questo è uno dei contenuti più inaspettati del libro che di queste insolite protagoniste ci presenta le sintetiche biografie.

L’esposizione prosegue considerando le vivandiere nelle numerose guerre combattute in Europa e negli Stati Uniti: come già detto, si inizia dalla Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) per proseguire con la Guerra della Lega di Augusta (1688-1697), di Successione Spagnola (1701-1713), del Nord (1700-1721), di Successione Polacca (1714-1733), di Successione Austriaca (1741-1748), dei 7 Anni (1756-1763), di Indipendenza Americana (1775-1783),  e ancora con la Rivoluzione Francese e le Guerre Napoleoniche (1792-1815), la Guerra negli Stati Uniti (1812), le Guerre di Indipendenza in Italia (1848-49; 1859; 1866), di Crimea (1854-56), la Spedizione dei Mille (1860), la Guerra Civile Americana (1861-1865) e la Presa di Roma (1870), fino alla Guerra Franco-Prussiana (1870-71). Questo conflitto è definito «L’inizio della fine» perché, dal periodo successivo, inizia negli eserciti un progressivo abbandono dei servizi delle vivandiere fino a giungere alla loro abolizione nei primi anni del 1900.

Non manca un excursus sulle vivandiere nella letteratura ed un capitolo che considera il loro impiego nella pubblicità, non solo di liquori ma anche di biscotti, formaggio, pasta e persino brodo.

È descritta l’alimentazione dei militari, e anche dei civili, coinvolti in guerre e assedi, come quello di Genova (1800), di Leida (1574) - che ha dato origine allo stufato di verdure divenuto piatto tradizionale olandese -, e quello di Parigi (1871). Sono fornite le ricette di piatti storici come appunto lo stufato di verdure di Leida, del pollo alla Marengo e della zuppa regolamentare per i soldati.

Un valore aggiunto di “Donne in guerra” consiste nel fatto che gli autori appartengano al mondo della rievocazione storica, che gli anglosassoni chiamano “reenactment”, e che si è diffusa in Europa a far tempo dai primi anni ’70 del secolo scorso.

Alessia Giorda, oltre all’impegno professionale in campo storico-artistico, da dieci anni percorre come vivandiera i campi di battaglia italiani ed europei, è presidente pro tempore del “Coordinamento Rievocazioni storiche 1600-1700”, vicepresidente dell’Armata del Duca Reggimento Kalbermatten e componente del glorioso 111ème Régiment d’Infanterie de Ligne.

Francesco Ganora, genovese, appassionato di Storia, in particolare del periodo Napoleonico, studioso di uniformologia e collaboratore di riviste del settore col figlio Andrea, milita come portedrapeau nel gruppo di ricostituzione 111ème Régiment d’Infanterie de Ligne.

Così “Donne in guerra” è arricchito da un avvincente capitolo dedicato al “reenactment”, scritto da  Ganora, da un corposo vademecum per una aspirante rievocatrice vivandiera del periodo compreso fra il XVII e l’inizio del XIX secolo, con elenchi di fornitori di materiale rievocativo e di sartorie specializzate, e, infine, da una galleria di suggestive foto a colori scattate durante varie rievocazioni storiche.

Il libro è stato presentato a Viù (Torino), sabato 29 ottobre, presso il Caffè Rocciamelone, nell’ambito dei periodici Caffè Culturali che si svolgono in collaborazione con la Pro Loco e l’Amministrazione Comunale. Erano presenti i due autori, intervistati dal ricercatore storico e scrittore Alessandro Mella e da chi scrive, mentre Alberto Guerci, assessore al turismo del Comune di Viù, ha condotto l’incontro. Tra il numeroso pubblico presente, vi erano il sindaco di San Carlo Canavese, Ugo Papurello, ed il sindaco di Viù, Daniela Majrano. La trattazione, accompagnata dalla proiezione di immagini, è apparsa appassionante e coinvolgente.

 

Alessia Giorda – Francesco Ganora

Donne in guerra. Mogli, compagne e femmes de plaisir

Seconda edizione riveduta e ampliata

Ananke, Torino, 2016, pagg. 136, € 17:00 

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Articolo pubblicato il 03/11/2016